•Capitolo 30•

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Attenzione capitolo con linguaggio scurrile, violenza fisica, psicologica e sessuale. Non adeguato a persone facilmente impressionabili.  

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(𝘀𝗲𝗰𝗼𝗻𝗱𝗮 𝗽𝗮𝗿𝘁𝗲)

Anno nuovo, vita nuova; non si dice per caso così? Allora, io dovrei essere il caso speciale. La mia vita una merda era e una merda è rimasta. 

Ormai diffido da tutti persino da Grace che mi è stata sempre vicino in questi anni. Mi sento sporca, usata, una troia. Fortunatamente Caleb ancora non è arrivato al punto di stuprarmi, ma non voglio dire niente; non voglio gufare. Le ultime novità? Sto in terza media, quest'anno ho l'esame e come se non bastasse mio padre mi ha presentato una donna. Katia. 

Una puttana. 

L'unica cosa positiva è che tende molto a stare in sua compagnia e di conseguenza meno con me. Io e nonna siamo diventate best friends, ormai è come un diario segreto, le confido tutto: quella sera di Natale aveva avuto solo la prova che ciò che temeva di più al mondo fosse reale. 

«aborto!» ah giusto, il nomignolo che mi ha affibiato Caleb. «vieni subito qua!» urla. Ormai ho perso la speranza. L'unico motivo per cui vivo è la nonna. Ma che dico, sono una nullità, un errore; mi faccio schifo da sola.

«dimmi» appena lo vedo mi spavento, ha bevuto e ha l'aria di uno incazzato a livelli spropositati. Fantastico. 

«sai oggi un coglione mi ha detto che ha un sacco da box a casa. Si vantava perché si teneva allenato con quello e di conseguenza aveva dei bei bicipiti. Vieni qua» dice indicando il posto davanti a sé. Che ha intenzione di fare? Mi metto davanti a lui e cercando di capire le sue intenzioni, non vedo un gancio destro. Cazzo. Mi ha spaccato lo zigomo. 

«che figo! Ora potrò allenarmi anch'io! Rimani ferma lì!»

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«Adds perché non mi parli più! Ritorniamo ai tempi dell'asilo?» chiede una biondina davanti a me. Grace non puoi neanche immaginare quanto mi manchi ma, ho paura che, quando scoprirai tutto mi guarderai in modo diverso. Come se ti vergognassi di avere contatti con persone come me, con merde.

Infondo le cattive bambine non hanno amici, dovevo ascoltare Caleb e Theresa quando me l'avevano detto. 

Mi giro e a mio malincuore la ignoro. 

«almeno dimmi il perché, perché mi tratti come una sconosciuta?!» solo perché le persone ignorano, non vuol dire che dimenticano. «facciamo una cosa. Ti seguirò come se fossi la tua ombra finché non ti deciderai a parlarmi» continuo a camminare. Sento gli occhi pizzicarmi per le lacrime.

Cazzo no Addison. Cosa ti eri promessa? Niente lacrime! E tu cosa ti fai venire, i lacrimoni? Sei proprio una delusione. 

«terra chiama Addison! Wuhu! Qualcuno mi sente là giù?» scende una lacrima. Sei una vergogna.

«oi Adds ma tu stai piangendo?»

«cazzo si, Grace! Mi spieghi perché mi devi stare sempre intorno? Non capisci che le persone hanno bisogno di spazio?» sbotto cercando di allontanarla.

«io do alle persone il loro spazio. Divento invadente quando vedo qualcosa di negativo in quel distaccamento.» dice seria ma allo stesso tempo dolce. Owh Grace quanto mi sei mancata. Scoppio a piangere. Mi fai schifo.

«oi Adds, dai andiamo in bagno» dice passandomi un mano sulla schiena.

«l-le prof» mormoro esitando. 

Love in the fieldDove le storie prendono vita. Scoprilo ora