Questa è la storia di una amicizia. Una amicizia nata in Abruzzo, tra i gradini di un palazzo.
.
.
"Siamo cresciuti insieme io e lui. Abbiamo passato le nostre migliori estati insieme. La vita ci ha portato a scegliere strade differenti ma noi siamo...
Sto beatamente dormendo, quando sento squillare il mio infernale aggeggio che mi permette di restare in contatto con il mondo. Spero davvero tanto di averlo lasciato sul comodino accanto a me ieri sera prima di addormentarmi. Mentre lo cerco, con gli occhi chiusi e con la mia mano che tocca qualsiasi cosa escluso l'oggetto del desiderio che continua a squillare senza tregua, ad animarsi è la mia sveglia digitale. Sono le otto del mattino. Ok, chiunque mi disturbi a quest'ora deve avere una valida ragione altrimenti non rispondo di me. Quando ormai ho capito che il mio cellulare è rimasto in cucina, cerco di correre più veloce che posso nella sua direzione. Quando arrivo in zona del suono, dopo aver controllato chi è, rispondo. "Spero tu abbia una valida ragione per chiamarmi a quest'ora" "Dai che il mattino ha l'oro in bocca" è Lino. Non avevo dubbi. Solo lui é capace di essere così sveglio e pimpante la domenica. Alle 8 del mattino. "Ricordami perché siamo amici ?!" "Perché sono meraviglioso o perché stai per diventare un'assistente sociale. Non hai ancora deciso quale sia l'alternativa migliore" "In questo momento sono più proiettati verso la seconda. Che vuoi?" "Abbiamo così tanto sonno che abbiamo deciso di essere proprio acidi da quelle zone. Comunque, la smetto o finisce male. Che progetti hai tra ... diciamo 2 ore?" "La mia solita roba, spero di uscire per un caffè con Chiara e Ivana tra un'oretta, tanto ormai mi hai svegliata! Perché?" "Riesci a farne a meno? Penso di essere da te tra due ore! Sto raggiungendo Antonella a casa dei suoi, te li presento!". Finalmente ci saremmo rivisti, non stavo nella pelle. Per via del suo lavoro passavano settimane e volte anche mesi prima che riuscissimo a vederci, o lo raggiungevo io o mi raggiungeva lui. Antonella era la sua nuova fidanzata, l'aveva notata durante uno dei suoi corsi all'università a Milano. Lei era pugliese come me. Mi ha raccontato di lei circa un mese fa. Quando ho detto che aveva conosciuto questa ragazza io non avevo dubbi sul fatto che le sue parole di ammirazione erano sincere, non era uno che si lanciava in storie di poco conto. "Non ti vedo da più di un mese e pensi che potrei rifiutare questo invito? Per di più con una sorpresa così allettante in allegato? Tu sei matto! Sarò pronta anche prima di due ore. Non sto nella pelle. Avvisami quando sei a Trani così ti dico dove devi raggiungermi. Non correre, a dopo ". "Adoro sentirti dire a dopo, mi da l'idea di casa", dice prima di riattaccare. Ok, sono nervosa. Questo primo appuntamento al buio con una ragazza mi fa strano. È la seconda volta che Lino mi presenta qualcuno che ritiene parte di quello che definisce "progetto di vita serio". Mi vesto e raggiungo le mie amiche al bar sotto la loro casa. Per fortuna erano sveglie. Stiamo aspettando il caffè quando racconto loro il progetto della mia giornata. Loro sono davvero tanto contente quando io e Lino passiamo del tempo insieme, dicono che ha lo strano potere di rendermi rilassata. Forse un po 'lo credo anche io, quando lui chiama tutte le mie preoccupazioni legate all'università scompaiono. È come il mio calmante preferito. Forse perché con lui riesco a parlarne come con nessuno ed è capace di rilassarmi ed estraniarmi. A parte Chiara e Ivana con cui quelle paure le condivido. Mi piace pensare che abbiano effetti diversi, ma sono tutti e tre necessari alla mia sopravvivenza. Mentre rifletto su tutto questo e mentre con le mie amiche facciamo il punto di ciò che è stato studiato in settimana e di ciò che studieremo nella settimana successiva, sono già passato due ore. Il mio cellulare si anima. Un messaggio:
Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.
Paghiamo e, dopo aver preso il caffè per Lino, usciamo dal bar. Stiamo facendo la nostra dose giornaliera di pettegolezzi quando ci accorgiamo che al lato del marciapiede si ferma un auto. È lui. Lo abbraccio. Mi era mancato tanto. Dopo aver salutato le ragazze, siamo già in viaggio. "Eh no! Non ti azzardare a dormire! Sono io quello che ha guidato per 7 ore dopo uno spettacolo a Milano. Ho bisogno di compagnia, ci aspettano altre 2 ore di viaggio" "Ok, allora chiedimi o raccontami qualcosa visto che è la tua la colpa del mio risveglio prematuro " " Guarda che devi ritenerti fortunata. Ho avuto una voglia matta di chiamarti tutta la notte per avvisarti. Comunque, non ti racconto niente altrimenti la mia voce ti fa da ninna nanna, perciò raccontami un po 'dell'Università " L'università. Gli racconto di tutte le mie preoccupazioni e di quanto questa cosa degli ultimi esami e la relativa pressione mi stia uccidendo, di quanto mi venga voglia di piangere al solo pensiero che potrei anche non farcela e di quanto male mi fa non poterne parlare con qualcuno che mi sappia consolare quando lui è troppo impegnato con il lavoro. Mentre sputo fuori tutto ciò che ho dentro, Lino si accorge di quando la mia faccia mostri tutta la sofferenza per questa situazione e ne approfitta per accogliere la mia mano nella sua e portarsela alle labbra per baciarla. "Io credo in te e io soprattutto sono con te" "Lo so, lo so da sempre. Ma ora non ci pensiamo. Allora: Puglia, Antonella a casa dei suoi. Tu che guidi 9 ore. Mi devi dire qualcosa? i suoi, eh? " Mi guarda perplesso e si affretta a smentire "ma sei pazza ?! No! Troppo presto, mi vergogno! Sono pur sempre il Lino super timido io! No! Lei ha detto ai suoi che torna a Milano con un suo amico pugliese! Sono qui solo per fartela conoscere e per evitarle un viaggio di ritorno costoso. Ora passiamo sotto casa sua, carichiamo i bagagli e poi ce ne andiamo a mangiare in qualche ristorante in un'altra città che io non ho ancora visto e poi stasera, quando ti riaccompagno a casa, andiamo a dormire all'Itaca, dove ho prenotato ieri sera, e domani mattina ripartiamo ". Il programma mi piace e quando glielo comunico ne approfitto anche per fargli la fatidica domanda: "i giornali? Perché non ne hanno ancora parlato?" "Perché sono stato molto attento, forse?!" Risponde con la sua solita faccia da schiaffi, tipica di quando spiega qualcosa a cui secondo lui potevo arrivarci anche da sola e poi continua "ma ancora per poco, ho intenzione di fare qualcosa che stupirà tutti. Ora ti racconto "