CAPITOLO 4

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Un fine settimana indimenticabile, accanto a un uomo incredibile.
Di giorni e di notti insieme, ne avevamo trascorsi tanti, ma mai con la consapevolezza di stare veramente Insieme. Essere coscienti di questo, ha fatto la differenza per entrambi.
Abbiamo passato il tempo guardando film accoccolati sul divano, su cui è severamente vietato mangiare. CC è stato categorico su questo, conscio del mio incalcolabile livello di sbadatagine.
Ci siamo cibati di pizza e schifezze varie, per la mia gioia. Dopo un iniziale atteggiamento diffidente, Claudio ha accolto con discreto entusiasmo le mie abituali tendenze alimentari. Infondo, il cibo non era in cima ai nostri pensieri.
Ci siamo chiusi per due giorni, dentro la bolla generata dai nostri sentimenti, incuranti del mondo esterno. Non abbiamo parlato apertamente di come ci comporteremo in Istituto o altrove. Ho deciso di cambiare atteggiamento, smettendo di fargli pressioni. Tra di noi andrà come deve andare. Ho sempre creduto nel grande amore, e so con assoluta certezza di averlo trovato in lui, ma devo smettere di comportarmi come la volubile protagonista di un romanzo rosa. Lui non se lo merita.

"Forse, stasera, dovrei tornare a casa mia..."

Siamo abbracciati sul suo caro divano in pelle bianco, guardando un film di cui non ricordo il titolo, ne tanto meno la trama, troppo impegnata a schiacciare un pisolino sul suo petto, comodo più di un cuscino.
Al suono delle mie parole, il suo volto assume un'espressione corrucciata e confusa, come se non ne comprendesse il senso.

"E perché mai dovresti farlo?"

Mi domanda, assumendo un tono quasi di sfida.

"Perché ho con me solo i vestiti che indossavo venerdì, e domani farei sicuramente tardi in istituto per passare da casa a cambiarmi, come sempre."

Del resto, quanti ritardi ho accumulato nei mesi scorsi proprio per questa ragione? Decisamente troppi. Oltretutto, odio continuare a fornire su un piatto d'argento, opportunità per rimproverarmi alla Wally. Quest'ultima, puntuale come un orologio svizzero, ha preso l'abitudine di aspettarmi al varco ogni mattina. A volte mi domando come impiegherebbe il suo tempo, se non ci fossi io alla sua completa mercé.
Il suo sguardo pensieroso mi incuriosisce, cosa darei per poter vagare anche solo un po' nella sua mente.

"Sacrofano, io avrei un'idea migliore."

L'ombra che poco prima incupiva i suoi occhi scompare, lasciando spazio a un luccichio che lo rende seducente più del lecito.
Ci alziamo a sedere sul divano, l'una di fronte all'altro. Mi sposta una ciocca di capelli ribelli dietro l'orecchio, un gesto che da quando ci conosciamo avrà compiuto un'infinità di volte. Eppure, il mio cuore, accelera il battito come se fosse sempre la prima volta.

"E sarebbe?"

La sua espressione divertita solitamente non promette nulla di buono. Nonostante stavolta...

"Andiamo a casa tua, prendi dei vestiti da lasciare qui, ti libero un paio di cassetti nell'armadio."

Impiego qualche secondo per comprendere ed assimilare appieno il significato delle sue parole. Probabilmente sto ancora dormendo, e questo non è altro che un sogno frutto della mia fantasia, che galoppa a briglie sciolte. Non può esserci altra spiegazione.

"Sei vero?"

Lui si pizzica giocosamente la guancia con le dita, come a volermi dimostrare che si, è vero.

"Ti ricordo che il mese scorso non tolleravi neanche la presenza del mio spazzolino in bagno!"

Lo aveva addirittura portato con sé in istituto per potermelo rendere. Ed io, imperterrita, glielo avevo lasciato nel portapenne sulla scrivania.
Da quel momento, un'escalation di battibecchi e dispetti.

L' allieva - Lo sento, FUNZIONIAMO❤️Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora