Questa è la storia di una amicizia. Una amicizia nata in Abruzzo, tra i gradini di un palazzo.
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"Siamo cresciuti insieme io e lui. Abbiamo passato le nostre migliori estati insieme. La vita ci ha portato a scegliere strade differenti ma noi siamo...
Sapevamo sarebbe stato difficile. Siamo sempre stati abituati anche a doverci salutare. Gli ultimi mutamenti però non hanno aiutato. Ci siamo sempre salutati come amici, mai come una coppia. Ci siamo sempre salutati con la paura di non poterci risentire e rivedere quando volevamo, mai con la paura che questa bolla che abbiamo creato potesse improvvisamente scoppiare. Lino partirà questa notte, per evitare il traffico, e io resterò qui, a cercare di non far svanire dalle mie narici l'odore della sua pelle e a cercare di imprimere in me il ricordo delle sue mani sul mio corpo.
Siamo a casa mia da ormai 3 giorni. Ci siamo arrivati sabato nel primo pomeriggio. A mia madre abbiamo raccontato tutto senza mezze misure. Le abbiamo raccontato che la quarantena ci ha fatto capire quanto indissolubilmente siamo legati e quanto lo siamo sempre stati, Solo che ingannavamo noi stessi quando non volevamo ammettere che forse tutto questo era molto di più di un'amicizia. Mia madre, che è sempre stata dalla mia parte, ci ha semplicemente detto che se eravamo consapevoli noi di ciò che provavamo per lei non sarebbe cambiato nulla. Ci ha abbracciati e si è professata davvero contenta per noi. Domenica invece lo ha saputo tutto il resto della famiglia, senza cerimonie e senza discorsi ufficiali. Durante il pomeriggio giocavamo alla Wii di mio cugino e facevo coppia con Lino in uno di quei giochi a squadre. Giocavamo contro Nico e Raffaella, i miei cugini, loro fortemente competitivi da un lato e noi ancora di più dall'altro. È quando abbiamo vinto che, davanti agli occhi di tutti, presi dal momento di euforia ci siamo baciati. Alle domande di rito ci siamo limitati ad annuire e sorridere.
"Oh sei pronta?" È Lino che mi mette fretta mentre mi sto preparando in bagno. "Si, un attimo" Oggi pranziamo fuori. Ho provato a convincerlo che dato che deve guidare per tutta la notte forse sarebbe stato meglio se avessimo mangiato qui e poi lui si fosse messo a riposare, ma ha insistito. Continuava a ripetere che aveva bisogno di passare del tempo con me, da soli. Lontano da occhi indiscreti. Siamo diretti a Bari. Mangeremo in un ristorante del centro storico che prepara dei piatti tipici veramente buoni e con le ricette antiche tramandate di generazione in generazione.
"Mi chiamerai ogni giorno e quando non potrai mi invierai dei messaggi. La sera videochiamata d'obbligo e la mattina, appena ti svegli, a qualsiasi ora mi devi scrivere" Siamo seduti al tavolo di questo ristorante rustico che ogni volta che ci veniamo supera di gran lunga le nostre aspettative. "Altro, principessa?" "Fai poco lo spiritoso" "Mi mancherai tanto anche tu" mi dice, diventando serio d'improvviso. "Che repentino cambio d'umore, starai mica recitando con me?" Gli chiedo per riuscire a stemperare la tristezza creata al solo pensiero del fatto che tra poche ore ci divideremo "Sai che con te non ho mai recitato. Mai fatto e mai lo farò" "Questa tua vena romantica mi destabilizza sempre. Vieni qui, ho un urgente bisogno di un bacio" "La accontento subito, principessa"
Passeggiamo tanto, mano nella mano. Ogni tanto veniamo interrotti da alcuni fan che scattano foto o chiedono a Lino di scattarne alcune insieme, ma fa parte del gioco. Ormai siamo abituati a questo. Speriamo però che queste foto non finiscano in rete, soprattutto quelle che ci ritraggono insieme. Non sono ancora pronta a far diventare la mia relazione con lui di dominio pubblico, per niente. Passeggiamo per le vie del centro. Passeggiamo fino ad arrivare sul lungomare. Il mare. Quanto mi era mancato in quarantena a Roma ma soprattutto mi era mancato vederlo associato a quella bellissima presenza che è il mio fidanzato
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Sembra così rilassato, così in pace con se stesso, soprattutto dopo le ultime settimane che per lui sono state davvero problematiche. È vero, domani ci separeremo ma io ho ancora bisogno di godermi la sua vicinanza.
Stiamo facendo il giro inverso, per poter tornare all'auto, quando sul corso incontriamo un gruppo di ragazze tra cui colei che mai immaginavamo di vedere dopo così poco tempo. Antonella. Antonella e le sue amiche. A Bari. Sulla nostra stessa strada. Il destino si burla di noi ma soprattutto di me. Quando Lino la vede le sorride, io anche ma forse con più finzione del suo ex fidanzato. Gli occhi di Antonella passano da me a Lino fino ad incrociarsi dove i nostri palmi si uniscono È Lino a prendere per primo la parola "Anto! Ciao! Come stai?" Non è mai stato uno che riserva rancore, ne uno che pensa che possano serbarne gli altri. Lei, per tutta risposta, gli si avvicina con il chiaro intento di lasciargli un bacio sulla guancia dicendo "ciao Lino! Bene bene! Tu?" Sento qualcosa montarmi dentro, spero non sia il solito fastidio che penso. Mi farei ribrezzo da sola, infondo ha scelto me. Ma allora perche questa sensazione non va via?! "Ciao Anto! Che piacere vederti!" Dico io per cercare di far notare la mia presenza che sembra del tutto ignorata dalla pugliese che aveva rubato il cuore del mio uomo "Anna! Cosa ci fate qui?" "Un giro turistico prima che io riparta per Roma" risponde Lino "Questa pandemia ha diviso tutti! Però voi almeno siete riusciti a vedervi appena finito tutto, vedo" Bugiarda cronica maledetta. Come se non sapesse che abbiamo passato la quarantena insieme. Vuoi giocare? E giochiamo! "Veramente io sono stata a Roma. Ero lì per della roba con l'università e Lino non mi ha più lasciato scendere. Non voleva restare solo" "Ah beh almeno non sei rimasto solo" dice mentre passa una mano sul braccio di Lino, a mo di carezza. Ma io te la trancio quella stupida mano. "No! Ero decisamente in ottima compagnia. Beh ora, se vuoi scusarci, dobbiamo proprio andare. È stato un piacere rivederti e buona vita" dice Lino ricominciando subito a camminare. Non le ha lasciato neanche il tempo di rispondere. Lino 10. Antonella 0. Lo adoro.
9 giugno 2020
Tasto lo spazio del letto che Lino occupava e mi accorgo che è terribilmente vuoto. Vuoto e freddo. Deve essere andato via da molto e io non me ne sono accorta. Mi sto odiando, terribilmente. È mentre qualche lacrima scende incontrollata sul mio visto, che mi accorgo che sulla scrivania c'è una lettera.
Dolce amore mio, Il giorno tanto temuto è arrivato. Sto tornando a casa, in quella casa che non sara più la stessa. Mai più. In quella casa che ha visto nascere il nostro amore In quella casa dove tutto ormai sa di te In quella casa che senza te e i tuoi passi pesanti sarà tremendamente silenziosa. L'unica sola consolazione è sapere che quella casa un giorno diventerà la nostra casa Aprirò gli armadi e cercherò il tuo odore. La cosa che più mi mancherà. Promettimi che saremo più forti di questa lontananza e promettimi che, appena sarà possibile, uno scapperà dall'altro. Anche in capo al mondo. Sarà doloroso ma ne usciremo più innamorati. Dormi, amore mio. Sei così bella. Sognami e quando sarai sveglia chiamami. La tua voce già mi manca. Anche se non ce lo siamo ancora detto, forse scriverlo mi uscirà più semplice: ti amo Anna! Ti amo perché sei la cosa più vera e sincera di tutta la mia vita. Immensamente ed eternamente tuo, Lino.
L'unica cosa che riesco a fare, tra le lacrime, è chiamarlo. Risponde al secondo squillo "Ti amo anche io, tremendamente"