"Ti auguri sempre che il cinema sia una delle cose che possano restare. Essendo cresciuto con il cinema, a rischio di essere banale, per me ha sempre il suo fascino stare in una stanza buia e ascoltare e vedere qualcosa. Io spero sempre di trovare lì delle risposte e delle sicurezze".
Tim Burton aveva lasciato America con queste parole l'ultima volta che si erano visti.
Quel giorno avrebbe organizzato la festa per i suoi sessant'anni e America non aveva nessuno con cui andare. Liam era andato ad Atlanta per lavoro, Chris non poteva e le pareva scortese chiedere a Robert di accompagnarla all'ultimo secondo. Era vero: America considerava Robert l'ultima risorsa disponibile, eppure poteva provare.
Il suo orgoglio non le avrebbe permesso di cadere così in basso da proporre una cosa del genere proprio a lui, ma lo fece ugualmente pur di non passare la giornata da sola.
Prese il cellulare e compose il suo numero. Erano le sette del mattino e magari dormiva, ma lei la trovava una piccola vendetta per averla svegliata nel cuore della notte qualche mese fa.
<<Spero che sia importante altrimenti andrò in bestia.>> disse con una voce che sembrava tra la vita e l'aldilà, era anche abbastanza seccato.
<<Non dovresti rivolgerti così al tuo capo, potrei anche licenziarti. Poi cos'è questa voce proveniente dall'oltretomba?>> rise sotto i baffi, avrebbe pagato oro per vedere la sua faccia in quel momento.
Robert si accorse che stava effettivamente parlando con America e si diede dello stupido per non aver letto il nome del mittente. <<Mi dispiace, dolcezza, non avevo capito che fossi tu.>> si stropicciò gli occhi e si mise a sedere.
<<Sei molto sgarbato di prima mattina, non sia mai che disturbino il tuo sonnellino di bellezza.>> commentò acidamente mentre si sistemava meglio sul divano del soggiorno.
<<Per rispondere al telefono ho sporcato il cuscino con la crema per il viso, la colpa è tua.>> scherzò.
Contrariamente a quanto si potesse immaginare, la regista era alquanto allegra con lui. Non lo trovava più un insetto da eliminare, bensì un brav'uomo. Ovviamente non si fidava ancora del tutto. Le parole di James erano state chiare: mai fidarsi di nessuno, specialmente di Downey.
<<Vorrei chiederti una cosa.>> azzardò lei.
<<Qualsiasi cosa per te, dolcezza.>> Robert era quel tipo di uomo che era sempre disponibile per tutti, non diceva mai no a nessuno. Forse dopo la morte della moglie era diventato più sensibile, specialmente con le donne.
<<Tim Burton festeggia i suoi sessant'anni e mi ha invitato alla sua festa in spiaggia. Ti andrebbe di venire con me?>> chiese.
America non si riconosceva più. Chiedere aiuto a qualcuno non era da lei, nemmeno essere così gentile faceva parte dei suoi standard.
<<Perché no! Tra quanto è la festa?>>
<<Tra due ore, vedi di sbrigarti.>> lo raccomandò.
<<Ai tuoi ordini, capo.>> dopodiché Robert si alzò del letto pimpante e allegro e andò a farsi una doccia.
America era già pronta, la puntualità era il suo forte. Indossava un costume intero nero, sopra ad esso un prendisole tutto ricamato e ai piedi un paio di sandali bianchi col tacco. Ovviamente non poteva mancare la sua fidata coda di cavallo.
In un'ora Robert era già davanti casa della regista, la fece salire sulla sua Audi e raggiunsero Venice Beach in poco tempo. La festa era per pochi intimi, ovviamente ci sarebbero stati tutti i registi amici di Tim. America era orgogliosa di essere considerata amica da un uomo che nella sua carriera aveva solo prodotto grandi successi. La più grande ispirazione di Burton era, e sempre sarà, Johnny Depp. Quel giorno non sarebbe potuto venire alla festa per motivi riguardanti la sua famiglia. (Amber ti odiamo tutti)
I due arrivarono in spiaggia e la regista cercò Tim con lo sguardo, ma senza successo. Non indugiò oltre e si diresse subito al bancone dei drink, seguita dal suo accompagnatore. Ordinò un cocktail alla menta e lo sorseggiò lentamente mentre cercava di individuare qualcuno di conosciuto. Trascinava Robert a destra e a manca, come se fosse il suo cane da passeggio.
La spiaggia era diventata ormai una festa privata, accompagnata da una soave musica suonata dal violino.
Era pieno di gente famosa, ma non con cui America ebbe confidenza in passato.
<<Non so perché io abbia deciso di venire qui.>> borbottò mentre faceva una passeggiata tra la folla con il moro.
<<Sembra una bella festa, ti sei ricordata di prendere il regalo o l'hai lasciato a casa insieme alla testa?>> commentò acidamente lui.
Lei si voltò verso di lui, contrariata. <<Che cavolo ti prende?>> non capiva il motivo del rapido cambiamento d'umore del suo accompagnatore.
<<Perché volevi che venissi? Per farti fare bella figura con i tuoi amici registi, immagino.>> Robert si era infastidito dal gesto di America.
Lei non poteva negare che Robert avesse ragione, infatti l'aveva chiamato proprio per avere compagnia e non sentirsi sola come sempre. Ma decise comunque di controbattere nel miglior modo che potè. <<Se avessi voluto fare bella figura di certo non avrei chiamato te, dolcezza.>> lo scimmiottò.
Robert non potè fare a meno di infastidirsi a quell'affermazione. Ma perché aveva accettato l'invito? Forse perché voleva stare con America il maggior tempo possibile e questo era un pretesto adatto.
<<Maledetto il giorno in cui decisi di lavorare per te. Sei la donna più scontrosa che abbia mai conosciuto.>> infilò le mani nelle tasche e si incamminò verso la macchina.
Lei lo seguì e lo prese per un braccio. <<Dove pensi di andare?>> chiese irritata.
Robert non poteva stare lì un secondo di più, odiava farsi trattare in quel modo, specialmente da una donna.
<<Vado a casa. Si diverta, Mrs. Hudson.>> ignorò i continui richiami della donna e se ne andò via.
Quello che non sapeva è che America gliel'avrebbe fatta pagare, prima o poi. Con lei ogni partita si perdeva; l'unica vincitrice era lei e niente avrebbe potuto cambiare le cose.
Infuriata, tornò alla festa, mettendo i piedi nelle fredde acque dell'oceano pacifico per calmare i bollenti spiriti.
Iniziò a guardare l'orizzonte, vedendo con quanta perfezione il mare era una linea dritta che separava esso dal cielo.
L'acqua si infrangeva contro la riva, solleticando i piedi di America.
<<Non si saluta un vecchio amico?>>
La regista si voltò e vide alle sue spalle Tim con le braccia spalancate. Subito l'abbracciò e gli sorrise. <<Buon compleanno, vecchio gufo.>> ridacchiò.
L'uomo era poco più alto di lei, i suoi capelli erano scompigliati, indossava un paio di occhiali da vista e le rughe si facevano ormai vedere sul suo volto.
<<Ti ringrazio, America, e grazie anche di essere venuta. Prendiamo da bere.>> le posò una mano sulla schiena e la condusse fino al bancone dei drink dove lei aveva preso da bere poco prima. Ordinarono due Martini e si sedettero in un tavolino l'uno di fronte all'altra.
<<Come ti senti, vecchio?>> scherzò lei.
<<E tu come ti senti, peste?>> la riprese.
Lei e Tim si erano conosciuti grazie al provino che America fece per la parte di Alice in "Alice in Wonderland", ma a quanto pare non era tagliata per quel ruolo.
Per un attimo si era scordata di Robert, fin quando il vecchio Tim non glielo ricordò. <<Tuo marito non è venuto?>> chiese portando il bicchiere alle labbra.
<<Aveva del lavoro da finire, è partito per Atlanta due giorni fa.>> spiegò mentre sorseggiava il suo drink.
Stava già escogitando la vendetta perfetta per Robert, come per ogni uomo: il silenzio. Il silenzio di una donna uccide chiunque, è più letale di una bomba atomica, specialmente se, insieme al silenzio, si aggiunge uno sguardo tagliente.
Dopo la festa, Tim si offrì di riaccompagnare la regista a casa e, con sua grande sorpresa, trovò un messaggio da parte di Robert."Mi dispiace per come mi sono comportato, vuoi perdonare un uomo ottuso?"
Si era anche scusato per lei. Nonostante fosse America ad essere nel torto, fu lui a scusarsi, riponendo le armi da bravo cavaliere. Lei decise comunque di ignorare il messaggio e andò subito a farsi un bagno per la stressante giornata.
STAI LEGGENDO
𝑃𝑙𝑎𝑦𝑑𝑎𝑡𝑒 𝑤𝑖𝑡ℎ 𝐷𝑒𝑠𝑡𝑖𝑛𝑦 - 𝑅𝑜𝑏𝑒𝑟𝑡 𝐷𝑜𝑤𝑛𝑒𝑦 𝐽𝑟.
Fanfiction"Spesso ci si imbatte nel proprio destino nella strada per evitarlo." America Hudson è una famosa regista di Hollywood; lei è arrogante, presuntuosa, sicura di sé e maledettamente perfida. A corto di idee per un futuro film, ingaggia un attore con c...