Atto XX - Essenza

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Jungkook rimase immobile davanti a quel bacio improvviso, troppo repentino per poter ribadire in alcun modo. Le sue labbra si mossero a possederti come il più gustoso dei pasti, incapace di allontanarsi dal calore del tuo corpo. Tutto dentro di te bruciava di desiderio: le tue guance, le tue mani... Perfino le orecchie, prima fresche per la brezza notturna, ora erano diventate fuoco puro.
Ogni notte che passava pensavi di essere pronto a baciarlo senza fremere: eppure, puntuale come il rintocco di una campana, ecco che quel calore ti pervadeva per interno lasciandoti boccheggiante ai suoi occhi. Notte dopo notte era sempre lui a vincere.
Era forse questa la potenza dell'amore di cui parlavano nei libri?
Quel giorno come mai prima ne fosti più che convinto.

Il principe delle Tenebre si scostò da te, tanto bastava per lasciarsi guardare per intero. Tinti dei colori notturni, i suoi occhi scuri brillavano come diamanti incastonati nel più bel viso mai visto prima. Ed era tuo, tuo per sempre.
Serrò lo sguardo, portando poi una mano sopra la sua testa, un movimento lieve che ti inchiodò però sul posto. Rimanesti fermo a guardarlo, incapace di distogliere gli occhi da quella visione che stava formandosi davanti a te.
«La forma dell'essenza...» mormorasti a denti stretti, inclinando il viso di lato quasi a guardarlo meglio. Ne avevi sentito parlare in numeri scritti custoditi gelosamente nella biblioteca del tuo palazzo, ma poche erano le volte in cui avevi visto una trasformazione con i tuoi occhi.

Perfino Hoseok, in vista delle sue bravate notturne lasciava il castello sotto spoglie di fata e tornava nelle stesse medesime. Trasmutare la propria essenza davanti a qualcuno poteva essere imbarazzante nonché davvero difficile. Alla tua Corte era proibito farlo con il solo scopo di insinuarsi fra gli umani, mischiarsi fra loro come le medesime carte di un mazzo.
Il perché era il più ovvio: una trasformazione non può durante in eterno, soprattutto se fatta da una mente inesperta. Alcuni libri parlavano di uno sforzo mentale immane, il più potente di ogni altro.
Eppure, davanti a te, Jungkook lo aveva compiuto come il più semplice dei movimenti.
Deve averlo già fatto sotto lo sguardo vigile di qualcun altro” suggerì la tua mente senza staccare lo sguardo da lui.
In quell'attimo ti accorgesti di voler sapere davanti a quali altri occhi avesse condiviso una trasformazione così intima e profonda.
Forse Namjoon, pensasti. Forse un'altra fata della sua Corte.
Forse davanti alla sua futura sposa, Jin-sil.

Deglutisti nervosamente, voltando il viso di lato, segnato dall'imbarazzo.
Perché pensare a una cosa del genere proprio lì, proprio ora? Il tuo cuore in perfetta simbiosi con la tua mente non voleva darti tregua.
Tuttavia, era la gelosia la prima colpevole. Un sentimento avverso così lontano dai precetti insegnati alla Corte Seelie; poteva esistere vanità nel tuo paese: boria, superbia, vanagloria... Ma la gelosia no, non era una sensazione che non vi rappresentava.
Eppure, vedere quella trasformazione davanti a te ti riempì di dubbi e insicurezze come mai prima d'ora. Aveva partecipato ad altre feste umane, questo te lo aveva raccontato numerose luna prima di questa, ma la tua mente voleva sapere a ogni costo con chi.

«Allora?»
Fu la voce del principe delle Tenebre a spingerti a guardarlo nuovamente, ancora per intero.
In pochi istanti davanti a te si era creato un nuovo Jungkook, identico al precedente in tutto e per tutto se non per un piccolo particolare: le sue ali erano sparite, come volatilizzate dal suo dorso.
Strabuzzasti gli occhi, aprendo leggermente le labbra, quasi stregato da quella visione tanto strana quanto magnifica.
Anche in quella forma umana il figlio della notte manteneva invariata la sua bellezza simbolo che non era la magia a renderlo così allettante ai tuoi occhi, bensì la sua sola esistenza.
Ti facesti più vicino, portando entrambe le mani alle guance quasi imbarazzato tu stesso per lui.
«Allora? Cosa c'è?» insistette Jungkook sfoderando lui stesso il più radioso dei sorrisi. Si avvicinò a te, cingendoti teneramente i fianchi con un braccio per poi insinuare il viso nell'incavo del tuo collo.
«Sono così brutto senza ali?» mormorò al tuo orecchio, fingendo tristezza. Scoppiasti a ridere nascondendo le labbra con le mani, spostandole così dalle gote alla bocca in un secondo soltanto.
Scuotesti la testa.
«Tutt'altro. Sei sempre così bello...» bisbigliasti leggero avvampando una seconda volta davanti alla potenza disarmante della sua bellezza. Jungkook sorrise di rimando stringendoti a sé. Non c'era più nessuna aura brillante ad abbracciarlo donandogli quell'aria tetra ma splendente, non le ali, niente più magia. Ma nonostante ciò ai tuoi occhi risultava più lucente che mai.
«Ora tocca a te» ti incalzò prendendoti una mano e staccandoti dalla tua spalla. Annuisti con il viso allontanandoti tu stesso di qualche passo, mantenendo però salde le sue dita nelle tue.
Mai ti eri trasmutato davanti a qualcun altro prima di allora.

Chiudesti gli occhi, schermandoti da ogni cosa beandoti unicamente del suono incessante del tuo cuore. Come un fiume in piena batteva e ribatteva contro la tua cassa toracica, veloce e frenetico, incapace di fermarsi. Respirasti a pieni polmoni stringendo di più la mano di Jungkook nella tua.
Respira e concentrati, Jimin. Devi solo respirare piano e concentrarti”, suggerì la tua mente.
Ed era vero: il saldo pilastro per la riuscita della trasformazione era la completa calma.
Inspirare ed espirare. Un movimento semplice.
Potevi riuscirci.

In un attimo materializzasti nel tuo pensiero un lungo velo: setoso e trasparente riusciva a coprirti per intero. Era morbido al tatto.
Ti forzasti a respirare, ancora ed ancora. Intorno a te non c'era più alcun bosco, non il villaggio umano... Neppure il tuo amante a guardarti.
Esistevi solo tu e i tuoi sospiri, regolari e calibrati.
Doveva essere un gioco da ragazzi, qualcosa di semplice, non dovevi pensarci troppo. Hoseok ti raccontava che trasmutarsi era come indossare un travestimento agli occhi degli altri: serviva solo autocontrollo.
Concentrarti, Jimin. Pensa agli umani, al loro corpo, la loro essenza libera e mortale” suggerì il tuo pensiero.
In un attimo nella tua mente l'immagine di te stesso sotto quel velo trasparente si fece più concreta. Vedevi te stesso avvolto da quel manto eppure non eri tu.
Non c'erano ali a contraddistinguerti, non la tua aura lucente.
Portasti un indice sopra la testa nello stesso movimento lento fatto da Jungkook poco prima, facendolo scorrere dalla punta dei tuoi capelli biondi fino al petto, dove risiedeva celato il tuo cuore.
Nella tua mente, in un attimo soltanto, tutta la tua essenza Sidhe era scomparsa lasciandoti spoglio e nudo sotto quel leggero lenzuolo.

Apristi gli occhi trovandoti a fissare quelli di Jungkook, due biglie nere intente a scrutarti senza fiatare. Aveva funzionato? Non potevi dirlo con certezza.
Deglutisti tremante lanciando un breve sguardo dietro di te: lì dove fino a pochi secondi prima risiedevano le tue lunghe ali iridescenti ora non c'era più niente. Il nulla totale.
Portasti una mano alla schiena toccando il tessuto della camicia quasi incapace di crederci: come un arto fantasma, riuscivi ancora a sentirle attaccate al tuo dorso senza però riuscire a vederle.
Piantasti di nuovo gli occhi in quelli di Jungkook, ora pieni di felicità per la riuscita di quell'incantesimo.
«Non l'ho fatto molte volte...» sussurrasti a viso basso, incrociando nervosamente le dita di una mano con l'altra. Era vero: quella era la prima volta.
Il principe delle Tenebre sorrise di rimando alle tue parole, avvicinandosi al tuo corpo e fermando il movimento nervoso delle tue mani. Ne prese una nella sua per poi portarla alla bocca, baciandola leggermente. Il contatto con le sue labbra ti fece fremere di desiderio.
«Sei perfetto» dichiarò senza indugio con ancora lo sguardo piantato su di te.
Avvampasti di più in viso, nascondendolo con l'unica mano libera, l'altra ancora stretta nella sua morsa d'amore.
Scuotesti il viso: «No, sei tu a essere rimasto affascinante come prima» rispondesti ai suoi complimenti ancora tremante.
Jungkook si fece più vicino al tuo corpo, tornando a sfiorarti l'orecchio con le labbra.
Parla, parla ti prego, suggerì il tuo pensiero, incapace di dar voce a parole alla brama che stavi provando per lui.
«Ai miei occhi, in questa notte e per mille altre ancora, sarai tu il più bello fra tutte le creature umane e fatate» dichiarò sicuro il ragazzo Unseelie, accarezzandoti le gote in fiamme. Sorrise sentendole calde e morbide sotto i suoi polpastrelli.
«Vogliamo andare?» incalzò poi il principe delle Tenebre mantenendo salda la tua mano nella sua.
Annuisti veloce con il viso, calmando il battito incessante del tuo cuore.
Quella notte avrebbe sancito la tua libertà.

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*Note d'autore: buona domenica 💜

Il capitolo di oggi è breve ma necessario per spiegarvi come Jimin e Jungkook riusciranno a mischiarsi fra gli umani alla festa 🌷

Le fate possono mostrarsi nella loro forma fatata solo a chi vogliono, non è detto che tutti le possano vedere! 🌼
Per questo motivo quando assumono la forma dell'essenza invece sono visibili a chiunque come dei semplici umani (rimanendo pur sempre bellissimi agli occhi dei mortali).

𝔹𝕝𝕠𝕠𝕕 & 𝔾𝕠𝕝𝕕 {jikook au} Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora