Capitolo 17

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Harry stava lentamente aiutando Draco a spogliarsi dei vestiti bagnati poi costringendolo ad avvolgersi in un asciugamano e sedersi sul divano rattrappito con lui.

Draco non aveva ancora aperto bocca, ma la spada appoggiata al tavolo ricordava ad entrambi i fatti avvenuti quella notte.

Poi lui lo guardò, lo sguardo ancora annebbiato.

"Non avresti dovuto vederlo."

Era chiaro che Draco ritenesse inopportuno che Harry conoscesse le sue paure, ma in qualche modo lui credeva di averle sempre sapute, lì a portata di mano, finche non ne avrebbe preso definitivamente coscienza.

"Non permetterò che tu cada, quando e se tutto questo incubo terminerà, ti prometto che farò tutto il possibile per aiutarti."

"Mio padre è un Mangiamorte. Io lo sono. La mia famiglia è condannata a prescindere."

"Tutto questo conterà pur qualcosa." gli rispose Harry in tono acceso.

Draco fece un sorriso nervoso e triste, ma non replicò.

Poi di scatto lo baciò, un bacio lieve, spaventato.

"Distraimi" gli disse, ancora tremando per il freddo.

E Harry lo strinse, delicatamente, il cuore acceso da mille dolori diversi, quello di non avere certezze sul futuro, quello di perdere ancora una volta sè stesso dietro ad un turbine di emozioni che non sapeva definire. Ma, come per la prima volta, tutto questo non era importante. E Harry si limitò ad assecondare l'unica richiesta che in quel momento poteva portare a termine con sicurezza, senza promesse vaghe per un futuro lontano ed evanescente.

Accarezzò lentamente il suo petto, soffermandosi all'altezza del cuore per sentirlo scalpitare, specchio del suo. Poi la schiena, e ricordò di aver visto le piccole cicatrici solcarne la superficie. Si sentì stranamente triste e arrabbiato; oltre che per il dolore che aveva sicuramente vissuto, era come vedere un'opera d'arte rovinata da un vandalo incosciente.

Draco dal canto suo era tornato famelico, affannato di averne di più e il prima possibile. Lo spinse sotto di sè, sdraiato e cominciò a togliergli i vestiti velocemente.

Harry invece continuava a rallentare, dettando un ritmo totalmente diverso, le sue carezze erano lunghe e dolci, sulle sue gambe, sulle sue cosce sode, sulla sua schiena rigida e i muscoli tesi.

Dopo una serie infinita di baci e piccoli morsi ricevuti sul collo, Harry sussurrò piano un "Ti voglio" timido.

Draco si bloccò a pochi centrimetri dal suo orecchio.

"Non credo sia una buona idea" e continuò a baciarlo, riprendendo da quel piccolo punto sulla nuca da cui si era dovuto allontanare.

"Io..penso di sì, invece" disse Harry, il respiro affannoso mentre l'altro scivolava lento a sfiorarlo sotto la vita.

"Sarà più piacevole per me che per te."

"Non mi importa" ringhiò Harry, cercando inutilmente di sopravvivere alle sue mani.

Poi Draco scese lento su di lui, leccando e baciando distrattamente alcuni punti del suo ventre. E quando finalmente raggiunse la meta, Harry soffocò un urlo e si impose di non guardarlo.

Ma poi lo fece e a quel punto si sentì morire. Lo spinse via, fissandolo con il cuore in gola, batteva così forte che Harry era certo della sua imminente fine.

"Adesso" disse insistentemente.

Così, fissandolo con occhi voraci, Draco scese e la sua lingua finì oltre, spingendosi dove Harry non avrebbe mai immaginato di trovarne piacere.

Poi si tirò su, avvicinandosi al suo viso. Con una mano appoggiata saldamente allo schienale del divano, Draco lo fissava intensamente mentre piano, con una sorprendente delicatezza si faceva strada nel suo corpo e nella sua mente. Harry trattenne il respiro, poi lo rilassò. E ogni volta che si bloccava, il fiato fermo nei polmoni, Draco arrestava il suo incedere, attendendo con pazienza. Poi finalmente, Draco riuscì a muoversi, quel tanto che bastò ad Harry per farlo urlare di nuovo.

"Non era in questo modo che immaginavo di sentirti urlare" gli disse, crollando con il viso appoggiato al suo, fronte contro fronte, le mani strette ai suoi capelli scuri e disordinati.

"Continua" disse Harry, stringendo con le mani le sue spalle candide, come a volerle dividere dal resto del corpo.

Draco si mosse, eccitato, ma con un ritmo lento e cadenzato. Era la sensazione migliore del mondo, e se da un lato gioiva nel vederlo abbandonarsi al suo volere, dall'altro non faceva che ammirarne il coraggio e l'altruismo che stava dimostrando. In un certo senso, la fiducia che Harry riponeva in lui persino in questo era sorprendente.

Poi Draco cominciò a toccarlo, gioendo nel sentire il ragazzo gemere senza controllo.

Proprio come per la prima volta, la fine arrivò improvvisa, violenta in un certo qual modo, ma più serena e dolce. Draco lasciò fluire dalla sua mente tutta la tensione che sentiva, mentre Harry gli si aggrappava stretto e lo costringeva a crollare su di lui, il naso contro il suo collo.

Per alcuni eterni istanti nessuno dei due parlò, immersi in quella bolla di pace che si era creata con naturalezza.

Poi Draco aspirò profondamente a pochi centimetri dalla sua nuca.

"Oltre all'ovvia presenza del mio odore, puzzi ancora leggermente di palude" disse ironico.

Harry emise un verso a metà tra la risata e lo sbuffo, ancora incapace del tutto di servirsi delle parole.

"Doccia" mugugnò dopo, non mollando la presa dalla schiena bianca di Draco.

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