Capitolo 19

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I cancelli di Malfoy Manor si aprirono cigolando, di fronte al Marchio mostrato da Draco. Grazie alla fattura che si era lanciato sul viso pareva esser stato vittima di alcune mutilazioni, piccole ferite figuravano sui suoi zigomi, ma l'espressione funerea sul suo volto bastava a convincere chiunque del suo umore.

Mentre Harry si incamminava per l'elegante vialetto sospinto dalla bacchetta di Draco si chiedeva cosa stesse provando, nell'osservare casa sua. Forse Harry l'avrebbe perso, forse il fatto di tornare finalmente a casa l'avrebbe ricondotto a cedere all'influenza che suo padre aveva su di lui, e da un lato Harry non riusciva più a biasimarlo per questo.

Draco si schiarì la gola, di fronte al portone in legno scuro. Poi, con gli arti incredibilmente pesanti, colpì la superficie con la punta della bacchetta.

Il viso pallido, così simile al suo, di Narcissa Malfoy si affacciò dallo spiraglio creato tra la porta e le spesse mura di pietra e subito la sua espressione tetra mutò in una malcelata sorpresa.

"Draco..?" disse, osservando prima il figlio e poi Harry, incatenato al suo fianco.

"Salve, madre" disse lui, il tono incerto e combattuto.

Lei spalancò la porta, incredula, spostando ripetutamente lo sguardo da uno all'altro."Quello...quello è Potter?"

Draco fece un cenno con il capo, secco.

Narcissa si voltò guardando dietro di sè, poi con voce ferma disse "Mettiamolo con gli altri, quando tuo padre sarà qui, convocherà il Signore Oscuro. Hai parecchie cose da spiegare."

Harry venne trascinato malamente da Draco nelle segrete, sotto lo sguardo ancora scosso della madre. Chiudendo la cella, gli sfiorò appena le dita con le sue. "Tornerò" disse seccamente, come se Harry dubitasse delle sue intenzioni.

"...Harry?!"

La voce di Ron emerse dall'oscurità. Harry si girò appena in tempo per sentire le sue braccia chiudersi su di lui e ricambiò la stretta con tutta la forza che gli era concessa. Inspirando forte l'odore del suo migliore amico, da tempo dimenticato, si sentì immediatamente più sereno.

"Sapevo che saresti venuto!" gli disse il rosso, la voce incrinata dall'emozione.

Senza lasciare che gli rispondesse lo guidò verso l'oscurità, a cui gli occhi di Harry si stavano gradualmente abituando e iniziava a scorgere alcune figure.

"Ci sono anche Luna e Dean, e Olivander".

"E il folletto Unci Unci" disse Luna, il volto coperto parzialmente da un livido. La strinse, grato di quel momento e preoccupato dalla loro presenza. "E' bello vedervi, anche se... le circostanze non sono le migliori".

Dean gli si avvicinò e gli strinse una spalla.

"Ghermidori, amico, brutti ceffi. Ma stiamo bene, per ora."

"Già" aggiunse Ron, indicando il rigonfiamento sulla sua fronte.

Poi la sua voce si incrinò.

"Hermione...lei è stata subito divisa da noi. Bellatrix l'ha pretesa per prima, è una...Nata Babbana."

Harry tremò, nell'udire quelle parole.

Poi d'un tratto, alcune grida lancinanti ruppero il silenzio.

La Mangiamorte aveva ricominciato a torturare Hermione ed Harry vide la disperazione solcare il viso di Ron mentre si scagliava contro le inferriate e urlando a sua volta.

Harry si chiese dove diavolo fosse finito Draco, e perchè non gli avesse ancora riportato la bacchetta dopo averla mostrata come prova della sua identità, com'era stabilito dal loro incerto piano.

Cominciò a tirar fuori tutto ciò che aveva dalle tasche, le urla di dolore di Hermione gli pungevano le orecchie come tanti spilli. Sperava inconsciamente di trovare qualsiasi cosa potesse essergli utile.

Poi, osservando velocemente il frammento di specchio di Sirius Harry ebbe l'impressione di vedere un occhio azzurro cristallino osservarlo. Non poteva esserne certo, sembrava assurdo, ma per un attimo gli era parso di riconoscere Silente. "Aiuto" urlò, cercando di sovrastare le urla di Ron "Ci serve aiuto!"

Dopo pochi secondi, una figura minuta si materializzò al centro della cella scura, con un piccolo crack.

"Dobb.." stava gridando Ron, quando Harry lo fermò zittendolo.

Poi guardò l'elfo incredulo.

"Dobby, puoi smaterializzarti fuori da Villa Malfoy?"

L'elfo annuì, con un piccolo cenno del capo.

"Puoi portare le persone con te?" e l'elfo annuì nuovamente.

"Bene, prendi Unci Unci, Dean, Luna e il signor Olivander e portali a..."

"Villa conchiglia" intervenne Ron "la casa di Bill e Fleur."

Harry annuì. Con un piccolo crack, si smaterializzarono e Harry e Ron tirarono un breve sospiro di sollievo nel saperli al sicuro.

Poi, le voci concitate al piano di sopra li immobilizzarono.

"...Harry Potter?! Ne siete sicuri? Portatemeli tutti e tre, voglio vederlo ed esserne più che certa." la voce di Bellatrix risuonò isterica ed eccitata.

Harry strinse il braccio di Ron, che lo stava guardando con aria affranta.

Codaliscia fece la sua improvvisa comparsa poco dopo, puntando loro la bacchetta contro. Con sollievo di Harry, era seguito da Draco. Sospinse avanti Ron, che fu preso in custodia e scortato su per le scale. Draco lo afferrò per un braccio e guardandosi attentamente intorno, gli infilò la bacchetta nella tasca dei jeans. "Fa attenzione" sussurrò nervosamente stringendogli una mano "Non credo di poter fare più di così."

Senza proferire altra parola, salì le scale, sospingendolo poi al cospetto dei Mangiamorte riuniti.

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