CAPITOLO 14

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Sento nascere dentro di me l'istinto di aprire gli occhi. È mattina, una nuova giornata, che sorge sulle ceneri disastrose di quella di ieri.
Allungo istintivamente il braccio sulla sua parte del letto, ma la trovo vuota, oltre che perfettamente intatta. Segno che stanotte non ha dormito con me.
Noto un biglietto sul cuscino, fortunatamente era da tanto che non me ne lasciava uno.

"Ci vediamo in Istituto. Claudio."

Poche parole, da cui emerge tutta la freddezza che sembra averlo divorato.
Oltretutto ieri sera, tra un pianto e l'altro, ho dimenticato di puntare la sveglia. Il telefonino, dove ovviamente non ci sono messaggi o chiamate da parte di CC, segna le 8,15. Il che significa, che potrei arrivare puntuale in Istituto soltanto se fossi in grado di materializzarmi magicamente alla mia postazione.
Non ho neanche il tempo di fare una doccia e di truccarmi, nonostante il mio viso abbia un bisogno disperato di essere nascosto sotto un trucco molto pesante. Ma devo, in qualche modo, provare ad arginare lo spaventoso ritardo con cui arriverò nel mio personale Tempio delle Umiliazioni.
Recupero i primi vestiti che vedo sporgere dallo zaino, che giace tristemente abbandonato sul pavimento accanto al letto, legando poi i miei capelli ribelli in uno chignon improvvisato.
Sul tavolo della cucina c'è ancora la bottiglia di whisky, per fortuna ancora abbastanza piena...
Nel trambusto generale di ieri sera ho perfino dimenticato di cenare, e la dispensa di Claudio non ha nulla di appetitoso o invitante, eccetto la confezione dei suoi preziosi biscotti Oreo. Ripiego su una mela che mangerò strada facendo, consolandomi con il pensiero di un pranzo abbondante, che temo dovrò consumare senza la compagnia di Claudio...



Approdo trafelata in Istituto, con il fiato corto per via della corsa, a cui purtroppo si è aggiunta anche l'immancabile scalinata. In questo ultimo periodo, non ho affatto avvertito la mancanza dei mezzi pubblici, eccessivamente gremiti e maleodoranti, che inevitabilmente hanno contribuito a peggiorare il mio già pessimo aspetto e umore di oggi.
La tentazione di irrompere nel suo studio è forte, e reprimerla mi costa non poca fatica.
Mi guardo furtivamente intorno, sperando con tutta me stessa che il mio ingresso passi inosservato. Ho quasi raggiunto la meta, quando la voce stridula della mia nemesi personale, si riversa maligna su di me.

"Allevi, mi era sembrato di capire che sarebbe arrivata sempre puntuale d'ora in poi."

Sicuramente avrà notato la mia assenza, appostandosi poi all'ingresso, per cogliermi di soppiatto come suo solito.

"Ha ragione professoressa, mi scusi."

"Vada ora, ha già perso fin troppo tempo."

"Certo professoressa, arrivederci."

Tiene i suoi occhietti acquosi e perfidi incollati sulla mia figura, fin quando entrando in sala specializzandi scompaio, con mio sollievo, dal suo campo visivo.

"Alla buon ora!"

"Buongiorno anche a te, Lara."

La saluto, devastata da una giornata che non promette affatto bene. Mi lascio cadere esausta sulla mia sedia girevole, dopo aver indossato il camice stropicciato come sempre.
La presenza di Scanner mi infastidisce fino all'inverosimile, in quanto la considero colpevole di aver generato questa situazione ingarbugliata tra me e Claudio. Fatico ancora a capacitarmi che possa aver compiuto un gesto così ignobile nei miei confronti.
"Homo homini lupus". Avrei dovuto ascoltare i dubbi e le perplessità di Cordy e Claudio.
Comincio svogliatamente a lavorare, dovendo portare a termine uno dei soliti compiti ingrati targati Wally, nel tentativo di ignorare il fatto che Scanner stia condividendo la mia stessa aria, inquinandola con il suo subdolo respiro.
Al rintocco dell'ora che segna l'inizio della pausa pranzo, Claudio fa uno dei suoi soliti ingressi trionfali nella nostra stanza.
Ovviamente non mi degna di uno sguardo, nel mentre che consegna una busta sigillata a Paolone.

L' allieva - Lo sento, FUNZIONIAMO❤️Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora