"Hey! Congratulazioni, sei stato fantastico!"
Alzai lo sguardo e mi ritrovai davanti il ragazzo che avevo incontrato in bagno.
Come si chiamava?
Lewis forse...?"Oh, grazie." dissi sorridendo timidamente.
"Com'è ritrovarsi davanti a tutte quelle persone?" chiese lui, cercando probabilmente di tranquillizzarsi, dato che a breve si sarebbe ritrovato al mio posto.Riflessi sulla domanda ed esitai qualche secondo prima di rispondere.
"Beh... insomma, abbastanza imbarazzante, ma dopo un po' non ci fai più caso. Ma dipende anche dal tuo carattere, credo." dissi io.
"E tu eri a tuo agio?" mi fissò dritto negli occhi e per qualche secondo pensai di essermi immaginato dei brividi su per la schiena."Diciamo di sì." dissi imbarazzato.
"Possiamo farci una foto? Ho adorato la tua voce, ed ho come il presentimento che diventerai famoso. Potrò vantarmi di aver conosciuto la grande star internazionale Harry Styles!" disse lui sorridendo adorabilmente.
Adorabilmente? Sul serio Harry?
Si ricordava anche il mio nome per intero, quando io ricordavo il suo a stento.
"Beh, certo. Anche se non credo proprio che succederà." ridacchiai.
Lui prese il suo telefono e si avvicinò a me.
Si mise al mio fianco e puntò il telefono verso di noi.
Non sapendo cosa fare alzai l'indice ed il medio, come a formare una 'v'.
Poco prima di scattare la foto mise un braccio attorno alle mie spalle.Questo gesto mi mise parecchio a disagio, e mi portò a sussultare.
Tirai su un sorriso e lui scattò due foto."E adesso voglio anche un autografo" disse staccandosi da me.
"Stai esagerando." esordii ridendo.
Frugò in un piccolo zainetto che aveva con se, e ne uscì un pezzo di carta ed una penna, ignorandomi come se non mi avesse sentito.
Me li porse, e mi accovacciai al pavimento, poggiando il pezzetto di carta su una panca."Cosa vuoi che scriva?" chiesi io non potendo fare a meno di continuare a ridere.
Stavo facendo un autografo ad un ragazzo che neanche conoscevo, ma non era questo il punto.
Non ero neanche famoso.Era proprio strano questo tizio.
"Puoi scrivere quello che vuoi! L'importante è che lo firmi." disse lui.
Non ricordavo minimamente il suo nome.
"Ehm, nome completo?" chiesi, cercando un aiuto dall'alto dei cieli.
"Oh, hai ragione, ho un secondo nome, Louis William Tomlinson." disse lui.
Grazie a Dio!
Cominciai a scrivere sul foglietto di carta, e dopo averlo firmato, glielo consegnai.
"Al mio amico Louis William Tomlinson, con tutto il mio affetto. Ma lo hai firmato due volte?" ridacchiò.
"Beh, una è la mia iniziale, l'altra è la mia firma." dissi io.
"Quindi Harry Edward Styles? Questo è il tuo nome completo?" chiese.
Annuii.Ci fu qualche attimo di silenzio, leggermente imbarazzante.
"Comunque cred..."
"Numero 155204? Louis William Tomlinson?" chiamò lo stesso tecnico che aveva chiamato me, interrompendo qualsiasi cosa stesse dicendo Louis.
"Bene, pare che adesso sia il mio turno." disse lui alzandosi e sorridendomi.
Ma come dannazione faceva ad essere così sorridente e tranquillo?!
Sembrava prendesse il tutto alla leggera."Oh sì, beh io torno dai miei, in bocca al lupo!" dissi alzandomi a mia volta, provando a mantenere la sua stessa calma.
Quando in realtà stavo morendo di ansia, quasi fossi al suo posto.
"Crepi!" disse, per poi ammiccare e sparire dalla mia vista.
Ritornai dalla mia famiglia.
"Harry, dove sei stato?" chiese apprensivamente mia madre."Stavo parlando con un ragazzo." dissi io con nonchalance.
"Oh, va bene." mi sorrise lei.
Mi avvicinai agli schermi del backstage, e vidi Louis su di essi.
Sembrava essere a suo agio.
Dopo aver ascoltato le domande che Simon gli pose, simili a quelle che aveva fatto a me, ed aver scoperto che Louis avesse diciotto anni, quest'ultimo iniziò a cantare 'Hey There Delilah' dei Plain White T's.Probabilmente nonostante non avesse dimostrato ansia nel backstage, dopo aver visto il pubblico e i giudici di presenza, quest'ultima si era fatta viva.
Si manifestò perché stonò leggermente, e la sua voce era parecchio tremolante.Nonostante questo, tra tremolii e piccole stonature, si poteva sentire quanto la sua voce fosse particolare, acuta, ma dolce, era un misto tra le due cose.
Dopo aver ricevuto tre sì, Louis rientrò trionfante nel backstage, e corse ad abbracciare quella che sembrava essere sua madre.
"Beh, dovresti farmelo tu adesso l'autografo!" dissi dopo essermi avvicinato, prendendo coraggio.
Era talmente preso dall'euforia del momento che mi abbracciò.All'impatto mi pietrificai, ma poi mi sciolsi e ricambiai l'abbraccio.
Il suo profumo mi pervase le narici.Profumava di fresco, menta e qualcos'altro che non riuscivo a definire, ma sembrava qualcosa di simile alla vaniglia.
Si staccò e non potei fare a meno di notare il suo solito sorriso a trentadue denti.
"E quindi adesso ci vedremo ai bootcamp, no?" chiese il ragazzo.Lessi un barlume di quella che parve speranza nei suoi occhi.
Il suo forte accento del Yorkshire era palese in ogni singola parola pronunciata, e non potevo fare a meno di soffermarmi ad ascoltarlo in modo incantato ogni volta che parlava.
"Sì, ma sarà per poco, non sto molto simpatico a Louis." dissi io.
"Al contrario, mi stai molto simpatico." disse lui.
"Oh beh, grazie, ehm... anche tu, ma mi riferivo a..."
"So a chi ti riferivi ricciolino, stavo scherzando" ridacchiò lui, interrompendomi.Ricciolino.
Arrossii violentemente."Oh, ok." accennai un sorriso.
Continuammo a chiacchierare del più e del meno, e purtroppo arrivò il momento di tornare a casa.
"Bene, allora ci si vede Harry!" disse Louis accennando un saluto con la mano.
"Ci vediamo Lou!" dissi, ricambiando il saluto.
LOU? Da dove diamine era sbucato fuori quel soprannome!?
Probabilmente arrossii.
Di nuovo.Lui mi sorrise, per poi voltarsi ed andarsene.
"Harry, sei pronto per andare via?" chiese mia madre.
Annuii, non distogliendo lo sguardo da dove pochi secondi prima si trovava Louis.Quel ragazzo mi incuriosiva.
Parecchio.Mia madre prese la sua borsa, e salutò alcune donne all'incirca della sua età, soffermandosi a chiacchierare con una di esse.
Gemma si avvicinò a me:
"Oggi sei stato strepitoso fratellino! Ancora non ci credo!" disse per poi stritolarmi tra le sue braccia.
Lei era più grande di me, aveva diciotto anni, ed era quasi più apprensiva di nostra madre.
Lo era sempre stata, ma nonostante ciò le volevo un bene dell'anima.Ricambiai leggermente l'abbraccio, e poi mi staccai.
Chiacchierai del più e del meno con mia sorella per qualche minuto, e finalmente mia madre tornò tra noi."Possiamo andare caro." disse mia madre riferendosi a Robin.
Uscimmo di lì e venni sommerso da un immenso senso di malinconia.
Il motivo non mi era ben chiaro.
STAI LEGGENDO
They Don't Know About Us|| Larry Stylinson
FanfictionHarry Styles, un ragazzino di soli sedici anni, decide di provare a sfondare nel mondo della musica, provando a fare un'audizione ad X-Factor. Qualcosa non va come programmato, e quando tutto sembra andare per il peggio, una svolta cambia per sempre...