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"Dorme sempre così tanto?" domando Kyoka, guardando Yuri addormentata al fianco di Todoroki, che leggeva tranquillo un libro in quel raro momento libero che aveva.
L'albina aveva provato a leggere un po' con lui, ma faceva fatica a stare al suo passo e spesso annotava su un quadernino colorato le parole che non conosceva e i loro significati, oltre che i Kanji e che Shouto le spiegava.
Aizawa, anche lui in un raro momento di riposo, guardò la ragazza.
"Non si è capito il motivo, ma ha una scarsa riserva di energia... Non abbiamo assolutamente idea di cosa le abbiano fatto in quel laboratorio..." la violetta osservò tristemente la più piccola.
"Sensei, il test del dna ha dato risposte su chi siano i suoi genitori?" domandò ancora, colpita da un barlume di speranza.
"Il suo dna è tutto sbagliato... - l'alunna guardò confusa il suo professore, che sospirò- si pensa persino che i suoi Quirk non li abbia dalla nascita... neppure i capelli ed il colore degli occhi corrispondo a ciò che vediamo all'esterno. Si sta dubitando che perfino sia relmente nata..." "Cosa intende dire?" chiese Shouto.
"Potrebbe esserci la possibilità che è stata creata in laboratorio." "Ma questo è realmente possibile?"
Possibile o impossibile, ancora non si capiva chi fosse quella fragile ragazza, fosse nata o creata... i dubbi assalivano sempre più i ricercatori che si occupavano del caso disperato della piccola.
E non erano i soli.
Bakugo Katsuki non stava capendo più cosa provasse, si sentiva emotivamente fragile ma abbastanza forte fisicamente da arrostire una montagna, pur di poter stare anche solo affianco a Yuri.
Il comitato presidenziale della Yuei ancora non sapeva se avessero fatto le scelte giuste o no.
I Villain avevano il dubbio che la loro nuova pedina gli avesse sputato un sacco di balle.
E Yuri? La dolce Yuri che dormiva con la testa appoggiata al figlio dell'eroe Endeavour? Lei non stava capendo già da un po', nulla di nulla, ma un sorriso bastava per lasciar stare ed andare comunque avanti, tentando di reggersi in sulle proprie gambe con le mani ben salde in quelle delle persone che le volevano bene.
Perché non si sarebbe tenuta a loro, sapeva bene, che sarebbe caduta e la possibilità che si sarebbe rialzata erano così poche che nemmeno ci credeva.

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