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"Hey." Yuri si alzò e corse verso l'azzurro, andando dietro di lui e scringendo la sua maglietta tra le mani.
"non l'hai ancora cambiata? Cosa non hai capito di"'Usciamo di nuovo'? E rimettiti la giacca, fai ancora più cagare mostrando la tua merdosa pelle bruciata." il corvino prese da terra i vestiti e guardo Yuri.
"Oseresti ancora parlarmi in quel modo, vero piccoletta?" chiese, l'albina, ancora tremante si strinse nella felpa.
"tch...vedi di fare in fretta." si allontanò e spinse la ragazzina dal corvino che le dette un'altra felpa e un capello.
Rise, quando sfiorando la sua vita la ragazza gli allontanò in malo modo e con poche forze la mano.
"hai coraggio da vendere, -si avvicinò al suo orecchio- vedremo quanto ne avrai dopo."
La ragazza si alzò tirata da lui e andarono da Tomura, uscí con lui dalla vecchia villa ed andando verso la città.
Camminavano lenti, Yuri, come già detto, non aveva le minime forza
In poco tempo, il leggero brusio profotto da macchine e persone che camminavano nella bella serata si alzò, andando quasi a confondere Yuri. Ma non era Tokyo, non riconosceva quei palazzi e quelle strade, quelle macchine, la stessa gente pareva diversa.
Era in un'altra città.
Ma nella sua mente, si stagliava solo l'immagine che tra pochi secondi le sarebbe comparsa agli occhi nella realtà.
Ed eccola, finalmente, la sua salvezza: Tomura che per un secondo mollava la presa starnutendo e Hawks in una di quelle rare ronde che usciva dall'angolo ed i suoi occhi d'oro incontravano quelli rossi come le rose in primavera di Yuri.
Sapeva bene chi era, anzi, gli avevano fatto sapere chu fosse.
"Yuri?" Tomura strinse la sua mano, ma era troppo tardi, stava sfuggendo da lui. Per poco il quinto dito non tocco la pelle della ragazza dagli occhi sgranati, che stava spingendo il suo corpo verso il suo salvatore. L'Hero la prese tra le braccia, anzi, lei si fiondò contro di lui con tutto il suo peso, ed il Villain non poté che darsela a gambe in fretta, imprecando e sperando solo che tutto andasse secondo i piani nonostante l'inconveniente.
Il giovane Pro-Hero stava per andare dietro di lui ma la ragazza, con sguardo freddo e pieno di lacrime  che scivolano sul suo viso come gocce di pioggia, lo blocco tenendolo stretto a se.
Sapeva cosa sarebbe successo, tutte le poche varianti le conosceva a memoria, eppure non lo mollava, non riusciva.
"No, p-per favore. No..." sussurrò stringendosi a lui.
Il ragazzo alzò gli occhi sulla magra figura che svoltava veloce l'angolo ma la stretta al cuore che provo fu qualcosa che lo spinse a non muoversi da lì.
Ad inginocchiarsi ed abbracciare quella povera ragazza che piangeva a dirotto.
A cambiare per un po' il suo carattere, e rivolgere le sue attenzioni solo ed esclusivamente a lei.
A quella piccola anima fin troppo fragile per riuscire a sopportare quella vita e che si stava distruggendo al posto del suo corpo, cercando di portarla allo sfinimento, alla fine del dirupo. Di farla cadere, non farla mai più tornare.
La sua vita stava andando come quella di una farfalla, era rinata ma stava morendo dopo troppo poco tempo.
"Torniamo a casa, dai." la tirò su a fatica, Yuri faticava a stare in piedi, anzi, le era quasi impossibile.
Era un peso morto.
Ma in un modo o nell'altro se la cavarono a tornare.
Yuri strinse tutto il tempo il corpo del ragazzo a se, o meglio dire, tenne i lembi del suo cappotto chiaro con le mani che tremavano tutto perché non riusciva a credere che stava accadendo realmente, nell'ambulanza, la stavano riportando a casa.
Finalmente.

Just An Experiment 2Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora