Chapter 24

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Giorgio's pov
Dopo cena ho chiesto ad Alex se volesse restare a dormire e lui ha accettato.
Domani non ci sarà scuola, quindi potremo stare un po' insieme.
Mi era venuto in mente di guardare un film, ma la tv è solo in camera di mio padre e non ho il coraggio di andarci, dopo tutto quello che è successo lì dentro.

Alex finisce la pizza e si accorge che sono pensieroso, mentre appoggio il mento sulla mano e il gomito sul tavolo, con gli occhi puntati sul tavolo.
A:"Tutto bene?"
Mi risveglio dallo stato di coma in cui mi trovavo e mi affretto a rispondergli.
G:"Oh, sì non ti preoccupare, stavo solo pensando"
A:"A che pensa il mio topino?"
Arrossisco un po' quando lo sento chiamarmi così.
G:"Beh, volevo vedere un film ma non ho la tv in camera, quindi ho optato per un libro. A te va bene se leggiamo un po' insieme?"
A:"Sì, certamente. Andiamo in camera tua?"
G:"Mh-mh"

Mi alzo dal tavolo e butto il cartone vuoto di Alex, poi lo prendo per mano e torno in camera mia.
Non so bene che genere di libri piacciano ad Alex, ma in ogni caso non ho una grande biblioteca in casa, quindi non abbiamo molta scelta.
Prendo il primo libro che mi capita e guardo la copertina.
Dice: "via col vento".
È un bellissimo libro, l'ho letto molte volte.
Spero che ad Alex piaccia.
Mi giro a guardarlo mentre si mette comodo sul mio letto vicino ad una lampada e gli passo il libro.
Alex legge il titolo ad alta voce, poi dice:"Lo conosco. È famoso, vero?"
Io annuisco e ridacchio.
A:"Allora sarà bello, immagino."
Sorrido e mi metto vicino ad Alex.
Lui apre la prima pagina e comincia a leggere.

Dopo un po' mi accorgo di essermi avvicinato decisamente tanto ad Alex, per poter leggere meglio, così lui si ferma e allarga le gambe facendomi segno di mettermi in mezzo, così da poter leggere bene.
G:"G-grazie"
Divento un pomodoro, accorgendomi di essere ancora più vicino a lui e al suo corpo.
Alex appoggia il suo petto alla mia schiena, mettendo un braccio sul mio ginocchio e tenendo il libro con l'altra mano.
Devo dire che in questa posizione è difficile concentrarmi.
Soprattutto se Alex continua a muovere la mano sul mio ginocchio, lasciandomi carezze sulla gamba...

Dopo un po' Alex mi dice:"Topino, sei su questa pagina da cinque minuti."
Io mi accorgo di aver smesso di leggere da un po', concentrandomi solo su Alex.
Lui sembra non essersi accorto di quei piccoli massaggi che mi lascia sulla coscia, come se fosse un gesto normalissimo, ma io sento formicolare ogni signola parte del mio corpo dall'ombelico in giù, rendendomi difficile seguire la lettura.

G:"Ehm, scusa sono un po' stanco..."
Mi invento una balla per evitare di sembrare uno scemo.
Alex mi guarda per un po' senza smettere di accarezzarmi il ginocchio, poi in un momento di illuminazione si accorge che sto guardando la sua mano e si rende conto.
Immediatamente smette di muovere la mano e la allontana dalla mia gamba, facendomela diventare terribilmente fredda.

A:"S-scusa...non mi ero accorto di star..."
G:"N-NO! Tranquillo, non fa nulla..."
Non mi muovo di un millimetro, sperando che lui torni a darmi carezze e a scaldarmi.
Alex chiude il libro e lo appoggia sul comodino più vicino, poi inclina un po' la testa e mi guarda, facendomi sorridere.

A:"Gio..."
Sussura, molto vicino al mio orecchio.
Mi vengono i brividi a sentire il suo respiro sul mio collo.
Apro la bocca per parlare ma non esce un suono.
Alex si avvicina al mio volto e appoggia la testa sulla mia spalla, chiudendo gli occhi con un'espressione di relax.
A:"È bello stare con te, sai?"
Sorrido, cercando di non muovermi per non rovinare il momento di pace.
A:"Non ho ansia o brutti pensieri, quando sei con me..."
Gli prendo una mano e intreccio le nostre dita, guardandolo.
Ha ancora gli occhi chiusi, anche se la bocca è leggermente socchiusa.
A:"Vorrei restare così per sempre..."
Il mio cuore scricchiola, sentendogli dire queste frasi. Nessuno e ripeto nessuno mi aveva mai detto qualcosa di così dolce...
Sento gli occhi pizzicare, ma trattengo le lacrime.
A:"Sei la mia droga, sai topino?"
Sorride, poi apre gli occhi e mi guarda facendomi accapponare la pelle.
Quegli occhi... Dio, queglio occhi saranno la mia fine...
Avvicina i nostri visi e mi bacia, premendo le sue labbra contro le mie, in un'unione di passione e desiderio.
Non è il solito bacio, questo è diverso.
Non cerca di trattenersi, si comporta come un animale in gabbia che si dimena con tutte le forze che ha.
Mi morde leggermente il labbro inferiore e mi scappa un gemito, mentre lui mette una mano sotto alla mia felpa, accarezzandomi la schiena attraverso la maglietta. Mille brividi mi percorrono la colonna vertebrale. Le cicatrici scottano sotto il suo tocco.
Mi gira verso di lui completamente, sempre tra le sue gambe che mi circondano la vita.
Una mano è sulla mia guancia, l'altra alla scoperta del mio corpo solcato di cicatrici.

Ogni volta che ne sfiora una la sento bruciare, riportandomi alla luce il momento in cui mio padre me la inflisse, ma non sento dolore, nè tristezza.
Solo vergogna nel dover mostrare questa parte così nascosta di me alla persona che amo.

Lui fa per togliermi la felpa, ma io fermo il bacio e mi allontano un po'.
Non posso.
Non ci riesco.
Non ancora.
Lui mi guarda interrogativo e io abbasso lo sguardo, incapace altrimenti di non baciarlo vedendo le sue labbra gonfie.
A:"Gio, se ho fatto qualcosa-"
G:"No, non è colpa tua...solo i-io non sono..."
Non riesco a trovare le parole per dirgli che sotto questi vestiti sono un abominio. Sono la creatura che non sarebbe mai dovuta nascere.
L'errore di due persone.
Non voglio vedere la sua faccia disgustata.
Ancora meno voglio vederlo provare pena per me.
Non lo merito e lui non si merita me.

Alex sembra cercare di capire quello a cui sto pensando e dice:"Ehy, se stai pensando a quello che credo tu stia pensando, smettila subito."
Corrugo la fronte e sento gli occhi che tornano a pizzicare, ma questa volta non riesco a fermare le lacrime e cominciano a scendermi sulle guance, bagnandomi il viso.
Alex si avvicina a me e mi asciuga le gote con i pollici e senza togliere le mani dal mio viso mi solleva il mento, costringendomi a guardarlo.
A:"Sei bellissimo in qualunque forma."
Altre lacrime, questa volta anche sue.
Mi accarezza teneramente le guance con i pollici e mi sorride.
Poi si alza dal letto e mi prende una mano, portandomi fuori dalla mia camera.
Non faccio domande, cercando di capire dove mi sta portando.
Lo osservo guardandosi intorno alla ricerca di qualcosa per poi entrare in bagno, trascinandomi dalla mano.

Alex si posiziona davanti allo specchio e mi mette davanti a lui, alzandomi il viso per farmi vedere il nostro riflesso.
Automaticamente guardo i suoi occhi dal riflesso dello specchio e mi accorgo che lui sta facendo lo stesso con me.
Non capisco cosa vuole fare.
A:"Guardati, Giorgio."
Continuo a non capire, allora lui indica il mio riflesso.
A:"Guardati."
Lo faccio e mi accorgo di quanto siano arrosate le mie labbra e delle lacrime che mi rigano il volto.
Trattengo il respiro, aspettando di sentirgli dire che sono un mostro.
A:"Sei la persona più bella che abbia mai visto. Sia dentro che fuori."
Io sgrano gli occhi da cui continuano a sgorgare lacrime.
G:"T-tu non lo sai..." dico con voce roca.
Alex mi sfila la felpa e la maglietta prima che possa ribattere.
Mi aggrappo al lavandino per evitare di crollare a terra quando mi specchio.
Il mio corpo è molto magro, una costellazione di cicatrici rosse e bianche.
Non ho muscoli nè sono fisicamente attraente.
A:"Guardati. Dio, sei stupendo..."
Io cerco di coprirmi il volto con le mani, sperando di sparire da un momento all'altro.
Lui mi ferma prendendomi i polsi e facendomi voltare verso di lui.
Mi guarda con la bocca socchiusa.
G:"P-perchè mi s-stai f-facendo questo?"
Chiedo con voce tremula e le lacrime ad appannarmi la vista.
Vedo Alex corrugare le sopracciglia.
A:"Cosa?"
Comincio a singhiozzare, chiedendomi perchè debba prendersi gioco di me in questo modo.
A:"N-no, ti prego, non piangere..."
Cerca di asciugarmi il volto con la mano libera ma glielo impedisco allontanandomi.
G:"SMETTILA!"
Singhiozzo e sento le gambe cedere, cadendo a terra.
Alex si inginocchia, con un'espressione preoccupata.
A:"Ti prego, Giorgio. Non lo capisci?"
G:"Ti ho detto di s-smetterla..."
La mia voce esce flebile, come un sussurro.
Alex mi lascia i polsi, allontanandosi di un passo.
Mi guarda con fare sconvolto.
Devo sembrare così patetico.
A:"Giorgio, cazzo, sei più forte di così! Tirati su, guardati!"
Singhiozzo più forte, sovrastando le sue urla.
Non ce la faccio più. Mi scoppia la testa. La sento pesante.
G:"No...s-smettila di p-prendermi in g-giro..."
A:"Cosa?! Pensi che ti stia prendendo in giro?! Giorgio, ti amo, cazzo!"
C-cosa?

Protect me until the endDove le storie prendono vita. Scoprilo ora