Prologo: "Di Lagne E Impicci"

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«Il problema è che Silvia vuole andare alla festa di Nathan perché c'è Edoardo!» Eva alzò gli occhi al cielo pronunciando il nome del ragazzo.
Tutti al tavolo sbuffarono. Conoscevano fin troppo bene l'ossessione che Silvia aveva per il riccio, ossessione che nonostante il modo in cui questo l'aveva trattata ormai un anno prima non sembrava destinata a terminare.

«Ancora con questa storia?» chiese Niccolò appoggiando un braccio sulla spalla di Martino. «Non è un po' malsana questa ossessione? Lo dico per Silvia. Non può continuare a strisciargli dietro come un cagnolino!»

«Niccolò ha ragione. Dobbiamo fare in modo che Silvia si dimentichi di Edoardo!». Sentendo le parole di Eleonora, Eva le rivolse uno sguardo incredulo. Insomma, lei per prima era a conoscenza degli infiniti tentativi che avevano fatto per cancellare il ragazzo dai pensieri dell'amica! Le avevano fatto conoscere decine di ragazzi, l'avevano trascinata a tutte le feste del loro liceo e le avevano persino organizzato un appuntamento combinato con un ragazzo carinissimo della radio... Ma tutto era stato inutile. Per Silvia sembrava esistere soltanto Edoardo.

«Ragazzi, a me sembra molto semplice la cosa.» disse ad un tratto Giovanni, attirando su di sé gli sguardi degli amici. «Se Silvia non riesce a dimenticare Edoardo, glielo faremo dimenticare noi. Le troveremo un ragazzo, un tipo simpatico che le faccia dimenticare Edoardo!»

«Potrebbe funzionare! Ma c'è un problema... Con chi la facciamo mettere?» Fu Eva a dare voce alla domanda che era sorta nelle menti di tutti.
«Giusto... A chi vogliamo così male?» disse Martino ridendo, guadagnandosi così uno sguardo truce da parte di Eleonora.

Dopo qualche minuto di riflessione, fu Niccolò a trovare la soluzione: «Regà, acchittamola co Elia!»

Eva ed Eleonora si guardarono perplesse: era ormai risaputo che tra Elia e Silvia non corresse buon sangue. Al moro, infatti, la ragazza non andava proprio a genio, e le poche volte in cui i due avevano interagito non era andata a finire bene. Eva ricordava ancora il giorno in cui si era dovuta sporgere dalla finestra del terzo piano per recuperare Osvaldo, dopo che Elia lo aveva appeso all'asta della bandiera per fare uno scherzo a Silvia.

La perplessità delle due ragazze non sembrava però essere condivisa dai ragazzi.
«Geniale!» urlò Giovanni, guadagnandosi uno sguardo stranito da Eva.
«Gio, non so se hai capito... Stiamo parlando di Elia. Il tuo amico. Quello che non ha mai avuto una relazione di più di due ore, che pensa solo al calcio e alla droga...»

Giovanni alzò gli occhi al cielo.
«Guarda che Elia è molto più di questo. È un ragazzo simpatico e quando vuole è molto intelligente. Comunque, nel caso, ho già in mente un piano.»
«E sarebbe?»
«Allora io conosco Elia, e so che c'è un modo per fargli fare qualsiasi cosa. Tu prendi Elia, lo ammazzi di canne, lo inzuppi nel vino e quello non capisce più un cazzo zì. A quel punto ci basterà spingerlo verso Silvia e il gioco è fatto.»

Tutti quanti annuirono, convinti dalle parole di Giovanni.
Il piano era semplice: i ragazzi avrebbero trascinato Elia alla festa di Nathan e lo avrebbero fatto ubriacare. Le ragazze invece si sarebbero occupate di Silvia, tenendola lontana da Edoardo fino all'entrata in scena di Santini.

Cosa sarebbe mai potuto andare storto in un piano così perfetto?

Angolo autrice
Ciao a tutti raggi di sole!
Questa fanfiction nasce da un mio film mentale sulla scena Elippo perfetta, che ho condiviso su Twitter e che ho deciso di trasformare in una fanfiction.
Fatemi sapere se vi piace e se trovate errori segnalatemeli.

Seguitemi su Twitter per vedere i miei scleri, sono @sarastweeetz.

Ci vediamo con il primo capitolo che uscirà... Quando scriverò il quarto!

Sara.

Ora che ti guardo bene//ElippoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora