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"non reagisce."
"sicuri sia lei?"
"nemmeno Hawks è riuscito a farle aprire bocca."
"Lo sappiamo che non ci sono riuscito."
"Non provare neanche ad aprire agli studenti quella porta, neanche a Mirio o Midoriya e specialmente a Bakugo." sentiva tutte quelle voci, le discussioni nella sua testa, di fronte a lei quel budino al cioccolato.
Un vaso di fiori rossi portati da chi sa chi sul mobiletto affianco al suo letto di ospedale e Endeavor, Hawks, Present Mic, Eraserhead ed il preside Nezu che la guardavano preoccupati.
Parlavano, ma non pareva li sentisse, continuava a fissare un punto indefinito della stanza.
"Bakugo? Il ragazzo esplosivo giusto? Perché proprio lui no, non credo gliene freghi molto di questa poveretta." Disse Hawks con un mezzo sorriso, seduto sul letto.
Era arrivato da pochi minuti ed ora si era seduto lì.
"Credo abbia sviluppato una particolare emozione per Yuri." i capelli bianchi, puramente bianchi ora, si mossero leggermente.
"Hey è normale che faccia così caldo vicino a lei?" domando il più giovane dei Pro-Hero.
"Attento che non ti mandi a fuoco le ali." il ragazzo guardò un attimo il suo piumaggio, rosso, poi si girò di nuovo verso la ragazza sospirando annoiato.
Si chiedeva perché fosse andato a Tokyo, non programmava questo ritorno, così presto, ma se ne sarebbe andato quella stessa sera.
I più anziani si girarono parlando a bassa voce tra di loro, mentre il ragazzo e Yuri rimasero esclusi.
Il biondo li guarda senza troppo intere.
Ad un tratto, Hawks si girò veloce verso l'albina, sentendo come qualcosa gli toccasse le ali in modo delicato e dolce, ma più per attirare la sua attenzione che per toccare le piume.
"Si?" chiese, ma nella sua mente si fece largo la damanda: e se questa ragazza non lo sentisse?
Pareva totalmente persa nella sua mente mentre toccava le sue piume.
Gli occhi rossi erano spaesati.
Si guardo attorno ed individuò una lavagnetta con dei pennarelli.
Si alzò e la prese, lasciando Yuri alcuni secondi con la mano sospesa nel vuoto.
Non ci dovette pensare molto, disegnò una faccina sorridente e sotto un 'hey sveglia, aspettiamo solo te' ma la ragazza non reagì.
Sbuffò e poggiò via il tutto.
Poi, la malsana idea di contraddire ciò che aveva detto Aizawa e portare Bakugo da lei, attraversò la sua mente.
Ma il Hero non sembrava volesse andarsene in fretta, anzi, rimase più tempo di quello che aveva previsto.
La sera, Yuri finalmente era rimasta sola con il Pro-Hero alato che con enorme difficoltà era riuscito a prendere Katsuki Bakugo e portarlo lì.
Gli aveva sbraitato addosso chi sa quante volte all'inizio, ma poi, quando gli fu spiegata la situazione, si zitti immediatamente.
"oh oh! Abbiamo un innamorato tra noi!" non aveva perso tempo per punzecchiarlo il più grande, permetrendo al biondo di avere un motivo per lanciarli contro altri insulti.
Ma non dette molto tempo a quella sua abitudine, entrò nella stanza dove Yuri era tenuta.
L'albina non alzò neanche lo sguardo.
"Cos'ha?" chiese, calmandosi visibilmente, Hawks entrò dietro di lui.
"Boh, è così da quando l'ho trovata." il biondo si girò verso l'altro dicendogli con lo sguardo di andarsene, il Hero alzò le mani in segno di resa ed uscì.
"Hey" sussurrò Katsuki, la voce gli mancava per qualche ragione.
Si avvicinò al letto, osservando la ragazza.
"Hey, mi ricordi?" domandò con la sua voce roca, impastata di emozioni.
Si sedette sul letto e poggiò una mano sulla sua testa, Yuri tremò.
Katsuki si avvicinò ulterriormente e la abbraccio delicato, molto delicato, il quirk della ragazza si disattivò per qualche ragione all'odore del ragazzo, quello strano profumo agrodolciastro con cui le piaceva essere avvolta.
"Bakugo" sussurrò. Una volta, poi due. Piu forte, sempre più forte. Stringendo la sua maglietta ed affondando il viso nel suo petto.
Non era un sogno, lui non era un sogno, era la realtà.
Strinse la sua maglia lasciandosi  andare contro di lui, sapendo che era anche Katuski con le lacrime agli occhi pronte a scivolare.
Pronte a tradirlo e a far capire a Yuri, che si sentiva dannatamente in colpa, si sentiva frustrato e pesante, indegno e pessimo, imperfetto; pronte a farle capire che aveva pianto per lei come non avrebbe dovuto fare.
"Katsuki..." sussurrò lei, mentre sentiva lo sguardo di più persone accalcarsi su di loro.

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