TWENTY-ONE

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"Se vuoi possiamo parlarne." sbottò Lou, ad un certo punto.

Presi la tovaglia e tamponai i capelli.

"Non credo ci sia molto da dire." dissi.

Il suo sguardo bruciava la mia pelle, e mi sentivo vivo davanti a lui.

Ormai ero sotto ad un treno, e non ne sarei più uscito.

Cercai di evitare il contatto visivo, dandogli le spalle, facendo finta di cercare 'qualcosa' dentro la cassettiera dietro di me.

"Io penso di sì." sussurrò con voce sottile.

Senti il letto muoversi.

Si era alzato.

Stava camminando verso di me.

Poggiò una mano sulla mia spalla.

Quel semplice gesto, provoco dei brividi lungo tutto il mio corpo.

E mi cadde anche la tovaglia dalle mani.

Era pura droga per me.

"Harry." mi girò dolcemente verso di se.

Ci ritrovammo a pochi centimetri l'uno dall'altro.

Non risposi, ma lo guardai dritto negli occhi, aspettando che parlasse.

"Ricordi cosa è successo ieri?" chiese in modo quasi comprensivo.

La sua mano scese lentamente vicino al suo fianco, ed il senso di calore per via del suo tocco fu sostituito da un senso di vuoto.

Presi la tovaglia da terra, poggiandola sulla cassettiera.

"Più o meno." abbassai lo sguardo.

Mise due dita sotto il mio mento e sollevò la mia testa, costringendomi a guardarlo.

"Cosa ricordi?" chiese, aggrottando furbamente le sopracciglia.

Stava tastando il territorio.

Sapeva quanto io fossi fragile davanti a lui.

"Delle cose." dissi, cercando ancora di evitare i suoi occhi.

"Cosa?" chiese più duramente.

"Tra di noi." risposi.

Si avvicinò pericolosamente a me.

"Cosa è successo?" chiese nuovamente.

Mi sentivo davvero intimidito, il suo sguardo era la cosa più intimidatoria al mondo in quell'istante.

"C-ci siamo baciati.." dissi io abbassando per l'ennesima volta lo sguardo.

"E poi?" chiese.

"..e poi io ti ho fatto dei succhiotti." dissi.

Mi incitò a proseguire.

"E anche tu." continuai.

"E poi ancora?"

"Poi io volevo..." mi bloccai.

"Sì?" mi incitò.

"..v-volevo farti.." non riuscivo a completare la frase.

"Volevi farmi cosa, Harry?" chiese con la voce ancora più dura, e bassa.

Alzai lo sguardo verso di lui, aveva le pupille totalmente dilatate, faceva quasi paura.

"Dillo." si avvicinò, unendo le punte dei nostri nasi.

Sentivo il suo corpo sul mio.

Dentro il mio stomaco sembrava essere scoppiata la 3° guerra mondiale, altroché farfalle.

They Don't Know About Us|| Larry StylinsonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora