CAPITOLO 6

4.1K 104 28
                                    

Più tempo trascorrevo al suo fianco, più si radicava in me la convinzione che Claudio fosse il genere di persona a cui era impossibile abituarsi. Lo guardavo, incapace di smettere di essere stupefatta dalla sua grazia e bellezza.
Non mi curai di chiedergli dove fossimo diretti, in quanto ero troppo rapita da lui. Dal suo modo di fare.
Trovò un parcheggio parallelo al marciapiede, dove si infilò senza sforzo, al primo tentativo. Al contrario, io avrei dovuto eseguire infinite manovre.
Guardai fuori dal finestrino e vidi l'insegna dell'Hotel Eden. Sentii la portiera che si apriva, voltandomi lo vidi scendere. Stranamente districarmi dalla cintura di sicurezza richiese meno tempo del solito, ma lui fu ugualmente più rapido di me, aprendomi ancora una volta la portiera. Gesto su cui stavo iniziando a prendere gusto.
Sfoderó un sorriso trionfante che mi tolse il fiato, confermandomi che mai sarei riuscita ad abituarmi a lui.

"Un albergo?"

Gli chiesi, mentre camminavamo mano nella mano lungo il marciapiede, sotto la flebile illuminazione dei lampioni. Quante volte avevo sognato di vivere un momento come questo?

"Sacrofano ti informo che anche gli hotel sono provvisti di ristorante, e si dia il caso che questo sia ottimo."

"Certo che lo so!"

Purtroppo le mie parole non suonarono del tutto credibili, come testimoniava il suo sorrisetto sagace.

"Vieni, andiamo."

Tramite l'ascensore raggiungemmo il ristorante, che si trovava all'ultimo piano dell'hotel. Mi resi subito conto di non indossare l'abito adatto, che non solo stonava con l'impeccabile smoking di CC, ma soprattutto con quella sala lussuosa.
Quando timidamente glielo feci notare, la sua risposta non mi fu affatto di conforto.

"Credevi che ti avrei portato a cena in una fraschetta?"

Ci venne incontro una giovane cameriera bionda molto poco naturale, e con una gonna a mio avviso troppo corta. Rivolse a Claudio uno sguardo che potevo ben capire. I suoi occhi indugiarono su di lui un attimo più del necessario, riservandogli un'accoglienza un po' troppo calda del dovuto.

"Buonasera Dr Conforti, l'accompagno al suo tavolo."

Dalle sue parole dedussi che CC fosse un cliente abituale, magari aveva già portato qui altre ragazze. Mi sforzai di credere che fosse improbabile, vista la sua scarsa attitudine a certi tipi di serate.
Vidi gli occhi della ragazza soffermarsi un istante su di me, forse soddisfatta del mio essere così poco appariscente.
Ci guidò verso il nostro tavolo, in quella che doveva essere la sala principale. Il cuore mi balzò in gola, non ero mai stata in un luogo del genere. La luce soffusa e le ampie vetrate, regalavano una vista mozzafiato su Roma. L'incanto sul mio viso doveva essere più che palese. Non avrei mai immaginato che Claudio potesse portarmi in un posto così magico e indubbiamente romantico.
La tavola era apparecchiata elegantemente, con delle candele profumate accese.
La cameriera ci invitò a prendere posto, porgendoci il menù. Si allontanò facendo svolazzare la coda da cavallo, ricordandomi vagamente Ambra, l'Ape Regina.

"Hai fatto colpo sulla cameriera..."

Lo canzono, pentendomene però subito dopo, rendendomi conto di essere stata fuori luogo. Del resto, non l'aveva degnata di uno sguardo, diversamente da come avrebbe fatto in tempi per fortuna lontani.
Mi osservò per qualche secondo, prima di rispondere.

"Non è su di lei che intendo far colpo."

Restai a bocca aperta, sorpresa. Claudio aveva fatto colpo su di me sin dal primo istante. Proprio come stasera indossava uno smoking, mentre io il pigiama con le paperelle di quando avevo dodici anni.
Ricordo di aver pensato che con la sua bellezza potesse essere in grado di risvegliare i morti, o di spostare l'aria camminando.

L' allieva - Lo sento, FUNZIONIAMO❤️Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora