Questa è la storia di una amicizia. Una amicizia nata in Abruzzo, tra i gradini di un palazzo.
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"Siamo cresciuti insieme io e lui. Abbiamo passato le nostre migliori estati insieme. La vita ci ha portato a scegliere strade differenti ma noi siamo...
La luce di una nuova giornata su Roma entra attraverso le fessure delle persiane della camera da letto. Apro gli occhi. Mi guardo intorno. Questa non è la mia stanza. E non riesco neanche a girarmi: un braccio preme sulla mia pancia e uno è appoggiato dietro la mia testa. Dietro di me Lino che dorme profondamente. Non vorrei svegliarlo, ma ho bisogno di guardarlo per capire se tutto ciò che è successo è stato solo un sogno o era tutto una realtà. Che notte meravigliosa. Per fortuna non si sveglia, lo guardo e decido di portargli la colazione a letto. Poso un'ultima volta il mio sguardo su di lui, cullato tra le braccia di Morfeo e poi mi avvio verso la cucina
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5 minuti dopo, vassoio alla mano sono di ritorno sul letto che stanotte abbiamo condiviso. Per svegliarlo gli poso un paio di baci sulle tempie. Mugugna qualcosa e poi lentamente apre gli occhi. "Buongiorno" dico io "Beh! Almeno non sei scappata" mi dice "Non posso uscire, altrimenti lo avrei fatto di gran lunga" "Non mentire" "Non mento! Sono in una città che non conosco poi così bene, in piena pandemia, dove vuoi che vada?!" "Però mi hai preparato la colazione..." mi guarda con quello sguardo alla Conforti che tanto mi piace "Solo perché mi facevi pena!" "Certo, certo. Vieni qui. Dammi un bacio" Mi siedo nello spazio tra il suo corpo e il bordo del letto e mi abbasso su di lui per unire le mie labbra alle sue.
Dieci minuti dopo siamo entrambi seduti con la schiena appoggiata alla testiera del suo letto mentre consumiamo la colazione che tanto amorevolmente ho preparato. È lui a parlare per primo. "Credi che dovremmo parlare di ciò che è successo stanotte?" "Credo di si" rispondo io "anche se non ci dovrebbe essere il bisogno di dire che sono stata benissimo e che sono stata tremendamente stupida a non capire prima ciò che provavo" "Meglio tardi che mai" "Come ci comportiamo?" Chiedo, timorosa di quella che potrebbe essere la sua risposta "Oh fosse per me io uscirei al balcone e lo griderei al mondo" "Anche un po' meno, grazie! Aspettiamo di capire prima come va veramente tra noi, poi magari appena possiamo riabbracciare tutti, ne parliamo con calma anche con loro" "E cosa riferirai?" "Dove vuoi arrivare?" Chiedo "Cosa dirai? Che ti è piaciuto? Che non ti è piaciuto? No perché io nel caso in cui non te lo ricordassi adesso sono proprio disposto a ripetere tutto" dice mentre furtivo si avvicina a me, dopo aver appoggiato il vassoio con la colazione alla sua destra, per terra.
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"In effetti no, non ricordo molto di stanotte. Forse sarà il caso di effettuare un ripasso" E invece no, me lo ricordo maledettamente bene, cosa è successo ieri dopo pranzo, ieri sera e stanotte. Sono state le ore migliori della mia vita. Ho scoperto quanto possa essere pieno di passione Lino. Quanto possa essere meraviglioso quando lascia vagare le sue mani sul mio corpo. Ieri, mentre ci sfilavamo i vestiti a vicenda l'ho persino sentito dire "sei bellissima". Ad una insicura e a cui non piace il proprio corpo come sono io, queste cose fanno bene all'anima. Mi sono sentita venerata fra le sue braccia, amata. Ogni bacio mi trasmetteva una sensazione che non avevo mai provato. Una sensazione paragonabile alla gioia di vedere un'isola in lontananza mentre stai nuotando in mare aperto. Una sensazione di pace e salvezza. Sono state ore davvero intense. "Le mie orecchie non avevano bisogno di sentire altro"
"Dovremmo alzarci sai?" Dice mentre sono ancora tra le sue braccia. "Perché? No dai" "A dobbiamo mangiare, non possiamo mica restare a letto tutto il giorno. Io poi devo anche un po' lavorare" "Ma quanto antipatico sei?" E così mi convince a lasciare questo paradiso in terra che è il suo letto con lui dentro. "Vado a fare una doccia" dico "Ok, io intanto preparo qualcosa da mangiare. Facciamo qualcosa di veloce così usciamo a fare un giro dopo?" "Sisi, per me anche solo un'insalata andrebbe bene" "Perfetto"
"Stavo pensando" esordisco entrando in cucina con l'accappatoio e un asciugamano a proteggere i miei capelli bagnati "Ah pensi?" Mi interrompe Lino, alzando lo sguardo dallo schermo del suo cellulare "Si di solito mi capita. Comunque,dicevo: stavo pensando che magari potremmo andare ora che si può, a visitare qualche posto vicino Roma" "Dove vorrebbe andare la principessa di casa, sentiamo" "Non lo so, Castel Gandolfo? Oppure non saprei..andiamo a fare un giro ad Ariccia e ceniamo li?" "Possiamo fare entrambe le cose, tanto a castel Gandolfo non c'è molto da vedere, quasi nulla" "Ok allora è deciso, vado ad asciugare i capelli" mentre mi giro,però, sento una mano che mi trattiene un braccio. "Un attimo! Ho bisogno di constatare quanto tu sia meravigliosa in questa misera tenuta" "Ci stiamo rammollendo signor Guanciale? Cadiamo così in basso con queste frasi da film romantico?" "Vabbè vattene, già mi hai stancato" dice mettendo un finto broncio "Adoro le frasi dei film e soprattutto le frasi romantiche scontate se escono dalla tua bellissima bocca" "Anche la tua bocca non è male" dice, aggiungendo poi "baciami" "Agli ordini capo" E le mie labbra sono subito sulle sue, in un bacio che pensavo di poter gestire io e invece è lui a ribaltare la situazione. Da romantico e dolce comincia ad essere un bacio pieno di passione e di smania di esprimere il suo affetto per me "Dovresti sbrigarti a preparare da mangiare e io a finire di prepararmi, altrimenti non usciremo più" Dico, con uno sforzo enorme, mentre le mie labbra sono ancora appoggiate sulle sue "Guastafeste. Ok, ma fa presto!" "Sarò un fulmine" dico lasciandogli l'ennesimo bacio
Che pomeriggio meraviglioso! Siamo stati a Castel Gandolfo prima e ad Ariccia dopo, come dimostrano le mie storie di Instagram
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Sto diventando molto social in questo periodo, la quarantena mi ha regalato del tempo per aggiornare costantemente le mie storie su Instagram. "Ti salutano le ragazze che hanno risposto alle mie storie" dico mentre siamo seduti ad un tavolo ad Ariccia ad aspettare la nostra cena. La città era quasi deserta. La gente ancora non si fida a riversarsi nelle mete turistiche in questo periodo e così noi, minuti di guanti e mascherine, ci siamo potuti godere questi due posti senza la calca e la confusione dei turisti. "Ricambia. E se dicessimo a loro di noi due? Che ne pensi?" mi chiede, lasciandomi stupita "Ok, proviamoci. Ma ti avviso:queste cose mi imbarazzano. Magari le chiamiamo domani" "Domani andrà benissimo. Adesso dammi un bacio che sono esattamente venti minuti e quaranta secondi che non me ne dai uno" "Guanciale cominci a farmi paura" "Allora appena arrivi a casa faresti meglio a scappare perché già so che se ti prendo ti intrappolo fino a domani" "Ma mi sa che mi farò venire la sindrome di Stoccolma" mi spingo a dire facendo scoppiare entrambi a ridere. La sua risata. Che suono meraviglioso.