15 novembre 2019
Mi sono laureata. 11 giorni fa sono diventata a tutti gli effetti dottoressa in scienze del servizio sociale. Il giorno più bello della mia vita, fin ora.
Non dimenticherò mai la gioia provata quando, dopo l'esame di diritto penale, il 16 ottobre, un giorno prima del mio compleanno, ho urlato al mondo che sarei diventata dottoressa.
Tutti i miei sogni realizzati. La felicità provata è stata indescrivibile e quando ancora oggi, dopo giorni, ci ripenso mi sento emozionatissima. Non credevo di farcela. Avrei scommesso su un mio fallimento e non su una mia conquista. Mi fermavo sempre a guardare chi si laureava mentre io in biblioteca studiavo per l'ennesimo esame e mi chiedevo "chissà cosa si prova" poi finalmente la risposta me la sono data in maniera autonoma: la felicità. La pura e semplice felicità. È stato un pomeriggio perfetto eccetto per qualcosa: mancava Lino. C'erano tutti, dai miei parenti più stretti ai cugini di Taranto, dai miei amici ai miei colleghi universitari. C'erano persino Maria Pia, Clelio, Francesca, Giorgio e il piccolo Paolo Clelio. Erano venuti sobbarcandosi tutte quelle ore di auto, solo ed esclusivamente per me. Ma non c'era Lino. Brindavo e sorridevo. Ma mi mancava Lino.
Era una cosa che non concepivo. Avevamo litigato tanto quando, una settimana prima della laurea, mi aveva chiamato dicendo che non ce l'avrebbe fatta. Ero amareggiata. In quel momento la mia felicità era alle stelle perciò riuscì a non pensarci. Fu nell'abbraccio di Maria Pia che la mia mancanza trovo sfogo. "È molto triste e arrabbiato con se stesso" mi aveva detto. Sentivo le lacrime che volevano uscire ma le ricacciai indietro. Non doveva rovinare quella giornata. Non ne aveva il diritto. Perciò mi stampai un sorriso sul volto e andai avanti, felice e contenta nonostante tutto. Era il mio giorno e niente e nessuno poteva cambiare la mia felicità.
Non ci ho parlato per giorni, mi ha chiamato un sacco di volte. Fu solo il venerdì successivo che ci risentimmo. Mi aveva teso una trappola. Aveva chiamato mia madre e per quel motivo mi trovai costretta a rispondere. "Non ho buone notizie" mi disse "non potrò esserci neanche alla festa". Inutile dire quante parolacce dissi a lui e al suo lavoro e non voglio ripetere le cose che per rabbia gli dissi. Non le pensavo, non pensavo che a lui della mia vita non importasse nulla e non pensavo che era un egoista schifoso, ma in quel momento di rabbia la mia bocca non connetteva con il mio cuore ma solo con il mio cervello.
Ed eccomi qui, intenta a prepararmi per la serata. Ho intenzione di divertirmi senza pensare a nulla, infondo questa festa l'ho immaginata dal primo giorno in cui ho messo piede in università.
Ci sono amici e parenti. I miei nonni dell'Abruzzo erano venuti con i genitori e il fratello di Lino. C'erano tutte le persone che amavo intorno al mio tavolo, ero davvero felice nel mio vestito blu.
Dopo il ballo con papà, sulle note di "portami via" di Fabrizio Moro, e aver mangiato il primo, tocco al lento con le mie amiche Ivana e Chiara. In realtà questo doveva essere il momento mio e di Lino, ma dal momento in cui lui ha deciso di non presentarsi ho deciso di ballare con le ragazze. Parte "Friends will be Friends" dei Queen e noi siamo abbracciate al centro della sala. Voglio loro un bene dell'anima e questo traguardo oltre che mio è anche loro. Ivana si è laureata una settimana prima di me, chiara 5 giorni dopo. Questa avventura è iniziata e finita insieme.
Ed è mentre ridiamo ricordando alcuni anedditi sugli anni passati insieme che le vedo girarsi verso la porta alle mie spalle. Appoggiato alle porte a vetro c'è il regalo più bello di tutti quelli che riceverò oggi.
Imbambolata, resto ormai sola al centro della sala e mi ridesto dallo stato di trance solo quando lui dice "ehi ragazzina, balli con me?!" È in quel momento, mentre lui mi raggiunge, che le lacrime che per tanto sono state ricacciate indietro, escono.
Parte la canzone scelta da Lino, "All of me" di John Legend, e balliamo mentre io sono tra le sue braccia e lui continua a darmi baci sulla testa. Nessuno dei due parla. Io sono troppo felice e lui, oh non so neanche il perché rimanga in silenzio. Ci godiamo entrambi il nostro momento. Ci godiamo entrambi l'abbraccio che non ci scambiavamo da ormai tante settimane.
La festa prosegue nel migliore dei modi, viene aggiunto un posto per Lino accanto a me e ai miei amici e, mentre Lino fa le foto con i camerieri del ristorante dove festeggio, ballo. Ballo come non facevo da tempo. Ballo e sono spensierata. Ballo e sono felice. Ballo e mi sento completa ora che lui è qui.
Arriva il momento dei regali, il momento tanto atteso. Pacchetto dopo pacchetto ricevo un nuovo MacBook, due collane e 3 bracciali, una borsa e un orologio. Ma il regalo più bello arriva per ultimo. Una busta con scritto, da una calligrafia che riconoscerei tra mille, "ai sogni realizzati, al futuro che ti e ci aspetta, insieme. Sempre. Eternamente tuo, Lino". All'interno della busta trovo un altro foglio con su scritto "visto che mi rimproveri di non riuscire a passare mai abbastanza tempo insieme, gira questo foglio e sono sicuro che sarò perdonato". Giro il foglio, mi tremano le mani. Non ci credo. Lo ha fatto davvero. 5 giorni a Budapest. Insieme. A dicembre.
Lo abbraccio, non riesco a crederci. Lo ringrazio con tutto il mio cuore.
A fine festa mi trovo a dover ringraziare anche Clelio, Maria Pia, Giorgio e Francesca e mentre prendo il piccolo Paolo Clelio in braccio per riempirlo di baci, loro mi comunicano che resteranno qui fino a domenica, approfittando della gita per visitare un po' le zone circostanti. Resteranno a dormire nella seconda casa dei miei nonni, in centro. Li abbraccio promettendo che resterò con loro fino a che non ripartiranno.
Saluto tutto il resto del gruppo dei miei invitati ringraziando tutti e entro in macchina di Lino.
"Ti giuro mi hai reso felicissima e davvero non pensavo tutte quelle cose che ti ho detto l'altra sera. Ero davvero arrabbiata. Anzi lo sono ancora perché la tua presenza nel giorno più importante della mia vita, Fin ora, non me la restituisce nessuno ma dato che sei qui, ricomincerò ad essere arrabbiata quando ripartirai"
"Oh allora dovrei ricominciare ad essere arrabbiata domenica perché io resto con i miei dato che lunedì ho uno spettacolo ad Avezzano. A proposito, ci vieni?!"
"Domani vediamo, a mente fresca, perché poi dovrei organizzarmi per tornare qui. Ma Budapest? Tu sei pazzo! Non dovevi spendere così tanti soldi! Ma Antonella, lo sa? Non so come comportarmi con lei, non la conosco proprio. E se le desse fastidio? Con Anto eravamo proprio fortunati ma io Antonella non la conosco,non so cosa pensa di me e cosa pensa di noi"
"Non ti devi preoccupare di Budapest, e per quanto riguarda Antonella, domani ti dirò tutto, lo giuro. Dormiamo insieme?"
"Si. Avviso mamma di preparare il letto per te. Così quando arriviamo vai subito a nanna. Sarai distrutto"
E così, con il cuore leggero e pieno di felicità, rientriamo a casa mia.

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Friendship♥️
FanfictionQuesta è la storia di una amicizia. Una amicizia nata in Abruzzo, tra i gradini di un palazzo. . . "Siamo cresciuti insieme io e lui. Abbiamo passato le nostre migliori estati insieme. La vita ci ha portato a scegliere strade differenti ma noi siamo...