13|Pensieri

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Draco era intento ad andare in sala grande a fare colazione prima che le lezioni fossero iniziate, ma quando arrivò al tavolo vide che c'era solo Ronald.
Erano passati solo due giorni da quando Ron lo aveva insultato l'ultima volta, poi Draco aveva deciso di starsene un po' per conto suo per non peggiorare la situazione e, come al solito, l'unica a fargli compagnia era l'amica Hermione.
Decise di sedersi comunque lì con lui, non voleva passare la colazione da solo quel giorno, e poi il resto del gruppo sarebbe arrivato da un momento all'altro.
Il rosso trasalì appena lo vide, e Draco si sedette.
"buongiorno" disse il Serpeverde, per poi riempire la sua tazza con un bicchiere di latte.
"Malfoy...dovremmo parlare"
"io direi che tu hai parlato abbastanza" disse in tono rancoroso Draco, che era ancora triste per quello che era successo.
"mi dispiace, non so cosa mi passi per la testa"
"io si, a te non sta bene il fatto che io sia cambiato e che ora i tuoi amici abbiano ammesso anche me al gruppo!" ringhiò il biondo.
"e va bene hai ragione! è così!" sbottò alla fine Ronald che ora, oltre ai capelli, aveva il viso tutto rosso di rabbia.
"non capisco come abbiano fatto a perdonarti, soprattutto Hermione. Sei stato una persona orribile per una vita, perché dovrei credere che tu ora sia cambiato? che avresti da perdere?"
"niente! non ho niente da perdere ed è per questo che sono cambiato"
Ronald sospirò e lasciò perdere tutto quello che aveva nel piatto per portarsi le mani tra i capelli.
Draco non fece in tempo a continuare a parlare che erano arrivati Harry e Neville, e si erano seduti accanto a loro.
"tutto bene?"chiese Harry, che aveva notato della tensione appena arrivato.
Draco annuì e Ronald riprese a mangiare.
"Hermione?" chiese il primo, che ancora non l'aveva vista arrivare.
Neville lo guardò e si lasciò scappare un risolino, ma il biondo non ne capì il motivo: aveva detto qualcosa di strano?
"Hermione e Ginevra" Harry marcò il nome della fidanzata, facendo capire a Draco il suo errore. "stanno arrivando" finì di parlare il moro.
Draco si rese conto di quanto era stato ingiusto nel non aver pensato anche a Ginny, ma da quel giorno nella stanza delle necessità era cambiato tutto.
Vedeva Hermione con occhi diversi, anzi, vedeva ovunque solo il suo nome.
Il ragazzo non aveva mai provato questo tipo di emozioni, per lui erano tutte cose nuove e sentiva di aver bisogno di parlarne, ma con chi?
Non poteva certamente parlarne con Hermione, tantomeno con Ronald o Neville.
Al primo non gli avrebbe voluto parlare per un bel po' di tempo, e il secondo pensava che fosse troppo "innocente" e troppo occupato a leggere quegli stramaledetti libri di erbologia per poterlo ascoltare o addirittura aiutare.
Oltretutto nessuno di questi due avrebbe potuto dare dei veri e giusti consigli riguardo la Granger.
Erano rimasti solo i migliori amici della ragazza: Ginevra e il fidanzato Harry Potter.
Era una scelta difficile, ma doveva farla e il più in fretta possibile.
Aveva avuto diverse ragazze in passato il Serpeverde, ma per nessuna di esse aveva mai sentito niente di simile e non voleva perdere Hermione per qualche passo falso dettato dai sentimenti.
Prima che potesse prendere una decisione, i suoi pensieri vennero interrotti dalle due ragazze che finalmente erano arrivate.

"era strano Ron prima, non pensi?" chiese sottovoce Neville a Hermione, mentre i due sedevano al loro solito banco alla classe di Storia della Magia.
"si è vero, è successo qualcosa?" rispose la ragazza cercando di non farsi sentire dagli amici. Infatti, appena arrivata a colazione quella mattina, Hermione aveva sentito diverse sensazioni provenire dai quattro ragazzi che erano già lì. Aveva sentito della tensione molto forte, ma allo stesso tempo anche Harry ridere sotto i baffi e non riusciva a collegare le due cose.
"no..." rispose il ragazzo, ma dovettero concludere la conversazione quando entrò il professore.

Hermione e Ginevra erano dirette verso il giardino di scuola, avevano voglia di prendere un po' d'aria dopo le lezioni, prima che iniziasse a fare troppo freddo per farlo.
"allora...Draco?" chiese la rossa ad Hermione ammiccando.
"Draco?"
"dai smettila di fare la tonta Hermione" Infatti la ragazza aveva capito a cosa si riferisse l'amica.
"Senti Ginny, a me non piace, smettila di chiedermelo!"
"ma perché?"
"perché? beh perché..." E la ragazza a quel punto non sapeva cosa rispondere all'amica. Sentiva che c'erano una miriade di motivi del perché non doveva piacergli il ragazzo: i suoi genitori, la faida con Ronald e tantissimi altre motivazioni plausibili, ma allo stesso tempo sentiva che esse non erano poi così importanti per lei.
"visto?" disse Ginevra, per poi aprire un libro e iniziare a leggerlo.
Hermione sapeva che infondo al cuore qualcosa per il biondo la sentiva, ma non l'avrebbe tirata fuori per niente al mondo. Non era pronta a ricevere delusioni di nessun tipo, era ancora fragile per l'anno passato dopo la guerra.  E, anche se non lo dava a vedere, anche per Ronald.
La ragazza l'aveva amato con tutta sé stessa per tanti anni, per poi scoprire che insieme non riuscivano ad essere felici, e nel profondo ci stava ancora male per questo.
Non riusciva a capire come fosse possibile: non esser felici con qualcuno che si ama.
Hermione non riusciva a guardare il ragazzo senza pensare che tra loro poteva esserci qualcosa di bello, e per colpa dei loro caratteri non erano riusciti a trasformarlo in niente di buono. Tra le altre, una cosa che le impediva di provare ancora qualcosa per lui erano i comportamenti del ragazzo nei confronti di Draco. Hermione non li accettava, non li trovava da persona matura.
Era forse stato questo uno dei motivi della loro fine: la maturità del ragazzo. Dopo la guerra Ronald aveva subito una notevole regressione, e a momenti a Hermione sembrava ancora di parlare col ragazzo che aveva conosciuto sul treno il primo anno.
La ragazza a quei pensieri si rattristò, Ron era stato il suo primo vero amore e non aveva funzionato. E, come ad ogni persona al mondo, questi pensieri non la facevano stare bene.
È per questo che, dopo aver salutato l'amica decise di andarsene nella stanza delle necessità da sola, a sfogarsi un po'.

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