Capitolo 19: di Ricongiungimenti e Felicità

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Ormai erano due settimane che Elia viveva con i Sava, e iniziava a sentirsi un po' in colpa per questa situazione.

Non è che si lamentasse di vivere con Filippo, anzi. Non c'era per lui cosa più bella di dormire ogni notte abbracciato al suo fidanzato, fare colazione con lui e trascorrere con lui ogni momento libero.

Il problema era che Elia si sentiva costantemente un peso per Filo ed Ele, che lo avevano accolto senza lamentarsi e avevano adattato la loro routine perché si incastrasse con la sua.

Inoltre, Elia non aveva un lavoro. Non aveva alcun modo di contribuire alle spese di mantenimento della casa, dato che sua madre non gli dava un soldo.

Elia era consapevole, nonostante tutti gli sforzi che facevano per nasconderglielo, che Filippo ed Eleonora lavorassero duramente per mantenere la casa e uno stile di vita dignitoso. Certo, non avevano le spese condominiali, a cui provvedeva la madre, ma tutto il resto era a carico loro.

Ed Elia si sentiva terribilmente in colpa sapendo di essere l'unico a non contribuire in alcun modo, pur vivendo in quella casa.

Fu così che, tormentato da questi pensieri, una sera decise di confidarsi con Filippo.

«Filo... Io sono contento davvero che tu ed Ele mi abbiate ospitato per queste settimane. Mi avete fatto sentire parte della vostra famiglia, e io non vi sarò mai grato abbastanza per questo. Però io mi sento in colpa... Tu ed Ele lavorate sodo per mantenere la casa, e io mi sento un parassita. Io voglio vivere con te, Filo, sul serio. Però voglio farlo quando potrò contribuire anche io al mantenimento della casa. Voglio vivere con te perché ti amo, non perché non ho un altro posto dove stare.»

Filippo rimase stupito dalle parole del suo ragazzo.

Sapeva benissimo che Elia era un ragazzo molto maturo per la sua età, anche se spesso tendeva a nasconderlo per non sembrare noioso, ma non molti adolescenti sarebbero stati capaci di formulare un discorso tanto profondo e sensato.

Elia era così, era imprevedibile. Proprio quando pensava di averlo finalmente capito, saltava fuori un lato di lui che non si sarebbe mai immaginato.

Elia era una continua sorpresa, e Filippo amava le sorprese.

«Elì... Capisco quello che mi vuoi dire, ed è davvero molto maturo da parte tua. Però c'è un problema: dove potresti andare a vivere? Sicuramente a casa non ci puoi tornare...»

Elia non aveva pensato a questo problema. Per lui era ancora difficile realizzare di non poter più chiamare casa il posto in cui era cresciuto.

Fu Eleonora, che era stata interpellata da Filo per trovare una soluzione al problema, ad avanzare una proposta.

«Elia... Non so se questa domanda sia appropriata, nel caso non lo sia mi scuso in anticipo. Tu ci hai sempre parlato di tua madre, ci hai detto che vivevi con lei... Ma tuo padre, invece?»

Era vero. Elia si era completamente dimenticato dell'esistenza di suo padre. Non lo vedeva da mesi, in fondo.

«Mio padre se n'è andato di casa quattro mesi fa, e non lo sento da allora. Probabilmente si è rifatto una vita da qualche parte.»

Filippo lo strinse forte a sé. Non poteva credere che Elia avesse affrontato una situazione così difficile da solo per un tempo tanto lungo.

«Ma... Hai provato a contattarlo, a chiamarlo o qualcosa del genere? Magari pensa che tu ce l'abbia con lui perché se n'è andato.» suggerì Eleonora.

Elia non ci aveva pensato. Aveva sempre pensato che suo padre avrebbe cercato di contattarlo se avesse voluto. Ma non aveva mai pensato che magari suo padre potesse pensare la stessa cosa.

Ora che ti guardo bene//ElippoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora