Capitolo 20

429 40 18
                                    

<<"Correre o morire", ricordi?>>
America era inginocchiata sulla tomba del suo vecchio amore Paul, morto ormai da sette anni.
Paul era sepolto al "Forest Lawn Memorial Park" a Hollywood Hills, circondato da fiori, lettere dei fan e sue fotografie.
"Uomo benevolo, gran lavoratore e buon amico", così c'era scritto sulla lapide.
<<Non sembrano passati sette anni.>>
America alzò lo sguardo e si trovò davanti l'amico più fidato di Paul, nonché suo collega: Mark Sinclair, meglio conosciuto con il nome di Vin Diesel.
<<Mi manca ogni giorno di più.>> la regista si alzò e abbracciò il suo amico.
<<Anche a me. Pablo ha lasciato un posto speciale nel mio cuore, come tutti.>> sussurrò lui.
Al che Vin posò il mazzo di fiori che aveva portato sulla tomba del suo amico, rimpiangendo tutti i momenti passati a ridere e scherzare sul set.
<<Una volta Pablo mi disse una cosa: "Se un giorno la velocità dovesse uccidermi non piangete, perché io stavo sorridendo".>> abbassò lo sguardo.
Dopo la morte del suo amico non volle più relazionarsi con altri attori, aveva paura di soffrire di nuovo per la morte di qualcuno.
America tornò ad inginocchiarsi, accarezzando il terriccio. <<Non dovevi salire su quella dannata Porche, non dovevi.>>
Dopo un evento di beneficenza, Paul e un suo amico di nome Roger, stavano tornando a casa con la sua Porche. Alla guida c'era Roger, superando il limite di velocità, facendo sì che l'auto si schiantasse facendo morire i due in un incendio.
Vin si inginocchiò accanto a lei. <<Potrò sembrarti egoista, ma per me la colpa dell'incidente è stata di Roger, anche se è morto anche lui.>> disse. <<Se avesse guidato Paul, tutto questo non sarebbe successo. Era un pilota eccezionale, a stento riuscivo a batterlo nelle gare.>>
Anche nella vita reale, Paul e Vin facevano le corse con le loro macchine. Un po' i personaggi che si interpretano rimangono dentro ognuno di noi. Paul rispecchiava a meraviglia il ruolo di Brian O'Conner: era sempre chiaro, spiritoso e gentile con tutti.
<<Cosa facevate insieme?>>
America gli rivolse un sorriso e si sedettero a gambe incrociate entrambi. <<Facevamo le gare. Lui con la sua Chevrolet Camaro ed io con la mia Nissan Skyline. Ci divertivamo un sacco.>> ridacchiò ripensando a quante volte l'aveva lasciato vincere per non offendere il suo orgoglio.
<<Facevate le corse clandestine?>> chiese Vin.
<<No, Mr. Toretto. Pagavo il proprietario del circuito e ce lo lasciava usare per un'ora alla settimana. Tutto legale, non sono mai stata al di fuori della legge.>>
Lui annuì. <<Una Nissan Skyline? Sul serio?>> ridacchiò.
<<Di tutto quello che ti ho raccontato, ti stupisci del modello della mia auto?>>
<<Personalmente avrei scelto una Dodge Charger.>>
America iniziò a pensare a tutte le cose belle che aveva fatto con Paul. Aveva tanto da dire a Vin, purtroppo aveva promesso a se stessa che non avrebbe mai detto niente di quello che era successo con il suo amico. Nemmeno di quella notte passionale che avevano passato in albergo.
<<Il mio legame con Paul era indissolubile, tant'è che condividevamo tutto: segreti, bugie e tanto altro.>>
Paul le aveva promesso che non avrebbe mai detto a nessuno di quel bacio che le aveva rubato dopo una gara.
Lei aveva vinto e lui, abbastanza contrariato, voleva la rivincita. America insistette troppo sul fatto che l'aveva battuto, ma lui non voleva saperne, così la baciò per farle chiudere la bocca e ci riuscì benissimo.
<<Ora è il mio angelo custode, veglia su di me. So solo che mi manca da morire.>>
L'uomo le passò una mano sulla schiena, rassicurandola prima che potesse scoppiare a piangere.
<<Tu che mi dici? Vivi ancora la tua vita a "un quarto di miglio alla volta"?>> scherzò per sciogliere la tensione.
<<Ci provo, ma non è facile con Paloma. Ogni tanto le prende questa mania del quarto figlio. Tre sono già difficili da gestire, il quarto sarebbe splendido ma anche esasperante.>>
America ridacchiò pensando a quanto avrebbe voluto avere un figlio. Liam non aveva mai accennato all'argomento e lei credeva che i bambini fossero una spina nel fianco; fino ad ora, almeno.
<<Mi dispiace per te. Non sai cosa darei per avere un figlio. Fino ad ora non ho mai pensato all'idea di diventare madre. Non saprei da dove iniziare, non posso ispirarmi a nessun modello dato che non ho mai conosciuto la mia.>>
America sarebbe stata una madre severa, forse nevrotica o pignola ma non avrebbe mai fatto mancare niente ai suoi figli. Non com'era successo a lei.
Angelina Jolie una volta le disse: "Se non usassi i miei film come una valvola di sfogo di tutti i miei diversi aspetti, probabilmente verrei rinchiusa in un manicomio".
America usava i suoi film per sfogarsi, altrimenti sarebbe uscita già fuori di testa.
<<È ora di andare. È stato bello vederti, Vin.>> strinse l'uomo tra le sue braccia e lo lasciò solo a parlare con l'amico defunto.
Tornò a casa sua dopo il breve tragitto in auto e corse nella camera padronale a prendere la chiave per entrare nella sua stanza del cinema. Aprì il cassetto ma non trovò quel piccolo pezzo di ferro. Si guardò attorno, cercando di capire dove avrebbe potuto lasciarlo, poi le venne in mente un dubbio. Corse subito di fronte la porta di quella stanza e trovò la chiave dentro la serratura. Aprì la porta titubante e si ritrovò davanti la scena peggiore alla quale potesse mai assistere: le custodie dei dvd erano tutte scomparse, gli scaffali erano vuoti e la poltrona squarciata con tutta l'imbottitura straripante. America emise un urlo, cadendo in ginocchio.
La colpa era di Liam e gliel'avrebbe fatta pagare per quello che aveva fatto.
Sentì suonare al campanello e si affrettò a raggiungere la porta. Prese una padella dalla cucina, pensando che fosse Liam, così aprì la porta d'ingresso e subito diede un colpo al malcapitato.
<<Ma sei impazzita?>> urlò una voce che di sicuro non era quella del marito.
America aprì gli occhi e si accorse che davanti alla porta non c'era Liam, bensì Robert che si massaggiava la fronte.
<<Oh, scusami. Pensavo fossi Liam.>> lo fece entrare in casa e gli porse una busta di piselli surgelati per il bernoccolo che gli aveva procurato.
<<Perché te ne vai in giro con una padella in mano? E che istinti omicidi ti passano per la testa?>> si lamentò mentre lei premeva sulla sua testa un panno che avvolgeva la busta di piselli.
<<Sono arrabbiata con Liam. Quel figlio di puttana mi ha distrutto la stanza.>> sbuffò.
<<Ti ha distrutto la camera da letto?>> chiese lui mentre posava il panno sul tavolo.
<<No, è una stanza dove tengo tutti i dvd dei miei film preferiti, e lui me li ha fatti sparire.>>
Robert alzò lo sguardo su di lei. <<Perché non gliela fai pagare? Distruggi la sua auto con una mazza o vai a spaccargli in due la mascella.>> sorrise lui.
<<Ci stavo pensando, magari puoi aiutarmi.>> ridacchiò lei mentre i due si avvicinavano sempre di più.
Robert aveva in mente di porre fine alla distanza posta tra di loro e darle il bacio che entrambi aspettavano da una vita.
<<Con piacere. Di solito non picchio le donnicciole, ma se devo...>> scherzò.
Robert prese a fissarla dritto negli occhi, spostandole una ciocca di capelli sfuggiti dalla coda di cavallo. <<Sei bella come il sole, te l'ha mai detto nessuno?>> chiese retoricamente.
Lei scosse la testa e lui si avvicinò sempre di più alle sue labbra. Non si sarebbe mai permesso a baciarla se lei fosse ancora sposata ma, fortunatamente per lui, lei e il marito si erano appena separati a tempo indefinito.
America capì cosa stesse accadendo, così gli mise entrambe le mani sul petto, allontanandolo. <<Non posso.>>
Di nuovo America stava reprimendo i suoi sentimenti, non voleva lasciarsi abbindolare dall'amore, lei era più forte.
<<Non voglio che ti illuda, non posso fare una cosa del genere.>> si allontanò da lui.
Robert iniziò ad adirarsi. Secondo lui America l'aveva sempre preso in giro. Stava scoppiando; tutto quello che doveva dirle, ma che fino ad ora aveva represso, stava uscendo fuori. <<Sono stato paziente con te. Ma sei arrogante, presuntuosa, ottusa e menefreghista. Se non fossi così bella ti avrei mandata a fanculo molto tempo fa! Il bene più prezioso che hai è te stessa, non ti importa di niente e di nessuno se non di te. Io potevo darti il mio amore, America, ma tu ci hai sputato sopra.>> Robert si alzò e uscì da quella casa, lasciando America sul divano a darsi della stupida ma anche a congratularsi con se stessa per non aver ceduto un solo attimo ai sentimenti.

𝑃𝑙𝑎𝑦𝑑𝑎𝑡𝑒 𝑤𝑖𝑡ℎ 𝐷𝑒𝑠𝑡𝑖𝑛𝑦 - 𝑅𝑜𝑏𝑒𝑟𝑡 𝐷𝑜𝑤𝑛𝑒𝑦 𝐽𝑟.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora