Atto XXIII - Eros

315 21 9
                                    

Il bosco era calmo e placido quella notte: a muovere le foglie degli alberi c'era solo il tenue vento di Yule, mite come la più leggera delle carezze mai date. Il trambusto e le voci del villaggio umano aleggiavano ancora come un ricordo fin troppo recente per essere dimenticato dalle tue orecchie. Come un eco ciarliero riuscivi ancora a sentire la vibrazione febbricitante di quella musica, le sue note alte, il suono incalzante dei tamburelli.
La foresta dormiva mentre tu andavi in fiamme.
Vi denudaste del travestimento umano come un vestito rotto e ormai inutilizzabile; lì, ai limitari di quel paese rurale che ti aveva fatto conoscere il significato della parola libertà, avevi sancito l'inizio di un nuovo te stesso. Più sfrontato, più libero. Ti alzasti in volo come sospinto dal vento incapace di trattenere per altro tempo l'euforia crescente. Quella notte eri aria, pura energia impalpabile.

«Vorrei poter ballare per tutta la notte...» annunciasti a mezz'aria a occhi socchiusi lasciandoti beare dalla brezza notturna. Fresca e invitante non era nient'altro che un toccasana per le tue gote ancora arrossate dall'alcool e per gli sforzi successivi. Avevi lasciato la piazza solo dopo aver visto il principe delle Tenebre sfinito ai tuoi piedi da quella danza infernale: Dal canto tuo avresti potuto continuare per ore, soggiogato totalmente da quella melodia senza tregua. I tuoi piedi si muovevano uno dopo l'altro come parti a se stanti del tuo corpo. Avevano vita e sentimenti propri e desideravano la loro tanto agognata indipendenza.
«Credi sia possibile, Jungkook? Vorrei riavvolgere il tempo, danzare ancora e ancora senza fermarmi»
Fu la tua stessa voce a riportarti al presente, in quel bosco illuminato solamente dal chiarore del manto celeste e dai vostri sussurri. Apristi gli occhi volteggiando in cerchio leggero come una piuma incapace di arrestare quel movimento leggiadro di ali.
«Sono felice tu ti sia divertito» rispose il principe delle Tenebre alzando il viso al cielo a guardarti, ridendo gioviale. Dal basso della sua posizione sembravi perfino più alto. A differenza tua il ragazzo Unseelie si mostrava ai tuoi occhi totalmente sereno, per nulla accaldato o scomposto dal nettare rosso bevuto alla festa. L'immagine del suo viso contorto dalla stanchezza sembrava null'altro che una memoria lontana nella tua mente, un miraggio quasi artefatto.
Era stato reale? Aveva ballato davvero con te?
Solo i suoi abiti sgualciti e i capelli corvini arruffati sembravano poter dare una risposta positiva a quel quesito muto.
Ti abbassasti quasi alla sua altezza mantenendo i piedi alzati dal terreno incapace di poggiarli a terra. Camminare, o meglio muovere le gambe, una davanti all'altra, sembrava diventato fin troppo difficile in quelle circostanze. Portasti una mano agli stivali stringati allentandone i nodi stretti: premevano insistentemente sulle tue caviglie infastidendoti. Sfilasti il primo con disinvoltura seguito poi dal secondo liberando finalmente i tuoi piedi da quel supplizio durato fin troppe ore. Poi, con noncuranza, li lasciasti scivolare a terra dietro di te sotto gli occhi attenti di Jungkook.
In quel momento non erano nient'altro che un mero impedimento.
«Promettimi che torneremo ancora...» sussurrasti nuovamente alzandoti in volo ancora più in alto, appagandoti della brezza notturna che ti solleticava i capelli e i piedi nudi. Le tue ali iridescenti brillavano come diamanti grezzi sotto il bagliore lucente delle stelle. Scendesti poi al fianco di Jungkook con le punta dei piedi ancora alzata da terra, poggiando il viso sulla sua spalla. Era calda e delicata, ancora vestita dal tessuto setoso della camicia. Il principe Unseelie portò una mano alle tue guance ridendo divertito da quella tua completa perdita di ragione. Ne tastò la pelle morbida e bollente disegnando i contorni del tuo viso magro.
«Ti prometto altre cento lune come questa» disse infine senza indugio, continuando quel lento movimento pieno di tenerezza e adorazione.

Promesse. Quella serata sembrava non aver parlato d'altro.
Perfino Agnès e Ingrid vi avevano salutato in quel mondo prima di vedervi sparire fra la folla infervorata della piazza: con le mani alzate a salutarvi e il viso rosso dal caldo, avevano fatto giurare Jungkook di portarti ancora con lui per poter vivere un'altra di quelle notti brave dedite unicamente al divertimento.
Dal canto tuo, non potevi desiderare altrimenti.
Abbandonare quel borgo rurale per tornare alla mera realtà ti era costato non poco sacrificio.

𝔹𝕝𝕠𝕠𝕕 & 𝔾𝕠𝕝𝕕 {jikook au} Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora