Epilogo: Sembri proprio come me

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Elia viveva con suo padre da una settimana, e le cose sembravano andare a gonfie vele.

Lui e suo padre, senza sua madre, andavano molto d'accordo. Il signor Santini era comprensivo con il figlio, e soprattutto lo ascoltava quando aveva bisogno di lui.

Anche con i suoi amici tutto procedeva per il meglio. Erano stati molto felici di sapere che aveva chiarito con il padre, e si erano mostrati disponibili ad aiutarlo con la scuola, che aveva un po' trascurato.

Inoltre al suo fianco insieme ai ragazzi aveva avuto anche le Matte, in particolare Fede ed Ele. Ormai i Contrabbandieri e le Matte erano diventati un unico grande gruppo, ed Elia aveva scoperto che Sana era come lui appassionata di storia, che Eva era la compagna di bevute ideale e che persino Silvia sapeva essere divertente quando voleva.

E come se tutto questo non fosse bastato a renderlo il ragazzo più felice della terra... c'era Filippo.

Ormai stavano insieme da tre mesi, ed Elia era ogni giorno più innamorato di lui. Filo era semplicemente speciale, non esisteva un'altra parola per descriverlo, e lui si sentiva come colui che ha ricevuto il dono più prezioso dell'universo.

Proprio quel giorno, per i loro tre mesi insieme, Filippo gli aveva organizzato una sorpresa.

Nonostante Elia avesse tentato in ogni modo di farlo cedere, il più grande era riuscito a tenergliela nascosta fino a quel momento. E ora lui si ritrovava ad aspettarlo in preda all'ansia.

Filippo suonò, ed Elia andò ad aprire.

Il suo ragazzo era bellissimo, forse anche più del solito. Indossava una camicia verde chiaro con delicati motivi bianchi e un paio di pantaloni scuri.

Elia non poté fare a meno di baciarlo.

«Piano, piano!» rise Filippo. «Altrimenti la sorpresa non la vedi più!»

Lo prese per mano e lo portò in macchina. Filippo guidò a lungo, tra le luci di Roma, fino a quando non ebbe lasciato la città eterna alle proprie spalle.

Elia non capiva. Dove lo stava portando?

Viaggiarono per circa due ore, nel silenzio più assoluto. Poi, Filippo fece scendere Elia dall'auto.

Sentì subito il vento tra i capelli, l'odore di salsedine e il verso dei gabbiani.

Filippo lo aveva portato al mare. Ma non era il mare squallido e sporco di Ostia. Era un mare limpido e bello, che catturava gli occhi.

«Ti piace?» sorrise Filippo.

«È bellissimo! Ma dove siamo?»

«Al Circeo. Ci venivo spesso con Ele, quando era piccola.»

***

Era l'appuntamento perfetto. Filippo aveva pensato davvero a tutto.

Il mare, il rumore del vento, la luna che si rifletteva nel mare... Tutto era così perfetto da sembrare irreale.

«Filo... È tutto perfetto. Non dovevi, sul serio.»

«Volevo.» rispose semplicemente Filippo.

E fu allora che Elia decise di farlo.

Voleva che anche per Filippo quella serata fosse unica, speciale.

E ti ricordi com'è che si fa
La vita mescolata insieme e poi divisa di nuovo a metà

Aveva iniziato a cantare, e Filippo lo guardava incantato.

Mentre corriamo in queste stanze
'Sta casa è così grande
Ma che lavoro fa, wow, il tuo papà

Come quando tutto era iniziato.

Ma questa volta, entrambi se lo sarebbero ricordato.

Ti piacerebbe andare sulla Luna?
Portiamo un sacco a pelo
E rimaniamo là

La spiaggia del Circeo non era certo la luna, ma sarebbe andato bene lo stesso.

L'importante era che fossero insieme.

Mentre sul mondo piove forte
Suoniamo un pianoforte
Cantiamo insieme na na na

Filippo aveva iniziato a cantare con lui.

Era tutto perfetto. Era meraviglioso.

Ora che ti guardo bene
Sembri proprio come me
E non so se è un male o un bene
Ma sto meglio insieme a te

E poi Filippo lo baciò. Questa volta non aveva più bisogno di trattenersi.

Elia era il suo ragazzo. Non era più un ragazzino ubriaco e confuso, forse in fondo non lo era mai stato.

Elia era suo ora, poteva baciarlo fino a fargli mancare il fiato.

E lo fece, mentre Elia lo tirava più vicino a sé sulla spiaggia deserta.

Erano solo loro due. Erano sempre stati loro due, Filippo ed Elia.

Loro due contro il mondo, uniti dal loro amore che si era dimostrato essere più forte di ogni difficoltà.

E in poco tempo, la spiaggia si riempì del loro amore, quell'amore che li rendeva una cosa sola, che li faceva sentire bene in ogni momento.

E fu bellissimo. Fu un'ondata di amore e passione capace di cancellare qualsiasi cosa, oltre a loro.

***

«Filo...»

«Dimmi amore.»

«Ogni momento con te è stupendo. Anche ora, che siamo qui sdraiati quasi nudi sulla sabbia, sotto le stelle, io mi sento come se stessimo facendo l'amore anche solo guardandoci. Non so che altro dirti, se non che ti amo tantissimo.»

«Anche io ti amo tantissimo Elì. Ti amo ora e ti amerò per sempre. Sei la mia persona.»

Ed entrambi sapevano che era vero. Si amavano, e l'avrebbero fatto per sempre. Fino alla fine dei tempi.

Perché erano l'uno la persona dell'altro. Si appartenevano.

Si somigliavano in tante cose, ma erano diversi in altre. E forse era per questo che avevano bisogno l'uno dell'altro per stare bene.

Elia Santini e Filippo Sava erano diversi, ma se si guardavano bene, in fondo, erano la stessa cosa.

FINE

Ora che ti guardo bene//ElippoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora