TWENTY-TWO

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Mi ero appena svegliato, letteralmente, per via del calore del braccio di Lou che cingeva la mia vita.

Dopo quella sera aveva deciso di unire i nostri letti singoli, facendoli diventare un unico letto matrimoniale.

All'inizio mi sembrava una cosa strana, ma da qualche giorno a questa parte è diventata la normalità per me.

Come anche il suo respiro costante sul mio collo la notte.

O i suoi baci di buongiorno.

Non so precisamente cosa fossimo diventati.

Ma non è importante per me dare un nome a tutto ciò, non per ora perlomeno.

La 'settimana di riposo' era ufficialmente terminata, erano le sette e mezza del mattino, e mi ero appena ricordato che dovevamo essere pronti alle otto.

Dovevamo andare in una casa discografica per cercare di mettere qualche parola insieme, comporre una melodia e lanciare il nostro primo singolo.

Cercai di scostare gentilmente il braccio di Lou, invano.

"Lou.. sveglia. Dobbiamo uscire."sussurrai di fronte al suo viso.

Era stupendo, soprattutto mentre dormiva.

Non era una novità guardarlo dormire, (s)fortunatamente Louis si sveglia sempre dopo di me, quindi avevo tutto il tempo necessario per godere della meravigliosa vista del suo viso.

Sembrava un angelo.

Ma mio malgrado, dovetti continuare a provare a svegliarlo.

"Lou, dai, faremo tardi. E Simon si incazzerà." gli sussurrai vicino alle labbra.

Mugugnò stropicciando leggermente gli occhi.

"Per quanto mi riguarda, può marcire all'inferno Simon." sussurrò con la voce impastata dal sonno.

Non potei fare a meno di ridacchiare.

"Fammi alzare dai." sussurrai dolcemente.

In tutta risposta mi strinse ancora più forte, unendo i nostri petti ed i nostri bacini.

Infilò la testa nell'incavo del mio collo.

Ammetto che questo gesto mi strappò un sorriso.

"Non voglio alzarmi." disse; nonostante non potessi vederlo, immaginai il suo viso impastato dal sonno, imbronciato.

Lo strinsi a me, e cominciai a carezzargli i capelli.

"Neanche io, ma dobbiamo lavorare. Quindi alza il tuo bel culetto, e vai a lavarti." dissi.

Lo sentii sorridere sulla pelle del mio collo.

"Che c'è?" chiesi sorridendo a mia volta.

"Hai ammesso che ho un bel culo." disse lui, con un tono di voce soddisfatto.

"Nulla di nuovo, no?" chiesi cercando di smorzare il mio imbarazzo.

Ci fu qualche secondo di silenzio.

"Harry?" chiese.

"Dimmi Lou."

"Non hai i boxer, vero?" chiese nuovamente.

E in quel momento mi accorsi che il mio amichetto -non tanto simpatico- aveva deciso di svegliarsi.

Dannato Louis e dannato il suo sedere perfetto.

"Okay. È arrivato il momento di alzarsi." spostai il suo braccio, approfittando della sua distrazione e mi alzai dal letto.

"Beh, non sei l'unico che ha voglia di alzarsi a quanto pare." disse ridendo.

They Don't Know About Us|| Larry StylinsonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora