Capitolo 12

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La sera in cui decisero di smaterializzarsi a Godric's Hollow Harry non sapeva cosa aspettarsi da se stesso. Le sue emozioni erano contrastanti. Da un lato l'idea di vedere il villaggio dov'erano vissuti i suoi genitori lo rendeva impaziente, dall'altro non aveva idea di cosa avrebbe trovato una volta lì, forse nulla.

Apparirono sotto il mantello dell'invisibilità in una piazzetta anonima, con al centro un monumento ai caduti. Harry osservò in silenzio le villette che lo circondavano, coperte da una leggera coltre di neve.

"Le impronte" sussurrò Draco, indicando il suolo bianco.

Harry d'impulso si sfilò il mantello sotto lo sguardo scioccato dell'altro.

"Oh, avanti non c'è nessuno qui e il nostro aspetto in ogni caso non è necessariamente riconoscibile" disse Harry sbuffando. Avevano deciso di utilizzare su se stessi alcuni incantesimi di trasfigurazione, per modificare leggermente i propri tratti estetici.

"In ogni caso i capelli neri ti donano" osservò Harry, soffocando una risata.

"Taci" rispose Malfoy scontroso "Tu sembri un dannato Weasley con quella scodella rossa"

Harry sorrise e si incamminò verso il centro della piazza. Nell'aria il freddo pizzicore della neve si mescolava a odori più dolci, cannella, pino. D'un tratto il portone d'una chiesa si aprì, facendo uscire alcuni babbani allegri. Harry percepì nell'aria le note di un canto di natale.

"E' la vigilia" osservò, mormorando.

Poi Draco gli strinse forte il polso. "Guarda" disse, indicando la statua.

Quello che era un alto obelisco fitto di nomi incisi si era appena trasformato sotto i loro occhi. Le tre figure li osservavano torreggiando davanti a loro, ognuna con una leggera spolverata di neve sui capelli. Harry riconobbe James, i capelli folti spettinati così simili ai suoi e sua madre Lily, con il sorriso dolce che la caratterizzava ogni volta che pensava a lei. Teneva in braccio un bambino piccolo, gli sembrò quasi addormentato. Harry si ritrovò a pensare che era strano vedersi senza cicatrice. Non avrebbe mai creduto che qualcuno avesse ideato qualcosa di simile in memoria della sua famiglia.

Draco era impassibile di fianco a lui, ancora gli stringeva il braccio.

Quando fu certo di averli guardati a sufficienza, ancora scosso Harry attraversò la piazza, trascinandolo con sè, voltandosi solo per constatare che la statua era tornata ad essere un comune obelisco.

Draco vide che il cancello antico del cimitero adiacente alla chiesa era socchiuso ed Harry si stava dirigendo lì a passo svelto. Le tombe dal profilo scuro si stagliavano nella notte e Draco intuì le sue intenzioni.

"Dividiamoci" sentenziò.

Il buio non aiutava a decifrare le scritte incise sulla pietra, così quando Harry accese la punta della sua bacchetta, Draco lo imitò e si divisero.

"Harry, vieni qui" lo chiamò, a due file di distanza.

Lui accorse trafelato."Li...li hai trovati?"

"No, ma... guarda"

Harry seguì il tenue fascio di luce provocato dalla bacchetta di Draco e lesse sulla lapide marmorea in caratteri eleganti "Kendra Silente e la figlia Ariana". Harry rimase in silenzio, turbato.

"Non capisco perchè non me ne abbia mai parlato. Abbiamo entrambi qui le nostre radici..."

Draco non rispose e si accostò invece alla lapide di fianco, sulla quale un piccolo simbolo attirò la sua attenzione. Lo aveva già visto, ne era certo, un cerchio era circoscritto in un triangolo, a sua volta diviso a metà da una linea dritta. La lapide riportava il nome "Ignotus". Stava per attirare l'attenzione di Harry, quando colse il suo sussurro nell'aria gelida.

"Sono qui"

Draco coprì la distanza che li separava con passo incerto. La lapide dei Potter era in marmo bianco, e riluceva al buio, tanto da non doversi sforzare troppo per riuscire a decifrarla.

James Potter, 27 Marzo 1960 - 31 Ottobre 1981

Lily Potter, 30 Gennaio 1960 – 31 Ottobre 1981

La frase incisa sotto i loro nomi recitava: "L'ultimo nemico che sarà sconfitto è la morte".

"La morte...?" sussurrò con la voce spezzata Harry "Non è un concetto da Mangiamorte? Chi l'ha messa lì?"

Draco respirò profondamente, osservando la nuvoletta di vapore disperdersi nell'aria.

"Non credo sia...intesa in quel senso. Credo significhi vivere oltre la morte, dopo. Nel ricordo."

Ma loro non erano vivi.

Harry scivolò in ginocchio, il cuore pesante come la notte in cui Silente era stato ucciso. Portò le mani sulla terra nuda, incurante di sentirle congelarsi fino all'osso, profonde nella neve. Ciò che rimaneva dei suoi genitori si trovava lì, sepolto a diversi metri sotto terra, e loro erano estremamente silenti, più di come lo erano sempre stati nella sua mente o nel suo ricordo. Harry lasciò scorrere le lacrime ed esse, una ad una, caddero nella neve con un lieve sfrigolio, sciogliendola in parte. In quell'attimo Harry trovò ingiusto non poter riposare al loro fianco, dove avrebbe dovuto essere fin dall'inizio.

Poi, Draco poggiò lieve la sua mano sulla sua spalla e quel tocco fermo e muto lo tenne a galla, in superficie, come se gli stesse dicendo che in qualche modo doveva tornare a respirare, che non era solo e che non gli avrebbe permesso di annegare. Harry si aggrappò a quella sensazione, grato di non dover affrontare se stesso da solo.

Quando si rialzò, il braccio di Draco scivolò lentamente sulla sua schiena, accompagnandone il movimento, per poi affiancarsi al suo e sfiorare solo leggermente le sue dita. Poi, tracciò un cerchio nell'aria e una corona di elleboro e narcisi apparve scintillando accanto alla lapide. Harry cercò il suo sguardo, grato.

"Andiamo" disse con voce stanca, e raggiunsero il cancello dal quale avevano avuto accesso al cimitero.

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