Capitolo 8

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Il silenzio dell'ascensore parve del tutto fuori contesto ed una parvenza di calma scese su Harry al pensiero che aveva finalmente il medaglione con sè. Draco dal canto suo non proferì parola, immobile e concentrato. Ma la calma non durò molto. Quando le porte si aprirono sull'atrio Harry notò con orrore che i capelli di Cattermole stavano lentamente tornando biondi, così affrettò il passo a capo chino, consapevole di quanto i suoi vestiti fossero improvvisamente diventati larghi. A pochissimi metri dalla metropolvere Draco gli si affiancò.

"Lo sanno" gli sussurrò. Poi scattando si agganciò al suo braccio voltandosi contemporaneamente, in un'unica mossa fluida e calcolata.

"Stupeficium!" gridò Draco, senza mollare la presa dal braccio di Harry che si mise a correre verso i camini, conscio di essere inseguito. Draco lanciò ancora due schiantesimi mentre Harry si lanciava nel camino con in testa un'indirizzo preciso. Grimmauld place. Nel turbinio della smaterializzazione Harry percepì che non erano soli e cadde rovinosamente sulle scale del pianerottolo di fronte a Grimmauld Place e,  prima di esser nuovamente smaterializzato da Draco, Harry riconobbe l'inseguitore che l'aveva afferarato; si trattava di Yaxley, un mangiamorte che Harry aveva già visto nella notte in cui era fuggito da Privet Drive.

Quel momento di lucidità fu breve, poi ricominciò a vedere il mondo vorticare intorno a sè, il viso di Yaxley scomparve, i colori fondersi e un dolore lancinante al braccio destro lo colpì prima ancora di rendersi conto di essere disteso sulla terra ferma in quello che pareva un bosco fitto. Il tutto era durato non più di qualche secondo ma a Harry parve di essere in balia delle onde da settimane, come fosse la sua prima smaterializzazione in assoluto.

Malfoy intanto, con la bacchetta tra i denti strappava velocemente la manica della sua camicia zuppa di sangue, con movimenti precisi e veloci. Poi sfilò la presa della sua mano dalla valigia e pronunciò "Accio dittamo". Una boccetta viola fuoriuscì e Draco cominciò a spargerne abbondantemente il contenuto sul braccio di Harry.

Urlò, il dolore era così forte che non riusciva a sentire nient'altro.

"Stai zitto Potter o ci farai ammazzare" ringhiò Draco, prima di alzarsi e iniziare a erigere una serie di incantesimi di sicurezza che li avrebbero resi invisibili e non percepiti in alcun modo al di fuori del loro perimetro. Mentre Draco mormorava camminando in cerchio, Harry si tirò su appoggiandosi al tronco di un albero, la pelle ancora andava a fuoco. Osservandosi il braccio Harry constatò che lì dove doveva esserci una ferita profonda, la pelle si stava lentamente ricreando, grazie all'essenza di dittamo che Malfoy aveva insistito per inserire nelle cose necessarie ad una fuga improvvisa. Doveva essersi spaccato nella seconda smaterializzazione.

"Yaxley conosce l'indirizzo di Grimmauld Place" Draco si era inginocchiato davanti a lui, gli occhi gelidi lo scrutavano con attenzione.

Harry annuì, conscio che non avrebbe potuto tornarci. Poi strinse il medaglione con le dita.

"Dove siamo?" chiese con voce flebile.

"Norvegia, foresta di Kaupanger" gli rispose Draco.

"Perchè proprio qui?"

"La foresta è molto vasta, ma nella zona allevano draghi. Ci sono stato, con mio padre" disse lui semplicemente.

Harry serrò le dita intorno al medaglione e poi prese a fissare l'oggetto, l'espressione imperscrutabile.

"Quello è il simbolo di Salazar Serpeverde" Draco si chinò, incuriosito, per osservare attentamente quella "S" incastonata di smeraldi.

"Già" annuì Harry, preoccupato dalla scintilla di interesse negli occhi dell'altro.

Poi si tirò in piedi, mettendosi il medaglione al collo ed estrasse una sacca polverosa dalla valigetta di pelle nera accuratamente modificata da un incantesimo di estensione celata.

Dopo averla posizionata al centro del perimetro tracciato da Malfoy, Harry le diede un colpetto con la punta della bacchetta e da sotto lo spesso strato di polvere si erse la tenda della Coppa del mondo di Quidditch .

"E quella dove l'hai presa?" chiese Malfoy, avvicinandosi a sbirciarne l'interno. Harry quasi rise alla sua smorfia, porbabilmente constatava quanto i Weasley avessero cattivo gusto nell'arredare.

"Era a Grimmauld Place, immagino che Arthur l'abbia dimenticata lì nel periodo in cui era la base segreta dell'Ordine della Fenice."

Poi, senza accertarsi che l'altro lo seguisse, entrò nella tenda per accasciarsi su uno dei letti a castello che torreggiavano nella stanza. Malfoy si sedette su una poltrona dall'aspetto logoro in alcuni punti, sfregandosi la fronte con una mano. Harry lo fissò intensamente, finche l'altro non se ne accorse.

"Potter, ancora. Non vado da nessuna parte, fai sogni d'oro."

Harry sbuffò e chiuse pigramente gli occhi, ancora indebolito dal braccio che sentiva particolarmente sensibile. Quasi non lo sentì mentre l'altro con un ghigno aggiungeva "Non sopravvivresti nemmeno un'ora senza di me."

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