•Capitolo 18•

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«mhhhh, ho un disperato bisogno di un'aspirina»

«eh già ho proprio un disperato bisogno di aspirina, Grace me la vai a prendere? Ti prego!»

«Grace?»

«Grace?!»

«GRACE!»

«oh porca vacca! stai zitta! questa notte vi ho accudito neanche foste dei ragazzini di 2 anni, tra te e Ander non so chi ha vomitato di più! Voglio dormire!» sbotto portandomi il cuscino sulla testa. Per colpa loro sono andata a letto verso le 5 di mattina se non più tardi; ho pulito più strani liquidi ieri notte che quando, il mio amato cuginetto, ha avuto un virus intestinale. Mi merito una vacanza alle Maldive come minimo.

«cosa?! L'hai fatto entrare in casa mia?! Come hai osat-»

«si Adds l'ho fatto entrare in casa tua! Ieri sera vi siete ubriacati come se non ci fosse un domani e se non avessi incontrato Kyle, che ci ha offerto un passaggio, non so come saremo tornati a casa; di certo non gli avrei chiesto all'1 di notte di farsi tutto il giro della città solo per accompagnarci alle nostre rispettive case» Per non parlare di quello che è successo con quell'essere; Al sol pensiero mi vengono i brividi. Devo proprio farmi una doccia e togliermi tutto il sudiciume che hanno rilasciato quelle mani; già l'ho fatta ieri sera, ma mi sento ancora sporca. 

«scusa G, ma non mi ricordo proprio nulla dell'altra sera. Comunque potremo riprovar-» la blocco sul nascere. In quel posto non ci andrò più, neanche sotto tortura.

«no Adds, è l'ultima volta in quel locale; secondo me a te e a Ander vi hanno messo qualcosa nei bicchieri. E' impossibile che hai vomitato per un Vodka-lemon e per degli shottini di tequila, sai reggere l'alcol» dico pensando a quei figli di una buona donna. Secondo me è tutta una tattica. Quel "locale" è isolato dal resto del mondo, inoltre non c'è linea, quindi se qualcuno si concia male chi lo ritrova? se fossimo andati a Las Vegas direi che siamo, sono, cascati nel girone di un casinò...

Ci dev'essere qualcosa sotto, e il mio istinto mi dice proprio che Addison c'è dentro fino al collo; 

devo far qualcosa all'istante.

Tuttavia, il mio alter-ego alias buon senso mi "suggerisce" che per ora è meglio non trarre conclusioni affrettate; il mio essere "impulsiva" è l'ultima cosa che mi serve, è una questione delicata, devo studiarmela per bene. 

«cos'è successo ieri sera?» domanda con voce affranta. Ora rido.

«beh a parte che hai detto ad Ander che ha proprio dei bei muscoli, che hai iniziato a ballare la pole-dance scambiando sempre il nostro famigerato Ander per il tuo palo, che vi siete persi tra la folla in uno stato tra l'ubriaco e il fatto e che hai chiamato Blake innominabile, non è successo assolutamente niente» solo per vedere il volto della mia migliore amica mi tolgo il cuscino dal viso, e beh lo sforzo è più che ripagato; la faccia di Adds in questo momento è più unica che rara. Ha le labbra socchiuse sporche del rossetto rosso sopravvissuto alle vomitate; gli occhi a "panda", dato il trucco colato e con dei brillanti sparsi qua e là, sono leggermente spalancati; i capelli, invece, sono tutti spettinati e l'effetto della piastra lisciante è andato a farsi benedire nel corso della notte; ora si ritrova un cespuglio di capelli ricci.

Le devo fare assolutamente una foto.

Velocemente prendo il telefono poggiato sul comodino e prima che lei possa capire le mie intenzioni scatto una foto. Questa va nel filmino dei diciott'anni assieme a tutti i video imbarazzanti che le ho fatto durante la notte.

«bastarda» mormora tra i denti facendomi ridacchiare.

«ecco una piccola rivincita o vendetta, chiamala come vuoi» mi alzo lentamente dal letto per andarle a prendere un'aspirina e vedere in che condizioni sta Ander. Non pensavo mi sarei ridotta a fare veramente la babysitter. 

Love in the fieldDove le storie prendono vita. Scoprilo ora