11. Un brindisi a noi

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Mi sveglio presto come al solito, ma stamattina stranamente la prima cosa che vedo non è il viso di Asdel.

Dopo le prime due notti passate in tenda nei giardini davanti al palazzo reale, ci siamo convinti ad accettare le stanze offerteci gentilmente dagli elfi. Pensavamo di restare non più di tre giorni ma dovremmo rimanere un po' di più per decidere come affrontare gli orchi avvistati da Legolas, nel caso dovessero spingersi oltre il confine.

Sappiamo che le armate elfiche sarebbero più che capaci, ma Aragorn e gli altri pensano di ottenere qualche informazione sulle decisioni del Grande Occhio da uno di loro.

Già, finalmente si sono decisi a spiegarmi tutta la storia: tra anelli distribuiti ai vari abitanti della Terra di Mezzo, forze del male e battaglie varie. Mano a mano che raccontavano io ricordavo ciò che sapevo sulla Terra ma stranamente, prima che le parole uscissero dalle loro bocche, non avevo la minima idea di cosa avrebbero detto.

Ci volle tutto il pomeriggio per collegare i vari tasselli, oggi quindi niente allenamento.
La mia ciurma pensa che ormai sia pronta, io sono rimasta sbalordita quando me l'hanno detto: come posso aver imparato così tante cose in pochi giorni?
Come al solito, Frodo con quella sua aria pensierosa e quasi afflitta, mi ricorda le parole di Gandalf su come mi sarebbe venuto semplice affrontare le situazioni di questa realtà.
Povero Frodo, non immagino neanche cosa voglia dire combattere in ogni momento per resistere ad una forza oscura che hai legata al collo perché quello è il tuo dovere, è ormai lo scopo della tua esistenza. Menomale che c'è Sam con lui, un vero amico.

Ripenso alla mia "vera amica", chissà che farà a quest'ora, sicuramente mi avrà chiamata 800 volte ma non so decidere se pensare che sia preoccupata o meno, sa che sono un po' imprevedibile, potrebbe supporre che mi sia chiusa in qualche maratona settimanale su quelle "cose strane che guardo io" (testuali parole).

Ovviamente penso anche alla mia famiglia già che ci sono, sanno che non andrei da molte parti senza telefono, a quest'ora avrò una squadra di ricerca a casa e la scientifica.
Mi dispiace veramente tanto per la preoccupazione e i disagi che sto creando loro in questi giorni ma che posso fare?
Ho supposto che dobbiamo risolvere questa sfida nella Terra di Mezzo per poter decidere, e quindi avere la possibilità, di tornare a casa o rimanere qui.

Se dovessi rimanere qui se ne dovranno fare una ragione, so che probabilmente i miei non smetterebbero di cercarmi, che spaccerebbero la mia faccia ovunque per chiedere in giro se qualcuno mi ha vista di recente e farebbero tante altre cose che ho visto nei film polizieschi che tanto mi piacciono. Questo mi farà sentire in colpa per il resto della mia esistenza ma ora come ora so che non devo pensarci.

- Ei ragazzina, non ci pensare troppo!

- A cosa Boromir?

- Non so ma ti vedo pensierosa, a volte nella vita si deve seguire l'istinto.

Mi sorride e io faccio lo stesso, lo vedo tranquillo oggi, ma probabilmente è sempre in vena di prendermi in giro e ora come ora non ho voglia di scherzare. Mi scosto quindi dal tronco dove si era appoggiato anche lui e mi allontano, optando per una solitaria passeggiata.
Non sento passi dietro di me quindi mi tranquillizzo.

Arrivo ad uno sprazzo di terra ricoperto di finissimi e corti fili d'erba, con che la taglieranno? È perfetta.

Inizio con un po' di stretching per poi passare a verticali, rovesciare e trick vari.
Fare ciò mi libera la mente.

- Ma che brava, mi insegni?

- Asdel! ma dove ti eri cacciata?

- Oh cara, avevo delle commissioni da fare, ora però sono tutta per te. Sciogliti subito quella coda e vieni qui, non puoi farti vedere così!

Ubbidisco, non l'ho mai vista irritata e non ci tengo. Mi sistema i capelli in una pomposa ma allo stesso tempo delicata treccia.

- Allora, cosa vuoi imparare?

- Non so, dimmi tu. Fate tutti queste cose nella tua realtà?

- Assolutamente no, ci sono tante discipline, alcune persone non ne fanno, è soggettiva la cosa.

- La tua sembra molto interessante, come si chiama?

E iniziando a parlare dei vari sport che praticavo "dall'altra parte", passiamo un bel po' di tempo insieme ed io mi convinco sempre più di aver trovato la mia Vera amica.
Le insegno alcune basi fondamentali e tra varie cadute e piccoli traguardi superati, si fa l'ora di cena.

Andiamo a sistemarci, tutte sudate così siamo un po' impresentabili.
Vorrei che si preparasse con me, come facevo co... nella mia realtà d'origine.
Lei però non può, ha degli ordini precisi e le sue stanze non sono da questa parte della struttura, quindi per questa volta mi preparerò da sola. Aveva insistito nell'aiutarmi, dicendo che lei si sarebbe andata a preparare successivamente, ma non voglio farle fare tardi a cena, come ieri sera per il ballo, quindi l'ho obbligata amichevolmente a congedarsi.

Già, il ballo. Sorrido soddisfatta per la piacevole serata. Sarà un ricordo indimenticabile e, sono sicura, una delle mie più belle serate qui.

Ah, Asdel mi ha rinnovato nuovamente l'armadio. Mi lavo velocemente e, dopo aver indossato un grazioso semplice vestitino color azzurrino pastello ed aver sistemato i capelli con una mollettina dello stesso colore, mi dirigo in sala per la cena. Tutte le scarpe che trovo sono comode, che cosa emozionante!
Queste mi piacciono particolarmente, mi sono sempre piaciute le ballerine ma sulla Terra correvo continuamente da una parte all'altra per i vari allenamenti, quindi non si addicevano al mio stile di vita.

Solito tavolo, soliti amici. A metà cena, per tirarmi su il morale, mi alzo in piedi chiedendo un brindisi:

- Un attimo di silenzio per favore, vorrei proporre un brindisi a voi, a noi e al nostro percorso. Mi state dimostrando molte cose nella mia ancora breve permanenza qui...

Guardo ognuno di loro mentre parlo, tra chi mi sorride e chi mi guarda attentamente.

... voglio già un gran bene a tutti e spero che voi me ne vogliate altrettanto, ma so che è così perché sono fantastica...

A questo, sorrido sfacciatamente provocando varie risarelle.

... Quindi brindiamo a noi.

Applaudono tutti sorridendomi e Gimli mi guarda dicendo di non fare più cose del genere perché odia commuoversi.

Osservo istintivamente Legolas, anche lui mi sorride compiaciuto dicendomi:

- Ecco che torna a prevalere la tua profondità.

Ci sorridiamo per poi continuare la cena.

Mi sento bene con loro, dannatamente bene, per un attimo penso che vorrei non finisse mai. È sempre stato il mio sogno infondo, ed ora finalmente lo sto vivendo.

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