Atto XIX - Come stelle

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Il bosco dormiva silenzioso intorno a voi. Non un suono, solo una pace soave cullata unicamente dal canto incessante dei pettirossi notturni e dal lieve rumore delle foglie. Il vento, unica forza presente, non faceva altro che muoverle più e più volte come in una danza piacevole, la più lenta e armoniosa.
L'aria era calda. Il tuo professore aveva avuto ragione: dopo il gelido Yule, finalmente Imbolc vi stava donando delle giornate tiepide e miti.
Camminasti intorno alla grande quercia in attesa di Jungkook: la tua mano sinistra su cui troneggiava fiero il rubino - regalo passato del tuo giovane principe delle Tenebre - passò sulla corteccia scura dell'albero. Oltre il legno duro riuscivi a sentirlo respirare con affanno come la più vecchia delle creature mai incontrate prima. Lento e calmo, riposava dormiente nel silenzio della notte. Sorridesti, lasciando scivolare il braccio lungo il tuo fianco: la camicia di organza bianca tempestata di perle si mosse accarezzata dall'aria, donandoti un breve brivido lungo la schiena.
Era lui.

Voltasti di scatto il viso dietro di te incrociando gli occhi scuri dell'erede Unseelie, ritto in piedi a fissarti di conseguenza.
«Non ti sei ancora stancato di apparirmi alle spalle?» sussurrasti nella sua direzione facendo un breve passo in avanti senza staccare lo sguardo dal suo. Arrossisti alla visione del suo sorriso.
Avevi imparato a riconoscere l'arrivo di Jungkook solo dal lento movimento del vento: come il più lieve degli uccelli si celava e muoveva fra le ombre della notte, pronto ad apparirti alle spalle nel momento meno opportuno. Il principe delle ombre, ecco come lo chiamavi.

Il ragazzo moro sorrise di rimando al tuo visibile imbarazzo, scostandosi una ciocca di capelli scuri dal viso. Quella notte era bello come non mai. Indossava una lunga camicia nera bordata di pizzo del medesimo colore: a impreziosirla e renderla ancora più elegante agli occhi erano una miriade di brillanti applicati. Luccicavano come polvere di stelle: quella notte Jungkook portava le luci del manto celeste addosso.
«Mai» bisbigliò avvicinandosi al tuo orecchio per poi cingerti i fianchi, facendosi più vicino a te. Affondò il viso nell'incavo della tua spalla in un movimento amorevole e dolce, accarezzandoti la schiena e poi più giù, verso la cintura dorata che teneva saldi i pantaloni alla tua vita stretta.

«Ho contato le lune che ci dividevano fino a oggi...» disse Jungkook, beandosi del tuo flebile calore. Le sue dita scivolarono ancora lungo il tuo corpo, risalendo poi verso il collo e terminando il loro cammino sulla nuca. Lì, si persero nei tuoi capelli chiari, affondando diverse volte, incapaci di trattenersi. Socchiudesti gli occhi nel momento in cui la sua mano prima posta sui fianchi risalì verso il tuo sguardo, accarezzando dapprima le guance e poi le palpebre dipinte d'oro. Sotto di esse, come un invito a non smettere di guardarti, avevi aggiunto dei piccoli diamanti lucenti, due soltanto.
Desiderami, catturami nella tua mente. Voglio essere il tuo sogno vivido.
Ecco cosa sembravano sussurrare quei piccoli gioielli.
Fremesti leggermente al suo contatto, abbassando le ali quasi in segno di resa: rimanere immobile senza gettargli le braccia al collo stava diventando davvero difficile.
Jungkook si avvicinò di più a te, congiungendo una guancia alla tua per bearsi del tuo caldo rossore.

«Smettila di guardarmi così...» bisbigliasti piano, cedendo inevitabilmente fra sue braccia forti. Il principe Unseelie scese con le labbra lungo le tue gote fermandosi solo una volta arrivato al collo.
Inspirò il tuo profumo.
«È imbarazzante...» mormorasti con voce flebile, sorridendo debolmente e portando una mano alla sua testa mora. Accarezzasti i suoi capelli: fra le tue dita erano come morbidi fili setosi, leggermente ondulati ma solo di lato. In quei mesi erano cresciuti di parecchi centimetri rendendolo ancora più affascinante ai tuoi occhi. Bello come la luna.
«E come posso smettere?» dichiarò il ragazzo Unseelie, ridendo alle tue parole. Si fermò solo un attimo per donare brevi baci al tuo collo; un contatto che ti fece sussultare d'improvviso.
Come potevano quelle labbra essere così calde?

𝔹𝕝𝕠𝕠𝕕 & 𝔾𝕠𝕝𝕕 {jikook au} Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora