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6 gennaio 2020

Ed eccomi qui. In riva al lago di Nemi, Roma. Accanto a me Lino, il mio migliore amico. Sono qui a Roma dal 2 gennaio, da quando ho deciso di ripartire con lui dopo che ha passato le feste di Capodanno a casa con i miei. Sembra essere tornato il sereno tra noi. Sembra che siamo tornati ad essere i soliti. Quelli di sempre.

Il giorno dopo essersi presentato a casa mia, gli ho raccontato di Gianluca e lui si è professato scettico sulla buona fede di lui alla concessione di farci passare tutto questo tempo insieme
"Insomma quale uomo che abbia un minimo di amor proprio lascia la persona con cui spera di concludere qualcosa andare con un altro uomo per tutti questi giorni, per di più da soli?! Nah non ci credo. La faccenda puzza" aveva esordito mentre eravamo in macchina per tornare a Roma e si stava riparlando del mio meraviglioso appuntamento con Gianluca. Si perché poi, dopo che l'ho praticamente piantato in asso, il giorno della vigilia di capodanno siamo andati a pranzo insieme, un appuntamento anti convenzionale. Come tutta la mia esistenza.
Sono stata assurdamente bene con lui, forse complice la mia ritrovata serenità, perché mi ha fatta ridere e siamo riusciti a parlare di tutto. Mi ha raccontato del suo percorso di studi, di come è contento di aver avuto accesso ad un master importantissimo a livello nazionale a cui pare accedano poche persone e di come ogni giorno si svegli fiero di se stesso nonostante sia consapevole che sia solo al primo gradino della scala. Dopo il pranzo siamo andati e prendere anche un gelato. E quando mi ha accompagnata a casa mi ha baciata. Un bacio epico, avrebbe detto qualsiasi ragazza. Ma a me quel ragazzo prendeva ancora solo di mente. Mi piaceva da matti, ma mentalmente. Ho comunque deciso di rivederlo al mio ritorno a Barletta. Con lui ci sto bene e spero che quell'attimo di sconforto relegato ai miei sentimenti sia solo passeggero. Voglio dargli delle possibilità.
Ovviamente Lino tutto questo lo ha saputo appena sono tornata a casa, dove mi aspettava. Stava dormendo quando sono rientrata e mentre mi infilavo sotto le coperte, dopo essermi cambiata, dal suo letto, quello che in realtà è di mia sorella, dall'altra parte della stanza mi ha detto "so che hai bisogno di parlare. Spara" e gli ho raccontato tutto. Non era contento della mia decisione di rivederlo se i miei sentimenti apparivano così loquaci ma accettava il mio punto di vista.
"Insomma quale donna che abbia un minimo di amor proprio lascia la persona con cui spera di concludere qualcosa andare con un'altra donna per tutti questi giorni, per di più da soli?! Sei patetico" gli avevo risposto io. Fu la sua risposta a quella domanda che mi lasciò interdetta
"Nessuna. Infatti, nella mia vita non c'è più nessuna donna".
Ebbene sì, Lino e Antonella non erano più una coppia.

"È successo più o meno da quando lei, già insospettita della strana aria che tirava tra noi dopo Budapest, ha sbraitato dopo che avevo rifiutato di passare il Natale con lei"
In effetti, ora che ci penso, una volta arrivati nel suo appartamento a Roma, il 2 gennaio, di Antonella non c'era più traccia.
"Perché non me lo hai detto?"
"Non volevo ti facessi strane idee dopo..insomma lo sai. La verità è che l'ho lasciata io. Non riuscivamo a conciliare nulla. Già faccio una vita complicata, se ci aggiungiamo che la donna che mi è a fianco  pretende tanto da me senza privarsi lei stessa di qualcosa, diventa un rapporto a senso unico. E a me i rapporti a senso unico non stanno bene da un bel po. Ho voglia di stabilità e ho voglia di una famiglia, anche se in effetti il tempo che passa non aiuta. Ho voglia di famiglia e di figli anche domani ma se mi devo accontentare proprio no. Non me lo merito"
"Stai bene?" Gli chiedo
"Sei qui,con me. Questo mi basta e mi basterà sempre"
"C'è una cosa che non ti ho detto. Ho intenzione di continuare a studiare."
"Ok ma sento che c'è un ma"
"La magistrale a cui voglio iscrivermi è qui a Roma. Ecco...volevo chiederti se..ti andasse di avermi per i piedi per un po, almeno finché non troverò una casa tutta mia"
"Dici davvero? Potrei averti in casa tutto il tempo?"
"Se non ti va basta dirlo, mi mobilito e provo a cercare una casa più in fretta che posso"
"Non avevi bisogno di chiederlo. Lo sai"
"Grazie"
Mi accoccolo sulla sua spalla e comincio a fantasticare su ciò che sarà la mia vita da quando lascerò Barletta.
Il flusso dei miei pensieri viene interrotto dall'uomo accanto a me che mi comunica che ha appena saputo che fra due giorni era atteso sul set del commissario Ricciardi a Napoli.
"Potresti venire con me a Napoli e stare un po' sul set e quando vuoi, uno due tre giorni dopo, riparti da Napoli. Saresti già a metà strada e potremmo passare ancora del tempo insieme"
"Ci sto" gli dico "ma ad una condizione"
"Oddio! Quale?"
"Aspettiamo che adesso cali il sole così ci godiamo il tramonto sul lago e poi mi compri un gelato alla fragola"
"È una condizione accettabile. Mi aspettavo di peggio. Ti voglio bene."
"Ti voglio bene anche io"
Erano giorni che non ce lo dicevamo ed ora è tornato davvero a splendere il sole

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