CAPITOLO 3

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Non c'è risveglio migliore, se non quello tra le braccia dell'uomo che si ama.
Mi stringe forte a lui, con il petto attaccato indissolubilmente alla mia schiena. Il respiro che mi solletica leggermente alla base del collo.
Mi sento appagata, grata, di tutta questa felicità che straborda da ogni parte di me.
Mi giro lentamente, facendo attenzione a non svegliarlo, gli scosto i capelli dalla fronte.
È splendido, anche quando dorme. Disegno lievemente con le dita i lineamenti del suo viso, perdendomi nella sua perfezione, come se fosse stato realizzato con il pennello.
Come ho potuto stare lontano da lui per tutto questo tempo?
Mi sono aggrappata con forza alla voglia di cambiarlo, e probabilmente l'errore più grande è stato questo. Non bisogna concentrarsi nel cambiare la persona che si ama, ma amarne anche i suoi limiti. Ed io, con Claudio, questo non l'ho fatto.
Le sue palpebre iniziano a schiudersi lentamente, rivelando un oceano blu in cui immergersi è facile come respirare. O forse anche di più.

"Buongiorno Sacrofano."

La sua voce impastata dal sonno ha un non so che di adorabile.

"Buongiorno a te."

Si tende a poggiare le sue labbra sulle mie, aggiungendo la ciliegina su questo risveglio già magico. Il bacio, da dolce che era, si tramuta presto in qualcosa di più profondo, che sfugge al controllo di entrambi. Amo la sua passionalità, il modo in cui si lascia andare con me senza nessun freno.
Improvvisamente si alza, abbandonando il confortevole tepore delle coperte, trascinandomi con se. Mi carica sulle spalle senza alcuna esitazione, ed i miei pensieri corrono immediatamente alla notte del Congresso.
La nostra prima notte insieme.
A lui che, proprio come ora, mi aveva portato nella mia stanza, dove ci eravamo amanti fino alle prime luci del mattino.
Io lo amavo già da allora, anche se ammetterlo a voce alta mi faceva paura. Mi ero scoperta una persona che era in grado di tradire, e questo mi aveva destabilizzato. Ma i sentimenti che nutrivo e che nutro per CC, sono sempre stati più forti di ogni altra cosa.
Ed aveva ragione lui, quando mi disse che tutte le notti che avremmo potuto trascorrere insieme, sarebbero state belle come la prima, o anche di più.
Arrivati in bagno, i miei piedi tornano a toccare terra. I nostri occhi e sorrisi divertiti, mi fanno sentire leggera come una piuma.
Apre il getto dell'acqua della doccia, regolando la temperatura. Dopo essersi liberato dei pantaloni della tuta indossati ieri sera, mi conduce nel box insieme a lui.
La nostra prima doccia insieme.
Mai, avevo immaginato che l'acqua potesse regalare sensazioni così piacevoli. Ma forse è esclusivamente merito di CC.
La camicia che indosso, ormai zuppa e trasparente, aderisce perfettamente alle curve del mio corpo. Ed è una visione che gli occhi desiderosi di Claudio sembrano apprezzare enormemente. Affondo le dita tra i suoi capelli bagnati, e lui istintivamente mi stringe più forte. Mentre l'acqua scende copiosa sui nostri corpi, ci dedichiamo l'una all'altro, donandoci baci e carezze indimenticabili.
Riesce a farmi sentire completamente sua.
Le sue mani raggiungono ogni centimetro della mia pelle, creando una scia infuocata, facendomi tremare dal piacere e della voglia di averlo.
Dopo un tempo incalcolabile e indefinito, Claudio chiude il getto della doccia, dedicandosi a sbottonare la sua camicia che è ancora su di me. Lo lascio fare, assaporando il tocco lieve delle sue dita. Quando la camicia raggiunge i nostri piedi, arrossisco sotto il suo sguardo penetrante. Lui fa un sorrisetto compiaciuto, consapevole di ciò che mi sta smuovendo dentro.
Usciamo dalla doccia tenendoci per mano. Lo osservo rapita mentre si avvolge un asciugamano sulla vita, un'immagine che non ha bisogno di parole. Trasuda sensualità.
Prende il suo accappatoio blu dall'attaccapanni. Lo avvolge attorno alle mie spalle, aiutandomi ad indossarlo. Profuma di lui. Un profumo che mi fa perdere la testa. Le sue mani si muovono sicure sopra di me, come se compissero questi gesti ogni giorno.
Riesce a farmi sentire una bambina. Una bambina di cui lui si sta prendendo cura con estrema attenzione.
Mi ritornano in mente le sue parole, pronunciate la sera del Congresso, durante la cena.

"Sei una bambina. Sei tenera, come una bambina..."

Siamo seduti a fare colazione al tavolo della cucina, a tenerci compagnia, gli avanzi della cena di ieri sera. Del resto, lungo il pavimento del corridoio giacciono ancora i nostri vestiti, abbandonati a loro stessi.
Non credevo che Claudio potesse sopportare così pacatamente un po' di disordine. Al momento ci troviamo entrambi su un altro pianeta, ma so che presto tornerà in sé, e ogni singolo oggetto riprenderà il suo posto.
Stiamo mangiando insieme una confezione di Oreo, i biscotti preferiti di CC. Sto sbriciolando un po' ovunque, anche sulla tuta che mi ha prestato, ed ancora non ha iniziato una delle sue solite invettive.
Forse dovrei preoccuparmi. Forse dovremmo parlare.

"Temevo di averti persa per sempre..."

Ammette improvvisamente, spezzando il silenzio che si era venuto a creare. Il mio comportamento l'ha ferito, ed io non me ne sono curata. Ho pensato solamente a quelli che erano i miei desideri, rilegando i suoi in secondo piano. E nonostante all'inizio di questa discussione, che ci trasciniamo dietro da settimane, la ragione poteva in una certa misura appartenere a me, andando avanti l'ho persa.
Certe sue frasi preferirei ardentemente riuscire a dimenticarle, ma non possiamo continuare a nascondere la testa sotto la sabbia, e risolvere i nostri problemi sempre dentro un letto. Per quanto sia comunque meraviglioso.

"Scusami, ho esagerato..."

Gli dico in un filo di voce, iniziando a giocare con l'elastico dei pantaloni, incapace di sostenere il suo sguardo.

"Abbiamo esagerato entrambi Alice."

"Ti ho fatto soffrire, mi dispiace... Ero concentrata nell'averti come volevo io..."

L'ho detto, scoprendo nuovamente le carte. D'altronde sento che ieri abbiamo varcato un confine nuovo, spingendoci in una terra inesplorata.

"E come mi vuoi?"

È raro, per noi, parlare di questioni così importanti senza urlarci contro.

"Io voglio tutto, non riesco più ad accontentarmi di essere 'il resto' per te..."

Dico tutto d'un fiato.
Quando aveva utilizzato quell'espressione, definendoci 'il resto', mi ero sentita morire. Io avrei impiegato un termine completamente diverso, molto probabilmente 'il tutto'.

"Voglio stare con te alla luce del sole..."

Aggiungo, nella speranza che la sua posizione in merito sia cambiata, anche solo un po'. Proverei del dolore fisico a stare ancora lontano da lui, soprattutto dopo queste ultime ore, in cui ci siamo lasciati totalmente andare.
Poggia la sua mano sotto il mio mento, costringendomi ad alzare il viso.
I nostri occhi si ritrovano.
Mi invita a sedermi sulle sue gambe, e non me lo lascio ripetere due volte. Sto così bene tra le sue braccia.
Fa dei respiri profondi, come per soppesare ciò che sta per dirmi.

"Proviamo... Noi funzioniamo Alice..."

Sento le sue braccia stringersi con più forza attorno al mio corpo, mentre il suo volto si insinua tra i miei capelli, iniziando lentamente a baciarmi il collo. Ho consumato notti e sogni a immaginare questo momento.
Sorrido, come mai mi era capitato nella vita. Un sorriso che si impadronisce di ogni parte di me.
Lo bacio, scoprendo il sapore della felicità. Quando le nostre labbra si separano siamo entrambi senza fiato.

"Io non so se riuscirò mai ad essere come tu mi vuoi, ma se continui a sorridere così, per me va benissimo!"

Ed io continuo a sorridere.

L' allieva - Lo sento, FUNZIONIAMO❤️Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora