Scendeste la collina, celati dai colori scuri della notte. In lontananza il suono degli strumenti e delle grida estasiate dei cittadini di quel piccolo villaggio non facevano altro che aumentare passo dopo passo, fino a diventare parte integrante dell'atmosfera intorno a voi.
Voci acute una sopra l'altra, adulte e infanti in un dedalo di rumori, così difficili da distinguere divise.
Al centro del villaggio si ergeva un enorme municipio con un alto campanile: all'interno di esso era custodita una campana lucente, la più grande mai vista prima. La tua mente andò ai racconti di Hoseok, alla foga di quando, steso placido sul tuo letto, ti aveva raccontato con occhi euforici la bellezza di quel villaggio rurale.
E aveva ragione. Quella notte, sotto il cielo costellato di stelle, quelle case dall'aria buffa e rustica ti sembrarono più belle che mai.
Avanzasti lentamente verso la piazza centrale, la mano ancora stretta in una morsa costante in quella di Jungkook. Intrecciasti le dita nelle sue beandoti del calore confortante del suo palmo.
Avevi paura? Come negarlo. Ma il terrore non superava di certo la voglia di conoscere tutto di quel luogo e di vivere appieno quella notte di libertà.
Per una volta non saresti stato nell'angolo ad aspettare, guardando con occhi sognanti l'emancipazione di qualcun altro.
Quella notte, il protagonista assoluto potevi essere tu.Alzasti gli occhi al cielo incontrando il manto celeste: Orione vi guardava come un custode silenzioso, forte e possente nella sua cintura di luce irradiava l'intero firmamento. Abbassasti poi lo sguardo verso la gente intorno a voi: uomini e donne intenti a conversare animatamente l'uno con l'altro, bambini radunati davanti a piccoli banchi che davano dolciumi di ogni tipo e colore.
C'era chi cantava, chi ballava senza sosta e chi urlava dall'euforia.
Tutti, non uno escluso, sembravano divertirsi come non noi.
Jungkook aveva raccontato di aver visto la vera libertà in quel posto: in quel momento ti rendesti conto di quanto le sue parole fossero veritiere.«Ti piace?»
Fu proprio la voce del principe delle Tenebre a destarti dai tuoi pensieri. Piantasti gli occhi nei suoi e, senza indugio, annuisti con la testa più e più volte.
In quello stesso momento, due infanti ti passarono vicino correndo, sgomitandoti senza volerlo, sfiorando prima la manica della camicia chiara e poi il tuo dorso. Ritraesti il braccio d'istinto, spaventato dal quel contatto improvviso.
Portasti una mano alle schiena a toccarla quasi a essere sicuro che il travestimento di quella notte non fosse svanito... Eppure non riuscisti a tastare nulla. Niente ali, eri salvo.
Riuscivi ancora a sentirle ma non a toccarle.
Jungkook rispose con un sorriso, stringendo più forte la tua mano senza allentare la presa.
«Non devi aver paura. Ci sono io con te» sussurrò facendosi più vicino quasi a calmare quell'improvviso senso d'angoscia che ti aveva pervaso dall'interno.
Deglutisti lasciando scivolare l'altra mano dalla schiena lungo il tuo fianco.
Se c'era lui a proteggerti allora non dovevi avere alcun timore di vivere quella sera: sarebbe rimasto vicino a te, ora dopo ora, senza mai abbandonarti. Era stato il suo giuramento.
Al suo fianco, potevi vivere quella notte senza aver alcuna paura.«Jungkook... Jungkook!»
Voltasti il viso di lato nel momento in cui sentisti pronunciare il nome dell'erede Unseelie, lì, in quel villaggio umano che nulla aveva a che fare con le vostre Corti. A pochi passi da voi, una donna dall'aria cordiale si stava avvicinando con un grosso sorriso stampato sulle labbra dipinte di rosso.
Vestiva abiti modesti: a ricoprirle il corpo ci pensava una lunga veste color grigio ardesia di lino grezzo e un bustino color ruggine con una chiusura a corsetto sul davanti. I capelli ricci e neri come la pece erano nascosti grossolanamente sotto una cuffietta bianca, candida quasi quanto gli abiti che indossavi tu; a donarle un'apparenza sbarazzina erano alcuni ciuffi scuri che, scappati dall'acconciatura, le incorniciavano il viso e le gote arrossate dal caldo rendendola ancora più giovane di quanto già non sembrasse.
Si fece spazio fra la folla, sgomitando le persone con noncuranza fino a raggiungervi; fra le mani portava due calici di legno ricolmi di liquido rosso. Vino, pensasti.
Quegli umani condividevano quindi i vostri vizi.
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𝔹𝕝𝕠𝕠𝕕 & 𝔾𝕠𝕝𝕕 {jikook au}
Fanfiction"Fin dove ti spingeresti per amore? Saresti in grado di sfidare anche la tua famiglia pur di restare accanto alla tua anima gemella?" Fin dalla notte dei tempi, a tenere le redini del Mondo Fatato sono due corti: la Seelie, il regno della Luce, popo...