Atto XIV - La settima luna

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Intrufolarsi nella biblioteca, lontano da ogni occhio indiscreto, fu sorprendentemente semplice. Quell'enorme stanza ricolma di libri era un posto sicuro, almeno di notte: uno di quelli che difficilmente veniva controllato dalle guardie, troppo ordinario per destare sospetti.
Avevi chiuso la porta della tua stanza prima di scappare lungo il corridoio del palazzo, nascondendo sotto le lenzuola chiare del letto uno dei cuscini e un pugno di stoffe, quasi fingere le forme del tuo corpo magro. Un piano perfetto.
Quelle sette lune erano passate lente e inesorabili davanti ai tuoi occhi: ogni giorno sembrava tinto della stessa agitazione del precedente. Né tuo padre, né i tuoi cugini capivano il perché di quel tuo comportamento: agli sguardi poco attenti di ognuno di loro, era semplicemente la diretta conseguenza alle restrizioni del re circa l'uscita dal palazzo. O almeno, era ciò che volevano credere.

Seok-jin e Hoseok erano stati delle figure marginali ma comunque presenti in quelle giornate interminabili costellate unicamente dalle solenni lezioni di letteratura, fra testi malinconici e poesie in fatato arcaico. Un suplizio continuo: ora dopo ora, contavi i minuti che ti dividevano da Jungkook, come un fanciullo alle prese con il primo amore.
Giorno dopo giorno, agognavi ancora il suo sapore.
Così, allo scoccare del tramonto di quell'ultima e settima notte, ti precipitasti in biblioteca, aprendo il passaggio segreto oltre il quadro, e rompendo così per sempre il giuramento di fiducia fatto a Seok-jin. Prima di allora pensavi che le fate non potessero mentire davanti alle promesse: nulla nella Corte della Luce era più importante di un voto solenne. Eppure, nonostante l'ansia nel petto, in te non c'era alcun rimorso.

Non un rimpianto, non un segno di pentimento.

***

La luna brillava diafana e luminosa quella notte circondata unicamente dalle stelle, sue chiare figlie.
Fin dalla tua più tenera età, erano stati pochi i momenti in cui avevi potuto vederla a occhio nudo, candida e limpida in cielo, senza una finestra a dividervi.
Quella notte, la luna sapeva più che mai di libertà.
Anche il bosco, illuminato unicamente dalle lucciole e dal manto celeste, aveva assunto un'aria totalmente diversa rispetto alla prima volta. Ora, non c'era nessuna guardia Unseelie a inseguirti, non i tuoi cugini a guidarti, passo dopo passo, oltre la selva. Ora, esistevi solo tu e il battito frenetico del tuo cuore.

Trovare il fiume non fu così difficile: come una madre amorevole, abbracciava l'intera distesa di verde, da parte a parte, creando un'enorme pozza profonda. Ai margini di esso troneggiavano arbusti e dei massi di pietra ricoperti di muschio, simbolo che la natura aveva ormai preso completo possesso di quel posto. Al centro, una grande quercia dalle rigogliose foglie verde: il tronco era spesso e scuro, segno che quell'albero doveva essere vecchio, molto vecchio. A occhio e croce, poteva avere più di trecento anni.
Quel panorama ti sembrò di una bellezza senza pari.
Avevi visto parecchie illustrazioni di quel posto a palazzo, in numerosi libri e dipinti: il luogo in cui la Natura consumò il suo tradimento con la Luna. Lì, l'adulterio aveva dato radici all'astio fra le due Corti, come un peccato sussurrato si era insinuato nel regno Sidhe e ne aveva fatto la colonna portante. Lui, l'odio.

Curioso come ora, ai tuoi occhi pieni di speranza, quello stesso e identico punto del bosco portasse invece le tinte rosse dell'amore.

Ecco, è questo il posto” sussurrasti mentalmente a te stesso, portando una mano al petto quasi a calmare l'affanno che sentivi in te. Sull'indice troneggiava l'anello di rubino, recuperato dal portagioie, in fondo alla cassapanca della tua stanza. Deglutisti in silenzio, aspettando.
Nei sogni più reconditi delle serate precedenti, avevi immaginato di trovare Jungkook già lì, ritto in piedi, agognante di te. Avevi giurato a te stesso che avresti resistito alla tentazione di lanciargli le braccia al collo e baciarlo, ancora a ancora, in una danza infinita di bocche, senza dargli alcuna tregua. Ora, però, non riuscivi a fare altro che a tremare lievemente, deglutendo più volte la saliva, in attesa di vedere i suoi occhi di ossidiana o uno spiraglio qualunque del suo viso, fra l'oscurità della foresta.

𝔹𝕝𝕠𝕠𝕕 & 𝔾𝕠𝕝𝕕 {jikook au} Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora