24 dicembre 2019
La vigilia di Natale.
Ho sempre amato le feste.
Ciò che più amo però è il poter passare del tempo in famiglia. Io amo tutto ciò che è famiglia e soprattutto amo i miei cugini. Ho dei cugini meravigliosi, sono gli unici amici che non ho scelto. Siamo tutti legati da una sorta di filo rosso. Non importa dove la vita ci porterà, io e mi miei cugini saremo insieme, sempre.
Quest'anno qualcosa è cambiato. Non sono totalmente e incondizionatamente felice come avviene ogni anno.
Sono stati giorni non facili, infelici. Non sento Lino da quel giorno, quando, sulla via del ritorno, ci siamo scambiati quei due messaggi. Sono stati i giorni in cui uscivo dalla mia stanza solo per i pasti o perché mi venivano a trovare chiara e Ivana e passavamo i pomeriggi sulla mia veranda. A loro avevo raccontato tutto ma avevo chiesto di non esprimersi a riguardo. Erano cose che dovevo valutare in autonomia.
A mia madre continuavo a dire che restavo in stanza tutto il tempo perché c'era una serie tv che mi stava appassionando. Per ora ci stava credendo, in futuro inventerò qualcosa.
In questa mattina da vigilia sono stesa sul mio letto, come le altre mattine da quando sono tornata a casa mia, quando sento suonare alla porta d'ingresso.
"Andate voi?" Grido sperando che mamma o papà rispondano. Quando non ricevo risposta mi rendo conto che anche oggi sono usciti per andare a lavoro. Ma non riposano mai?!
Vado alla porta e davanti a me compaiono Ivana e chiara vestite di tutto punto "Che fighe! Che c'è? C'è un party di cui non sapevo nulla? Entrate". Mentre le precedo lungo il corridoio che porta alla cucina noto il biglietto di mamma e papà in cui riferiscono che torneranno per le 12 e che pranzeremo insieme. Bene.
"Volete il caffè?" Dico alle mie ospiti mentre aziono l'aggeggio che eroga la mia sostanza da dipendenza.
"No vogliamo che ti vesti e che esci con noi" mi dicono, all'unisono
"1 perché parlate in sincronia 2 perché pensate che io voglia uscire?!"
"Ma guardati, sei indecente. Va subito a renderti presentabile. É finito il momento per piangersi addosso. Qualunque cosa tu abbia deciso, questo è il momento di reagire" Dice Chiara Subito seguita a ruota da Ivana che sostiene che debbano presentarmi dei nuovi amici carini.
"Voi lo sapete che io non ho bisogno di come li chiamate? Ah già amici carini"
"Ne abbiamo bisogno noi però ! Muoviti"
Trenta minuti dopo, sto cercando di mettermi le lenti a contatto per poter usare gli occhiali da sole e coprire queste stramaledette occhiaie. Devo dire che ripulita non sono per niente male.
Arrivate davanti al bar "sulemani", ai piedi della cattedrale, tre ragazzi che ad occhio sembrano abbastanza carini, agitano le braccia per farci vedere. Menomale che hanno preso il tavolo loro, altrimenti saremmo rimasti in piedi e non sarebbe il massimo dato che , su consiglio delle ragazze, ho messo delle scarpe poco comode.
"Ciao ragazzi" dice Ivana.
"Vi presentiamo la nostra amica Anna"
I ragazzi mi salutano e si presentano
"Ciao io sono Alessandro" "Anna" e io sono "Gianpiero", "ciao, io sono Anna ma lo hai sentito". È il terzo ragazzo che cattura la mia attenzione. Bruno, occhi marroni e alto. "Gianluca ma mi chiamano tutti Luca" mi dice. "Anna" gli dico.
Ordiniamo un aperitivo e mi rendo conto che non sono per nulla pentita di essere uscita. Sono tutti molto simpatici e dimostrano di avere tutti le idee più che chiare: Alessandro pende dalle labbra di Chiara e gianpiero da quelle di Ivana. Gli unici che sembrano un po' troppo nuovi in questo contesto siamo io e Gianluca.
Il tempo passa e io accendo il display del mio cellulare per vedere che ora è. Lo sfondo é ancora quello. Non è mai cambiato e, nonostante tutto, credo che rimarrà lì per molto. È una foto mia e di Lino scattata da Maria Pia in uno dei momenti in cui ci addormentavamo davanti ad un film, abbracciati.
"Sei fidanzata immagino" chiede Gianluca, indicando con la testa il display del mio telefono. Cavolo! E adesso come glielo spiego?
"È il mio migliore amico, siamo cresciuti insieme. Scusa ma ho bisogno di andare un attimo in bagno"
Arrivata in bagno, mi rendo conto che non ho ricevuto ancora nessun tipo di informazione, avviso di notifica what's app. Triste e amareggiata torno dai ragazzi.
"Scusa per prima è che ci sto molto male, non stiamo passando un bel periodo. Scusa ancora" dico a Gianluca
"Ma scherzi? Anzi scusa tu! E allora, non hai un ragazzo?"mi chiede
"No niente di niente, sprovvista"
"Quindi ti posso invitare ad uscire?"
"Non so, facciamo in questo modo: questo è il mio numero, mandami un messaggio. Sentiamoci, poi vediamo se riesci a convincermi per questa ipotetica cena"
Poche ore dopo andiamo via.
La sera di Natale, dopo il cenone e il tradizionale scambio di regali, riprendo il cellulare in mano dopo ore. Nel pannello delle notifiche vedo che, tra i vari messaggi di auguri ricevuti, ce n'è uno di LinoNon ho aggiunto altro. Non ho voglia di sbilanciarmi, questa è l'unica cosa che è certa nella mia vita tra le tante incertezze.
I giorni seguenti li ho passati a messaggiare con Gianluca, ammetto che oltre ad avere una grande disinvoltura è anche una gran bella persona, una gran bella testa. Ci stiamo conoscendo tanto. Parliamo di tutto: da ciò che ci piace a ciò che vorremmo dal nostro futuro e anche di università. Lui sta studiando e sta preparando la tesi finale per la magistrale che ha frequentato in inglese in marketing all'università di Bari.
Ed è mentre rispondo all'ennesimo messaggio della giornata che suonano alla porta.
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Ciao a tutti,
So che è un po' corto ma l'ho scritto per ringraziarvi dell'entusiasmo dimostrato verso la mia storia. Spero ci stia piacendo.
Chi ha suonato alla porta di Anna?
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Friendship♥️
FanficQuesta è la storia di una amicizia. Una amicizia nata in Abruzzo, tra i gradini di un palazzo. . . "Siamo cresciuti insieme io e lui. Abbiamo passato le nostre migliori estati insieme. La vita ci ha portato a scegliere strade differenti ma noi siamo...