7 dicembre 2019
Ma chi me lo ha fatto fare. È peggio dei militari. Alle 7:30 in punto la sveglia suona e lui dopo neanche 5 minuti è già sotto la doccia. Io non so se sia normale. Fuori ci saranno si e no due gradi e lui è riuscito ad uscire dal suo letto caldo in men che non si dica. Ho già detto che non lo so se è normale?!
Mi alzo riluttante dal mio letto solo perché devo fare la pipì e gli dico che se non la smette di fare la primadonna vincitrice al festival di Sanremo ( si perché Lino sotto la doccia canta!) bagnerò la straordinaria moquette della nostra bella camera vista Danubio.
Preoccupato, si affretta e dopo due minuti finalmente esce. Lui si veste in camera e io in bagno, compromesso perfetto per poter essere veloci ed efficienti.
Mezz'ora dopo, sistemati zaino e borsa per la giornata, usciamo dalla nostra stanza e scendiamo per fare colazione.
Io adoro letteralmente la colazione negli alberghi. Soprattutto se a buffet.
Presi i miei due cornetti e il mio cappuccino torno al tavolo dove un curioso Lino mi attende. Guarda prima la colazione poi guarda me. Poi la colazione. Poi me. Poi la colazione. Poi me. Quando mi rendo conto che forse andrà avanti così per un tempo indefinito mi affretto a dire "che c'è? Ho bisogno di energia" e scoppiamo entrambi a ridere.I mezzi pubblici in questa città sono un inferno. "Ok, dobbiamo prendere la linea due per poter arrivare direttamente ai piedi del parlamento ma i biglietti dove diavolo si fanno?" Mi lamento.
Mentre cerco qualcuno o magari una colonnina per l'acquisto, Lino dall'altro lato della strada grida "attraversa. Fa presto. Arriva."
Lo raggiungo e, quando le porte stanno per chiudersi, Lino mi prende per mano e fa saltare entrambi sul bus. "Ma siamo senza biglietto" dico. "Ma loro non lo sanno" risponde in maniera avventata e insolita per lui.
Ma siccome quando Gesù distribuiva la fortuna io ero in fila per le tette, ecco salire il controllore. Sul bus. Panico.
Lino si accorge della mia ansia e, senza lasciare la mia mano, si avvicina all'uscita al lato opposto del pullman rispetto a quella da dove è entrato il mio acerrimo nemico e il palesarsi di tutti i miei incubi. "Sta tranquilla" mi sussurra "guarda li, quella è la fermata, dovremmo riuscire a scendere prima che arrivi qui". È sempre stato calmo e tranquillo nei momenti in cui io non riesco ad esserlo, ecco perché in questo momento mi fido di questo scellerato che mi tiene per mano. Ed ha ragione. Riusciamo ad esserne fuori quando il controllore era quasi vicino a noi.
"Non raccontiamo a nessuno questa cosa, ne vade la mia reputazione di uomo tutto d'un pezzo"
"Sarò muta come un pesce. È con me che hai fatto una pessima figura. La tua reputazione con me è rovinata"
"Non è del tuo giudizio che mi preoccupo. Non bisogna mai preoccuparsi di chi alle volte è più scandaloso ancora"
"Ma brutto stupido" gli dico mentre mi arrampico per dargli uno schiaffetto sulla nuca.Il parlamento è semplicemente fantastico. Oro e ricchezza ovunque. Il passato che si fonda con il presente in un luogo che ancora oggi è popolato di senatori, parlamentari e funzionari. In un luogo ancora oggi vivo. Abbiamo avuto anche la possibilità di ammirare la corona e lo scettro dei re di Ungheria, vera e propria mecca per gli abitanti dello stato in cui ci troviamo.
Ovviamente appena finito il nostro tour e appena fuori dal parlamento, Lino non può sottrarsi alle fantastiche foto di rito. Ne scattiamo tante, alcune insieme e altre singole.
Ne approfitto anche per fare alcuni selfie da mandare a mamma e Ivana e chiara. Una volta inviati vedo Lino seduto su una panchina ad aggiornare la sua pagina Twitter e subito dopo scorrere Instagram. Mi viene un'idea. Carico una nostra foto come storia su Instagram e dentro un enorme cuore, lo taggo.
Lui neanche due minuti dopo, alza la testa e mi guarda dicendomi "non eri tu quella che odiava le manifestazioni scontate?! Però mi hai dato una idea"
Mi appoggio al suo braccio per sbirciare cosa fa sul suo telefono e mi accorgo che carica una foto che ho scattato io a lui e in cui appare assolutamente spontaneo. Devo dire che il mio amichetto qui non è niente male. Ma questo sarà meglio non dirlo ad alta voce altrimenti non farà altro che vantarsi. Pubblica la foto e sotto ci scrive "sweet Moments" e mi tagga.
Ma gli è andato di volta il cervello? .
Capisco che è veramente fiero di se stesso quando mi dice "ti consiglio di mettere il profilo privato. Alcune sono davvero spietate e con pochi scrupoli. Così impari."
Passo tutto il tempo a rifiutare richieste di segui inviate da gente che ha foto con Lino ovunque. Dire che mi sto innervosendo è dire poco. La mia tortura finisce quando Lino comunica "direi che è vendetta è stata compiuta, ora elimino il tag"
"Ma quale vendetta e vendetta, mi hai sfidata ad armi impari. Tu sei un'arma a distruzione di massa, io no"Arrivati al museo della grande guerra, io mi rendo conto per l'ennesima volta che a me la sofferenza altrui distrugge. Ascolto storie di milioni di ebrei ungheresi deportati nei vari campi di concentramento, storie di ebrei che invece si riuscivano a nascondere persino in delle intercapedini.
La lettura di Lino poi non alleggerisce il carico. Si perché lui legge traducendo i vari testi in inglese sparsi per tutto il museo dato che non c'è l'italiano e io e le lingue non siamo proprio migliori amiche. È davvero tutto molto inquietante e buio e quando esco ho persino gli occhi lucidi. Lino se ne accorge e mi abbraccia dandomi il solito bacio sulla tempia che sa che mi piace tanto. Lo fa soprattutto quando sono triste.
Per risollevare il morale, dice "siamo ancora in tempo per la mia sorpresa..però prendiamo un taxi per giocare d'anticipo".
Saliamo sul primo taxi che si ferma davanti a noi e Lino dice al conducente "chiesa di San Mattia"
"Ma perché stiamo andando lì se è nel mio programma di domani?"
"Ti avevo detto di non fare domande? Bene! Non farle!"
10 minuti dopo, per colpa del traffico, siamo davanti la chiesa di San Mattia ma proseguiamo fino a raggiungere il bastione dei pescatori.
"Ora faccio io il professore" mi dice Lino dopo essere arrivati ad una delle terrazze panoramiche "Sai perché questo posto si chiama così? Perché quando i pescatori di Budapest uscivano per andare a pescare sul Danubio, le loro donne si riunivano qui per controllare che tutto andasse per il meglio e per aspettare il loro ritorno"
"È magnifico" riesco solo a dire.
"E se aspettiamo un paio di minuti vedremo anche il sole calare sullo stesso Danubio che le donne guardavano in attesa di scorgere i mariti"
Aveva ragione. È uno spettacolo stupendo. Mi vengono i brividi, mi sento quasi la regina del mondo.
Lino era rimasto tutto il tempo dietro di me a guardare quella meraviglia. Mi giro e lo abbraccio
"Grazie per questa sorpresa e per tutto il resto" gli dico.
"Grazie a te per far parte della mia vita, amica mia. Hai ragione quando dici che potremmo passare più tempo insieme. Hai ragione quando dici, anche senza cattiveria, che alle volte sono tremendamente egoista. Ma ciò che voglio che rimanga impresso nella tua testolina è che non importa il tempo o la distanza, quando chiamerai io risponderò, sempre. Perché tu sei una di quelle poche priorità e certezze che nella vita mi rimangono. Ti voglio bene amica mia, te ne vorrò sempre"
Con le lacrime agli occhi, l'unica cosa che riesco a dire è "era, è e sarà. Sempre. Ti voglio bene anche io"

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Friendship♥️
Fiksi PenggemarQuesta è la storia di una amicizia. Una amicizia nata in Abruzzo, tra i gradini di un palazzo. . . "Siamo cresciuti insieme io e lui. Abbiamo passato le nostre migliori estati insieme. La vita ci ha portato a scegliere strade differenti ma noi siamo...