Percorresti il lungo corridoio, affiancato da Seok-jin e Hoseok, in totale silenzio; da quando avevate varcato la porta della sala del trono, nessuno di voi era riuscito a proferire parola sull'accaduto.
Eppure, le dure parole di tuo padre aleggiavano ancora vicino a voi, in segretezza, come un ricordo fresco, troppo vicino per essere dimenticato dalla vostra mente giovane.
Il re aveva ragione: quel comportamento sconsiderato avrebbe potuto portare alla guerra, un pericolo non troppo lontano dall'essere recondito. Introdurvi nella Corte Unseelie per pura frivolezza era stato qualcosa di stupido e immaturo, peggio ancora se a farlo eri stato tu: l'erede al trono della fazione opposta.
Un affronto senza pari, aveva scritto il re delle Tenebre in quella lettera: un'insolenza tanto grave da doverla riferire a tuo padre, il sovrano Seelie, facendolo sprofondare nell'imbarazzo.
Vergogna di avere un figlio che non rispettava i suoi ordini, vergogna di non essere stato abbastanza duro nei tuoi confronti, durante l'infanzia, tanto da farti capire l'importanza di sottostare alle regole.
Vergogna di non essere all'altezza di governare se neppure tu, sangue del suo sangue, sfidavi il suo potere.
Eravate stati ingenui e poco scaltri e quell'insensatezza poteva esservi costata cara.
«Beh, poteva andare molto peggio... Per lo meno siamo ancora vivi».
Fu Hoseok a distruggere quel silenzio, tetro e angosciante, con quella breve frase. Abbozzò un sorriso nella tua direzione che ricambiasti debolmente, cosa che Seok-jin non fece.Facesti spallucce, facendo un piccolo accenno della testa, rispondendo solo in quel modo alle parole del più giovane fra i tuoi cugini, le tue labbra erano incapaci di dar voce alle parole.
Dopo la considerazione di Hobi, il fratello più grande si raggelò sul posto, facendovi avanzare di qualche passo prima di rendervi conto che non vi stava più seguendo. Ti voltasti verso di lui con fare interrogativo, non capendo il perché del suo arresto improvviso.
«Poteva andare peggio?» bisbigliò piano, a viso basso. In un secondo la sua bocca andò a formare una smorfia sarcastica. Dietro di essa, però, riuscisti a scorgere del risentimento. Avanzò verso di voi di qualche passo, fermandosi poi di nuovo, d'improvviso. Ogni cosa di lui faceva capire quanto fosse irritato e stizzito dalle parole del fratello.
«E come poteva andare peggio, Hobi? Peggio di una possibile dichiarazione di guerra? Illuminami, dimmi come...!» sbottò a gran voce, piantando gli occhi scuri in quelli del ragazzo.
Hoseok, dal canto suo, rimase in silenzio, sapeva bene che quello non era il momento di parlare. Seok-jin, a differenza di tutti voi, era il più calmo, quello più tranquillo, il più calcolatore; difficilmente si arrabbiava, e le poche volte che succedeva riusciva comunque a mantenere quella compostezza che tanto lo caratterizzava. In quel momento, però, scorgendo i suoi occhi non riuscisti a leggere nient'altro che pura ira.
«Avete idea di cosa abbiamo fatto?» urlò Seok-jin, indicandovi «Avete anche solo lontanamente pensato alle conseguenze di queste azioni?»
Rimanesti fermo, ascoltando a labbra socchiuse le parole rancorose di tuo cugino: non c'era comprensione nel suo sguardo. Hoseok si sporse in avanti, cercando di afferrare il suo braccio, quasi a calmarlo, con fare fraterno. Jin allontanò la sua mano, schiaffeggiandola con poca forza. Il suono di quel battito echeggiò solenne nelle tue orecchie. Era una situazione strana di cui non eri mai stato spettatore: lì, in silenzio, non riuscisti neanche ad avere il coraggio di ribattere o dire qualcosa. Tu, l'unico che aveva ogni colpa in quella situazione, ti limitasti a guardare la litigata dei due fratelli.
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𝔹𝕝𝕠𝕠𝕕 & 𝔾𝕠𝕝𝕕 {jikook au}
Fanfiction"Fin dove ti spingeresti per amore? Saresti in grado di sfidare anche la tua famiglia pur di restare accanto alla tua anima gemella?" Fin dalla notte dei tempi, a tenere le redini del Mondo Fatato sono due corti: la Seelie, il regno della Luce, popo...