Capitolo 1

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<<Ho bisogno di un'idea.>>
America Hudson era disperata, non riusciva a capacitarsi del fatto di non riuscire a trovare un'idea per un nuovo film.
Ne aveva girati tanti, per lei non era complicato immaginarsi qualcosa e renderlo reale, allora perché era a corto di fantasia? Vi svelerò un segreto: anche i registi più famosi, spesso e volentieri, possono essere a corto di idee. Gli scrittori servono a questo: ad aiutare i produttori a girare un film. "Taxi Driver" non è stato effettivamente scritto da Martin Scorsese bensì da Paul Schrader. Eppure quel film è stato un gran successo.
America camminava avanti e indietro per il soggiorno della sua villa in stile moderno. Condivideva la casa con suo marito Liam, nonché fratello del migliore amico Chris. Il marito stava seduto sul divano con il laptop sulle gambe a sbrigare faccende di lavoro. <<Hai finito di fare avanti e indietro?>> chiese seccato lui.
<<Ho bisogno di un'idea.>> ripetè.
<<Devo dire che questa frase mi affascina, così come le altre duecentonovantanove volte che l'hai detta nelle ultime tre ore.>> chiuse il portatile e l'accolse tra le sue braccia. Si poteva dire tutto di Liam, ma non che fosse un pessimo marito. Lui era sempre stato messo in cattiva luce dal fratello maggiore, migliore di lui sotto molti aspetti. Chris era un bravo attore, senza alcun dubbio, ma il cuore della nostra regista fu rapito da Liam quel lontano maggio del 2010. <<Bisogna mettere in ordine la soffitta.>> borbottò.
L'uomo sbuffò e si staccò da lei. <<Vai a vedere se ci sono ancora i miei guantoni da football, magari ti verrà qualche idea per un film incentrato sulla squadra del liceo.>> ammiccò prima di tornare a fissare lo schermo illuminato del laptop. Lei, ormai rassegnata, si diresse in soffitta. Salì due rampe di scale, poi aprì la porticina posizionata sulla sua testa e la scala si aprì davanti a lei. Si arrampicò fino a raggiungere la stanza illuminata solo da una finestra collocata in fondo. Brancolò nel buio cercando la cordicina per accendere la lampadina, che trovò dopo un po'. Il puzzo di vecchio e ammuffito le stuzzicò le narici, questo le fece fare una smorfia disgustata. In quella soffitta la polvere si poteva tagliare con un paio di forbici, se non con un'accetta. La luce che scorgeva dalla finestrella faceva sì che si potessero vedere i granelli della polvere fluttuare nell'aria.
America si inginocchiò davanti a un vecchio e logoro baule e diede un'occhiata alle foto del liceo. Fu presa da un improvviso attacco di nostalgia, non lo credeva possibile. Lei non era una cheerleader, né una secchiona, amava studiare per il puro piacere di apprendere ma non la incatenava per ore alla scrivania. Tutto intorno era pieno di cianfrusaglie, bambolotti, lucine di natale rotte e libri di almeno due secoli fa. Qualcosa di abbastanza vecchio catturò l'attenzione della donna, cioè un centinaio di fogli rilegati tra di loro con un titolo a caratteri cubitali e un nome: America Hudson. Subito prese a sfogliarlo, leggendo velocemente ma anche con tanta attenzione le parole messe in fila, l'una accanto all'altra. Sorrise istintivamente a quel ricordo. All'età di quindici anni non poteva andare al cinema, aspettava sempre un anno o più che, uno dei film che desiderava ardentemente vedere, fosse trasmesso in televisione. Sì, perché America aveva una cotta per un attore che aveva ormai dimenticato. Aveva seguito tutti suoi film, quando era ancora un giovane alle prime armi, quando aveva ventitré anni. E si dia il caso che proprio lui lavorasse con Chris, per cui era facilmente reperibile per lavorare a un prossimo film della regista. America aveva un'idea, un'idea ispirata a qualcosa che aveva scritto in passato e che sarebbe stato un successo. Tornò al piano di sotto per comunicare al marito che il blocco del regista in crisi le era passato. Prese il cellulare e compose il numero del cognato, nonché migliore amico. <<America, tesoro, come stai?>> chiese dolcemente il biondo. L'accento australiano di Chris faceva sempre rabbrividire America; in senso buono, s'intende.
<<Ciao, Chris, avrei bisogno di un piccolo favore, se fosse possibile.>> sperava in una risposta positiva da parte sua.
<<Dimmi pure, sono a tua completa disposizione per altri dieci minuti, poi devo tornare sul set.>>
<<Avrei bisogno il numero di Robert Downey Jr., devo ingaggiarlo per il mio prossimo film.>> trattenne un sorriso sotto lo sguardo confuso del marito. L'idea d'incontrare l'attore che l'aveva sempre affascinata le faceva venire i crampi allo stomaco, ma non l'avrebbe mai ammesso.
<<Certamente, ti mando un messaggio.>>
America lo ringraziò e aspettò l'SMS del suo amico. Segnò il numero di Downey sulla sua agenda e lo chiamò subito. Erano le cinque del pomeriggio, non pensava potesse essere indaffarato.
<<Chi parla?>> chiese una voce dall'altro lato del telefono.
<<Sono America Hudson, cerco Mr. Downey.>>
America era di certo molto famosa, in tanti la conoscevano in tutto il mondo, e a Los Angeles aveva addirittura la stella del cinema sulla Walk of Fame.
<<Salve, Mrs. Hudson. Mr. Downey al momento è impegnato. La farò richiamare non appena avrà un momento libero.>>
<<La ringrazio, arrivederci.>> sospirò.
<<Che ha detto?>> s'interessò Liam.
<<Mi richiameranno. A quanto pare Downey è più impegnato di me.>> borbottò.
Doveva assolutamente convincere Downey a fare quel film, aveva finalmente una valanga di idee e non aveva intenzione di rinunciarvi. Doveva preparare i casting per l'attrice co-protagonista e doveva assumere i macchinisti, gli addetti ai costumi e al trucco, perfino gli sceneggiatori e i supervisori musicali. Una marea di persone lavoravano dietro a un solo film, solo che la gloria e la fama la ricevevano gli attori, i registi un po' meno. Ma America non faceva questo lavoro per la gloria, lei aveva deciso di intraprendere il percorso cinematografico per pura passione. Il cinema dà certezze, riesce a farti staccare, anche per poco, dalla realtà e farti addentrare in un mondo dove tutto è meraviglioso, ma allo stesso tempo è tutta pura finzione. Ognuno ha la sua croce, la croce di America era il fardello che portava sulle sue spalle dalla nascita.


Spazio me:
Storia un po' diversa dal solito, lo ammetto. Non è una daddy ma spero vivamente che vi piacerà, anche perché nel prossimo capitolo ci sarà Roberto 😏😏😏😏😏😏

𝑃𝑙𝑎𝑦𝑑𝑎𝑡𝑒 𝑤𝑖𝑡ℎ 𝐷𝑒𝑠𝑡𝑖𝑛𝑦 - 𝑅𝑜𝑏𝑒𝑟𝑡 𝐷𝑜𝑤𝑛𝑒𝑦 𝐽𝑟.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora