Atto VIII - Confessione

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(Jungkook point of view
fra i capitoli IV e VI )

Il chiaro di luna filtrava silenzioso dalla finestra della tua camera. Le voci insistenti degli invitati della festa erano ormai un ricordo lontano nella tua mente. Non un suono, tutto taceva placido.

Era già finita? Cacciasti indietro quel pensiero: "Impossibile", pensasti. Le feste nella Corte Unseelie duravano fino alle prime luci dell'alba e la luna sembrava non voler ancora abbandonare la sua supremazia sul cielo. Non quella notte.

Non c'era alcun indugio nelle tue azioni, eri pronto a trovare Jimin e portarlo in salvo. E poi? Il poi non era così importante in quel momento.

Tutta quella serata era stata un agglomerato di ricordi sfusi e difficili da ricomporre in ordine.

Quel ragazzo dalla bellezza disarmante era il principe Seelie... Come avevi potuto non capirlo prima? Ti sentisti improvvisamente stupido e debole contro la potenza della sorte. Era stata una beffa, uno scherzo di dubbio gusto del fato. Eppure, contro ogni logica, ti ritrovavi lì a ripensare ai suoi capelli dorati, ai suoi occhi di cielo e al tocco gentile delle sue sue labbra carnose; ma più di ogni altra cosa al calore che il contatto con la sua pelle ti aveva donato.

Un caldo disarmante pronto a gettarti a terra e distruggere ogni barriera che ti eri ripromesso di innalzare contro tutti.

Ti credevi un castello di pietra inespugnabile e invece era bastata una piuma a distruggere ogni muro. Quella fortezza di mattoncini si era rivelata essere solo sabbia, semplice e fragile.

Nulla aveva più senso: non la corona da re, non il matrimonio combinato con tua cugina Jin-sil, non la Corte delle Tenebre che ti aveva dato la nascita.

La tua preoccupazione andava unicamente a Jimin.

A risvegliarti dai tuoi pensieri fu il suono di qualcuno che bussava incessantemente alla tua porte. Uno, due, tre colpi. Silenzio. E poi ancora altri due. Doveva essere Namjoon.

Avanzasti verso la soglia, pronto ad abbassare la maniglia e lasciarlo entrare ma l'istinto ti fece attendere qualche secondo, indeciso sul da farsi.

Ti avrebbe fermato dall'andare incontro a Jimin, sfidando il bosco? Sicuramente.
Lo avresti ascoltato? Ovviamente no.

Raccogliesti velocemente lo stiletto d'argento dal letto, nascondendolo nella custodia attaccata alla cintura di velluto scuro che ti chiudeva la giacca. Il corvo, simbolo della casata reale degli Unseelie, si ergeva maestoso sull'elsa intarsiata, donandogli un aspetto pregiato e raro.

Brillava sui tuoi vestiti scuri quasi avesse vita propria.

Avevi cinque anni quando tuo padre ti regalò quella piccola spada – l'unico dono da parte sua di cui avevi memoria. Ai piedi dei grandi troni reali e con i mille occhi dei tuoi sudditi a guardarti, ti fece promettere solennemente di proteggere a ogni costo il popolo delle Tenebre.

"Usalo con orgoglio e giudizio", aveva detto. All'epoca ti era sembrato un giuramento impossibile da spezzare.

Quell'oggetto era il bene più prezioso che possedevi, un voto di devozione passato di re in re, fin dall'inizio dei tempi. Ne eri orgoglioso.

𝔹𝕝𝕠𝕠𝕕 & 𝔾𝕠𝕝𝕕 {jikook au} Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora