Chapter 7

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La campanella suona, dopo quelle che sembrano ore.
Giorgio si affretta ad alzarsi per mettere a posto le cose che aveva sul banco.
Alex invece, rimane seduto a guardarlo mentre lentamente fa quelle azioni.
G: Alex?
A: S-sì?
Alex si accorge improvvisamente di essersi bloccato a fissarlo per tutto il tempo, così imbarazzato distoglie lo sguardo.
G: Tutto ok? Sei un po' strano.
A: Ehm... sì?
Giorgio smette di cercare invano di chiudere lo zaino stracolmo e si gira davanti ad Alex, guardandolo negli occhi.
Alex's pov
G: Perchè mi hai fissato per tutta l'ora?
Cazzo... mi ha visto.
La voce mi trema mentre cerco di spiegare che stavo solo riflettendo, e non mi ero accorto di star fissandolo.
Lui sembra non crederci, ma fortunatamente non cerca di approfondire.
Non so che mi è preso. Perchè diavolo mi sono sono messo a fissarlo così?!
Comunque, la prof si avvicina a noi.
Prof: Ragazzi, dovete restare qua un paio di ore in più per ció che è stato stabilito. È la vostra punizione, quindi evitate di chiacchierare. Fate i compiti, piuttosto. Io devo andare, ma mi assicureró che voi restiate qua. Ho avvisato la cooperatrice scolastica che è qua fuori. (Bidella in parole povere)
Mi raccomando.

Io e Giorgio annuiamo.
Lui si siede e inizia a leggere un libro che si era portato. Io invece, rimango con lo sguardo fisso sul banco immerso tra i miei pensieri.
Giorgio's pov
Cerco di leggere il libro che sono riuscito a reperire da casa mia senza farmi scoprire da mio padre, ma vedo Alex con la coda dell'occhio che fissa il suo banco.
G: Cosa c'è di così interessante in quel banco?
A:...
G: Alex? Ci sei?
A: Eh? Ah scusa Giorgio. Stavo pensando. Hai detto qualcosa?
G: Certo che sei proprio strano.
A: Senti chi parla! Stai veramente studiando?
G: No, è solo una lettura di piacere. Ma anche se fosse cosa ci sarebbe di così strano?
A: Beh, io non ci trovo nulla di divertente nello spremersi le meningi per fare dei compiti che nella vita non serviranno a nulla.
G: ...sono sempre più convinto della tua stranezza.
A: Ho fame. Mi accompagni alle macchinette?
G: ANCORA?! Ma ci sei stato appena un' ora fa!! E poi non te la ricordi la strada?
A: Ma ho ancora fame io...
G: Secondo me hai due stomaci. Comunque, ok. Fammi finire il capitolo almeno.
E così feci, anche se devo ammettere che è stata dura con lo sguardo fisso di Alex sui miei occhi. Perchè mi sembra di bruciare ogni volta che mi guarda?
G: Ok, andiamo va'.
A: Sì!!
Così io appoggiai il libro, ma non appena lo feci le luci di tutta la scuola si spensero.
Alex si era fiondato tra le mie braccia per lo spavento, e io ringraziai il cielo per avermi dato quel blackout per nascondere il mio rossore in faccia e l'imbarazzo.
Alex si accorse di essere abbracciato a me da un paio di minuti, così si spostó.
Io gli presi la mano, sentendo che stava ancora tremando.
A: C-cosa è s-successo?
G: Calmati gattino, è solo un blackout. Tra poco dovrebbero riaccendersi le luci.
A: M-ma io ho p-paura...
G: Tranquillo, ci sono io.
Gli presi la mano con più forza per fargli coraggio.
A: G-grazie.
G: Di nulla Alex il gatto fifone.
E ridetti della mia stessa battuta, così che Alex si sentisse meno spaventato.

Protect me until the endDove le storie prendono vita. Scoprilo ora