I giorni successivi passarono in fretta, Harry scendeva dal sontuoso letto a baldacchino e, scavalcando la brandina che aveva concesso a Draco, si infilava velocemente occhiali e maglioni rovinati, per poi concedergli un pò di privacy e ricominciare per l'ennesima volta con lui a mettere a punto il piano folle per recuperare il medaglione.In quel momento, con la pancia piena di salsiccia e uova amorevolmente cucinati da Kreacher, stavano litigando.
Harry si innervosiva subito parecchio, Malfoy invece sembrava sempre composto nell'esporgli quanto le sue idee facessero pena e acqua sotto ogni punto di vista.
"Non mi interessa che non vuoi schiantare due completi estranei Potter, se davvero questo medaglione è importante, il mio resta l'unico modo per riuscire nel recupero."
Harry grugnì insoddisfatto ma consapevole della sua ennesima resa di fronte al fatto che lo spirito di conservazione di Draco avrebbe salvato il culo anche a lui.
"Quella mattina, come ogni giorno, la Umbridge sarà probabilmente all'udienza contro i Nati Babbani e i Magonò. Sarà davanti a tutti, dobbiamo attirarla con l'inganno e confonderla, usando il falso medaglione per mascherarne la scomparsa."
Harry sentiva fare queste osservazioni da giorni, sempre le stesse e l'esasperazione lo colpì.
"Agiremo domani" disse interrompendolo.
Draco si bloccò, interdetto. "Non abbiamo ancora messo a punto tutti i dettagli, Potter non possiamo lasciare nulla al caso. Siamo probabilmente le persone più ricercate dal mondo magico in entrambe la fazioni"
"Si ma non avremo il nostro aspetto no?" disse Harry brontolando. "Non possiamo aspettare ancora, non potremmo essere più preparati di così e ogni giorno questo posto è più pericoloso, dobbiamo prenderlo e andarcene."
"Andare dove?"
"Non lo so ancora" disse sincero Harry "Ma devo continuare a muovermi, e cercare...il resto." Non era pronto per confidare tutto a Draco, e forse non lo sarebbe mai stato.
Harry non si sentiva comunque al sicuro in Grimmauld Place. Qualche giorno prima Kreacher era tornato con un pacco, a quanto pareva risalente a prima della morte di Scrimgeour, prima che il ministero cadesse.
Al suo interno Harry aveva trovato un boccino d'oro e la copia del testamento di Silente, dove lasciava a Harry il cosiddetto boccino, il primo boccino che aveva preso come cercatore e la spada di Godric Grifondoro. Ma Harry temette che per donare quel tipo di oggetto servisse ben più dell'autorità di Silente e di certo non gli era stata recapitata.
Draco lo osservò giocare con la pallina dorata, che pigramente piegava e distendeva le ali trasparenti.
"Credi che possa esserci utile?" chiese Harry.
"Non saprei, a me sembra solo un sentimentalismo. A meno che.."
Harry lo guardò impaziente.
"I boccini hanno una memoria tattile, Potter, probabilmente Silente sperava che reagisse al tuo tocco. Magari ha nascosto qualcosa al suo interno."
Harry se lo rigirò tra le mani, scuotendolo e i suoi gesti furono seguiti da uno sbuffo esasperato di Malfoy.
Poi, dopo qualche secondo di silenzio, Harry intervenne.
"Questo... questo è il boccino che ho quasi ingoiato."
A Malfoy brillarono gli occhi nell'immediata consapevolezza e lo spronò con lo sguardo. Harry se lo portò lentamente alle labbra, con trepidazione. Ma quando si scontrarono con la superficie metallica e fredda non successe nulla.
Malfoy si era avvicinato a lui e improvvisamente esclamò "La scritta!"
Harry abbassò gli occhi proprio prima di vederla sparire lentamente.
Mi apro alla chiusura.
"Che diavolo vorrà dire?" mormorò Harry, alzando gli occhi e ritrovandoselo a pochi centimetri dal naso.
Draco si allontanò in fretta, poi replicò. "Non ne ho la minima idea, sei tu il prescelto."
Harry sbuffò e preso dai suoi pensieri si preparò ad una lunga nottata insonne prima dell'incursione al Ministero.
Nel silenzio della notte Harry si rigirava fra le coperte ed il materasso duro come la pietra non era di certo d'aiuto nel farlo sentire a proprio agio.
"Non riesci a dormire, Potter? Hai paura?"
"Non ho paura" ringhiò Harry rivolto alla figura avvolta nelle coperte di fianco al baldacchino.
"Io si, Potter. E continuo a pensare che un giorno mi farai uccidere come tutti quelli che hanno rischiato la vita per te"
Harry si gelò, fermo nel letto, la spiacevole sensazione di senso di colpa stava lentamente prendendo il sopravvento. Harry si ritrovò a respirare male, il fiato mozzato in gola. Era vero, era fottutamente vero. Stava portando Draco in una missione suicida e non importava che si trattasse di un mangiamorte, continuava ad essere una vita che avrebbe potuto essere sacrificata in nome di una causa maggiore, per salvargli la vita.
"Dormi Potter?" disse Draco nell'oscurità, insospettito dal silenzio di Potter che rispondeva sempre a tono alle sue frecciate.
"No"
"E perchè diavolo non rispondi come al tuo solito."
"Perchè hai ragione."
L'affermazione di Harry scaturì in Draco una sensazione spiacevole, come se in realtà non avesse mai desiderato avere ragione. Il tono che il ragazzo aveva usato era incrinato dal pianto, e Draco conosceva bene quel tipo di sensazione. Senso di colpa.
"Beh, l'ho detto per farti arrabbiare Potter. Non voglio davvero morire e non succederà, sono molto più capace di te a sopravvivere." disse Draco sbuffando. "E ora cerca di dormire, le mie abilità non possono bastare se sarò solo con un morto vivente al mio fianco."
E Harry, lievemente confortato da quel tono sgarbato riuscì finalmente a dormire.

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Breaking Chains
FanfictionSe Harry quella notte, sotto la torre di astronomia, avesse affrontato Draco, invece che Piton. E se lo avesse rapito e avuto con sè nella battaglia più importante della sua vita, quella per sconfiggere la morte. Cosa sarebbe accaduto? Una parentesi...