28. Due lacrime

866 54 45
                                    

Il sole sta tramontando,
lo osservo da un po' ormai.

Sono arrivata proprio come me ne ero andata: un fascio di luce, l'oblio più intenso e poi la parete della casetta.

Questa volta non avevo avuto bisogno di osservarmi intorno, conoscevo benissimo quel posto.
Lo avevo fatto lo stesso però: mi ero guardata intorno tentando inutilmente di scacciare le lacrime.

Dovevo aspettarmelo: le cose belle non durano mai tanto a lungo.

Scaccio velocemente il ricordo del ritorno e rientro in casa, sul terrazzo comincia a far freddo.

Non so come sia possibile ma pare che sia stata via solo mezza giornata.

Ovviamente, una volta rientrata non erano mancati sguardi interrogativi: il mio abbigliamento non era proprio consono ad una camminata, avevo inventato dunque di essere andata a trovare una mia amica.

Ormai i miei, abituati alle mie stranezze, non fanno troppe domande.
Così dopo aver subito un rimprovero da parte di mia madre, dal momento che non avevo risposto alle sue chiamate, la storia era terminata lì.

Mi infilo in camera mia, non ho alcuna intenzione di uscire per i prossimi secoli.

Ed è qui che, spiaggiata sul letto ad osservare il soffitto, mi dico:

CHE VITA DI MERDA!

Ogni tanto questa frase usciva dalle mie delicate labbra, lo dicevo per scherzare o per sdrammatizzare.
Stavolta però ne sono certa: ci viene dato qualcosa e poi ci viene tolto, come se Dio o chi per lui, si divertisse a vederci soffrire.

È logico che io stia soffrendo:
avevo iniziato una nuova vita,
stavo vivendo nel mio sogno e all'improvviso mi ritrovo nella normalità più totale, carica di adrenalina e speranza,
ad affrontare problemi normali,
situazioni normali,
persone normali...

Mi ero innamorata.
Mi sono innamorata.

Pensavo non sarebbe mai successo, anzi, pensavo sarebbe successo un giorno:
Un bel tipo, simpatico e intelligente che spunta dal nulla e mi cambia la vita.

Più o meno è stato così.

Peccato che d'ora in poi potrò solo sognarlo.

Dovrei cominciare a pensare a lui come se fosse morto?
Probabilmente sarebbe più facile affrontare un lutto, di un buco fanta- spazio temporale.

Ma che vado dicendo?!
Sto delirando.

Ad ogni modo, non mi sono mai fidata troppo del sistema sanitario in generale, ma  forse dovrei andare da uno psicologo, sicuramente troverebbe un senso a tutto ciò...
Ma chi prendo in giro!
Mi farebbe richiudere da qualche parte o mi imbottirebbe di pasticche colorate.

Non so se crederci o no... insomma, era tutto così reale,
era tutto così vero.  

Può essere che stia ancora dormendo?

Ecco! Forse addormentandomi ora che sono a casa, potrei svegliarmi davvero, nel mondo reale, realizzando che è stato tutto un sogno, una delle mie tante fantasie, andata però per le lunghe!

Sisi, è sicuramente così.

Sperando in cuor mio, che non sia stato tutta una fantasia ma che sia stata una bella esperienza di vita, da aggiungere nel mio curriculum top secret, cerco di prendere sonno.

Il momento della verità è alle porte:
Veronica scoprirà se è stato tutto un sogno oppure no?

Lo scopriremo nella prossima puntata!

Così, ridacchiando per il mio solito sarcasmo inopportuno, chiudo gli occhi.

Una lacrima arriva a scurire il cuscino,
Una minuscola lacrima pesante di speranza.
Un'altra la raggiunge quasi immediatamente, temo che sta volta sia il turno della tristezza.

Vivrò mai un esperienza migliore?
Credo proprio di no.

Legolas ~ Quello che vorrei ~ Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora