CAPITOLO 19

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Mi sveglio di soprassalto, non ricordando neppure di essermi accocolata sul divano.
Nel dormiveglia, capisco che è sera.
Sul tavolino davanti a me noto un post it giallo.

"Sono andata a teatro, ci vediamo domani dormigliona!"

Dovrei prendere esempio da Cordy qualche volta. Uscire e stare in giro fino al mattino, invece di continuare a deprimermi abbracciata a un cuscino morbidoso.
L'unica nota positiva è che ho la casa tutta per me. Il che significa che posso immergermi in una maratona senza sosta di Friends, accompagnata obbligatoriamente da una vasta gamma di cibo spazzatura.
Indosso quello che è ormai a tutti gli effetti il mio pigiama preferito. Ovvero quello con gli orsetti, che portavo la prima volta in cui io e Claudio ci siamo incontrati a Sacrofano.
Se proprio devo deprimermi, meglio farlo in grande stile.
Un paio di episodi e un pacco di pringles dopo, suonano alla porta.
Il mio primo pensiero è che Cordelia abbia discusso con qualcuno, e sia tornata a casa in preda a un pianto isterico, per via della quale non tenta nemmeno di cercare le chiavi nella borsetta. Avvenimento tratto da una storia realmente accaduta.
Invece con in mano una cartellina blu a coprirgli il volto, davanti a me c'è lui.

"Ho pensato che magari volessi dargli un'occhiata prima che la consegni a Calligaris."

Mi dice, così dolcemente che la sua voce sembra fuoriuscire direttamente dal buio della notte.
Prendo la perizia, restando come ogni qual volta catturata dal suo sguardo magnetico, riuscendo comunque non senza difficoltà a chiudere la porta alle nostre spalle.

"Scusa..."

Mormora in un sussurro quasi impercettibile.
Nell'aria percepisco la gioia del ritrovarsi, unita alla fragranza del suo profumo, che per me è diventato l'odore di casa...
Non c'è tensione. Stranamente nessuno di noi due è sul piede di guerra.
Mi sento avvolta da un senso di pace, come se finalmente ci fossimo lasciati la tempesta alle spalle.
E poco importa, se in realtà dovrei essere arrabbiata con lui. Ora che è qui, davanti a me, i miei sentimenti perdono qualsiasi confine esistente. È inutile anche solo tentare di racchiudere le emozioni in dei compartimenti.
Poso le scartoffie sul mobile del corridoio e mi allungo per raggiungerlo.
Le nostre mani si trovano, e in un istante le sue braccia mi avvolgono, cullandomi al suo petto.
Le sue labbra mi cercano con trepidazione, lasciandomi piccoli baci sul collo, sul mento, finché non trova la mia bocca.
Mi bacia dolcemente, incurvando poi le sue labbra in quel sorriso sghembo che mi fa sempre battere forte il cuore.

"Devo ammettere che ero preparato ad una rivolta, e invece... Sto seriamente valutando di farti infuriare più spesso."

"Non provocarmi!"

Scherzo, dandogli poi un altro bacio.

"D'accordo.."

Sussurra contro le mie labbra, intrecciando poi le dita nei miei capelli.
I nostri respiri si fanno presto irregolari, ed io vorrei che fosse sempre così tra noi.

"Parliamo..."

Propone, mentre la sua lingua percorre leggera il contorno delle mie labbra. Prima che potessi anche solo provare a concentrarmi per formulare una risposta di senso compiuto, la sua bocca inizia a sfiorarmi delicatamente il collo.
Poi, come se fosse il gesto più naturale possibile, ci sediamo sul divano l'uno accanto all'altra.
Il mio respiro è ancora ansimante per colpa dei suoi baci, eppure lui fortunatamente non sembra rendersene conto. Fissa il tavolino con uno sguardo tra il divertito e il disgustato, osservando le schifezze che avrebbero dovuto allietare la mia presunta serata in solitaria.

"Non ti aspettavo."

Gli faccio notare, nel momento in cui riporta i suoi occhi su di me.

L' allieva - Lo sento, FUNZIONIAMO❤️Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora