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4 dicembre 2019

Domani raggiungo Lino a Roma. Dopodomani partiamo per Budapest. È il regalo ricevuto da Lino per la mia laurea.
Sono circondata da roba. Non so cosa mettere in valigia. Mi chiedo come mai aspetto sempre l'ultimo giorno per poter far tutto. È veramente un incubo. Sto preparando una valigia in cui ci sono tutti i maglioni del mio armadio. Sono solo 5 giorni ma dato che ci aspettano dagli 0 ai -5 gradi meglio essere ben forniti di roba calda. Tra tutte le calze, i maglioni e i pantaloni di felpa qualcosa di irregolare spunta fuori. Il costume. L'ho messo perché spero tanto di riuscire a convincere mr "ho paura dei batteri e dei funghi" ad andare alle terme. Budapest non ha senso senza le terme.
Ho preparato un itinerario di fuoco che non ammette depennamenti. Sono già abbastanza amareggiata dato il mio dover cancellare dalla lista la visita all'isola di Margherita in bicicletta visto che appena arriviamo quasi sicuramente troviamo la neve.
Sono le 10 quando finisco di preparare tutto ciò che serve e di chiudere le valigie. Domani il mio treno per Roma parte alle 7. Queste levatacce non mi piacciono proprio. Mando un messaggio a Lino prima di addormentarmi

 Mando un messaggio a Lino prima di addormentarmi

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5 dicembre 2019
Sono a Roma. In treno ho dormito tuutto il tempo, amo quando ci riesco, il tempo passa più in fretta. Come più in fretta sento montare la rabbia! Ma dov'è Lino?! Non posso mica trascinare tutta la roba da sola, considerando che sono scesa dal treno con una valigia e 2 borse frigo e considerando ancora che di mio ho solo la valigia perché le due borse frigo sono piene di vasetti e leccornie per Lino da parte della mia nonnina. Incredibile. "Non dimenticherò" aveva detto. Ho deciso, lo chiamo.
"Ma dove diavolo sei?!" Chiedo quando dopo il terzo squillo, risponde
"Tu non hai idea di cosa sia Roma a quest'ora. Ho appena parcheggiato, dimmi il binario così non perdo tempo a controllare i tabelloni"
"Il 15. Muoviti" e riattacco.
Dopo neanche 5 minuti eccolo lì che sale le scale del sottopassaggio.
Ci abbracciamo e mentre mi posa un bacio sulla guancia, mi spingo a dire "le due borse frigo sono roba tua perciò usale per farti i muscoli. Io ti faccio un favore e mi trascino la mia valigia"
"Ma cosa ha preparato? Ti ha dato l'intera credenza?!"
"Ti vede magro e deperito ha detto. Come se peperoni sott'olio e intrugli vari possano aiutarti a metter su peso in maniera regolare"
"Intanto gli intrugli di tua nonna li accetto volentieri, per ciò che riguarda il peso farò del mio meglio per finire tutto in fretta. Andiamo va che devo anche passare a comprare qualcosa per oggi visto che ho svuotato il frigo in vista della partenza senza preventivare che oggi avremmo mangiato a casa"
"Si ma stasera usciamo a fare un giro e mangiamo fuori! Non vedo Roma da un secolo"
Sono circa le 15 quando, dopo aver sistemato le ultime cose pre partenza riusciamo ad uscire di casa per un giro in centro. Mentre siamo in auto chiedo a Lino una cosa che mi balenava in testa da un paio di giorni.
Il giorno dopo la mia festa mi aveva confidato che Antonella non era affatto contenta di questa storia del regalo e del viaggio. Non mi conosceva e non sapeva se poteva fidarsi di me. A me la situazione ha fatto inizialmente sorridere, non davo peso a quella che era di fatto una vera e propria mancanza di fiducia più in Lino che in me. Lino si professava tranquillo, aveva chiarito ciò che c'era da chiarire e le aveva ribadito che se non accettava me, in qualche modo non accettava neanche lui. Io provavo a mettermi nei panni di Antonella ma ero troppo offuscata dal bene che provavo per il mio amico per poter decidere di rinunciare a lui per qualcuno che, di fatti, era nella sua vita da pochi mesi.
"Senti ma poi con Antonella come hai risolto? Guarda che io non ci metto nulla a dirti che possiamo anche non partire, non mi offendo. Restiamo a Roma e ci facciamo venire anche lei. Budapest o Roma per me non cambia nulla. Io è con te che voglio passare del tempo, il dove e il come mi interessano poco"
"Non rinuncerò a questo viaggio, ne ho bisogno anche io. Non dirlo più, neanche per scherzo. Con Antonella ci ho parlato, è tornata sull'argomento ma ho interrotto subito il suo gioco perché gliel'ho già detto una volta e glielo ripeterò sempre: io e te siamo pacchetto completo. Prendi me? Prende anche te e quindi che gli stia bene o no è un problema suo. Se mi ama si dimentica tutto ciò che gli fa paura su noi due. Ora, per favore, non ne parliamo più. Fammi un favore, prendi il mio telefono e chiama mia madre, aveva chiesto di avvisarla quando saresti arrivata e mi son dimenticato di farlo"
Le sue parole mi avevano scioccata. Era davvero così. Eravamo pacchetto unico.
Senza rispondere e controbattere prendo il suo telefono e chiamo Maria Pia informandola del mio arrivo e che tutto procede secondo i piani. Durante la telefonata non ha fatto altro che sincerarsi che Lino abbia messo tutto ciò che aveva di più pesante in valigia perché, come entrambe ben sappiamo, Lino vivrebbe perennemente con camicie e maglioncini leggeri anche sotto la neve.
Giriamo a lungo per le principali piazze della città. Mi mancava Roma. Davvero tanto. Passeggiare con Lino che mi raccontava di come stava andando il lavoro e dei progetti futuri mi fa pregustare la bellezza delle nostre vacanze in terra ungherese. Ogni tanto ci abbracciamo o ci scattiamo una foto per immortalare quel bellissimo pomeriggio pre vacanza.
Dopo cena a base di pizza rientriamo subito a casa, è ora di dormire. Domattina la sveglia è puntata alle 8. Abbiamo l'aereo alle 14:30 da Fiumicino.
Una volta preso posto nei nostri letti, Lino nella sua stanza e io in quella degli ospiti, cominciamo a chiacchierare e a ricordare di quando eravamo più piccoli e o a chiederci che fine abbiano i nostri vecchi amici con cui giocavamo.
Sono le 11 quando Lino grida "Buonanotte cavalla" dal suo letto.
"Buonanotte stupido broccolo" grido io dalla stanza accanto.
Amiamo scambiarci quei nomi stupidi, lo facciamo sin da quando eravamo ragazzini. Non so spiegare il motivo, ci piace e basta.
Sto per addormentarmi quando sento che a piedi nudi sta raggiungendo la mia stanza. "Ho bisogno del bacio della buonanotte", dice
"Vieni qui bimbo di 5 anni, oggi in omaggio avrai anche un abbraccio"
Dopo il bacio e l'abbraccio promesso scappa nella sua stanza e finalmente, dopo pochi minuti, mi addormento.

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