Capitolo 1

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Correva, lo stomaco in fiamme. Il fiato gelido e affannato gli ustionava la gola, si sentiva morire. Persino in quel momento percepiva le parole di disprezzo che nessuno gli avrebbe risparmiato una volta fuggito da quell'orrore e giunto a casa. Le figure nere davanti a lui lo distanziavano di qualche metro, sparendo fra gli alberi, incendiandone alcuni.

La morsa allo stomaco aumentò e quello fu il suo punto limite. Draco appoggiò la schiena ad un albero, il petto lacerato dal dolore, e vomitò. Tutto ciò a cui aveva assistito, a cui aveva preso parte effettiva lo schiacciò di colpo. La foresta immersa nelle tenebre risuonava di urli vittoriosi e Draco sperò che nessuno si fosse accorto del suo esitare. Doveva solo riprendere fiato, altri due minuti e avrebbe raggiunto i confini per potersi smaterializzare.Tutto considerato però non era del tutto sicuro di poterlo fare da solo. O quello o la cattura, ormai non aveva più scelta.

"Bastardo!"

L'urlo squarciò la notte e per un folle attimo Draco si sentì sollevato all'idea di essere preso, tutto sarebbe finito. Si riscosse e girò velocemente attorno all'albero, pulendosi la bocca con il dorso di una mano e stringendo convulsamente la bacchetta.

Potter era a pochi metri da lui, tremante di rabbia al punto che Draco non riusciva a distinguere nettamente i contorni della sua figura.

"Stupeficium!"

Draco respinse velocemente lo schiantesimo con un sortilegio scudo, il suo stomaco ricominciò a serrarsi.

"Neanche in questo momento riesci a usare le maledizioni, Potter."

"Crucio!"urlò Harry, come a dimostrare di poterlo fare al contrario di ogni aspettativa.

Potter era incredibilmente ostinato, osservò Draco schivandola, ancora una volta però non aveva la volontà di ferire, ma solo di fare giustizia. La giustizia era sopravvalutata.

"Crucio!"urlò Draco, e poi lo guardò con indifferenza cadere al suolo,contorcersi e chiudersi in posizione fetale. Gli si avvicinò, cauto. Il suo volto contrito era rigato dalle lacrime e i suoi denti serrati, pronto a non emettere nessun suono di fronte a lui. Draco ne ammirò il coraggio, prima di ricordarsi che era l'unica qualità che possedesse e che probabilmente l'avrebbe condotto alla morte.

Allentò leggermente la presa su di lui, in modo che potesse ascoltarlo.

"Potter,ora ti lascerò andare. Voglio andare via vivo da qui. Non mi interessa di te, puoi tornare a piangere i tuoi morti. Annuisci se comprendi."

Harry tremò visibilmente nello sforzo di muovere la testa.

"Bene. Ma se proverai ad attaccarmi, in quel caso Potter, sarò costretto a portarti con me. Ora me ne vado" replicò laconicamente fissandolo. Intensificò la tortura per qualche secondo, giusto per rafforzare il concetto. Un urlo mal trattenuto uscì dal ragazzo a terra e Draco lo prese come un segnale della sua sconfitta. Mollò la presa e cominciò a indietreggiare, con lunghi passi, tenendolo costantemente sotto il suo sguardo. Poi d'un tratto gli parve di vederlo svenire, come se i suoi arti si fossero sciolti dopo la tensione trattenuta; per un attimo si chiese se non avesse esagerato. Infine, si voltò, di nuovo freddo come l'aria sferzante intorno a lui e riprese la via della foresta.

"Incarceramus!"

Draco imprecò, cadendo a terra avvolto stretto nelle catene, insultandosi per esser stato compassionevole ed aver fallito ancora una volta.

"Expelliarmus" biascicò Potter, prendendo al volo la sua bacchetta.

Era strisciato dal punto in cui era caduto, fino a lì, tenendosi alle cortecce degli alberi per raggiungerlo.

Poi l'obbligò ad alzarsi e lo sospinse verso i confini di Hogwarts, zoppicando e infilzandogli la bacchetta in mezzo alle scapole.


"Tu non vai da nessuna cazzo di parte, Malfoy".

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