12. Certezze

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I giorni passano, ormai non li conto più, non voglio farlo.

Voglio vivere, assorbire ogni momento, uno per uno, perché non torneranno.

Qualsiasi sia la scelta che prenderò, ciò che è stato non si ripeterà, ne sto prendendo coscienza.

Lo sto comprendendo ora che ci stiamo preparando per ciò che temevo, ma che, nel profondo del mio cuore, desideravo affrontare.
So che può sembrare una follia, ma ho letto di guerre, di battaglie, di sconfitte e di vittorie, senza mai sapere cosa si provasse realmente.
Ho sudato, gioito, pianto, ferito e sono stata colpita, al contempo dei miei preferiti eroi...
Ora da questa parte ci sono anche io. 

Gli orchi sono proprio al limite del confine.
Dice se ne contino una cinquantina.
È stato ordinato agli elfi di preparare la truppa per la battaglia.
Noi ovviamente combatteremo al loro fianco, è anche la nostra missione.

È in certi momenti che niente sembra più reale, nulla sembra avere più senso.
Avrò accanto dei validi guerrieri ma dovrò comunque pensare a salvarmi la pelle, loro dovranno stare attenti alla loro.
Poi è ora che metta in pratica ciò che ho imparato, che dimostri finalmente  di essere forte come vorrei e credo di essere.
È ora di affrontare le proprie paure.

Se dovessi morire oggi?
Vorrei fare tante cose, vorrei dirne altrettante, ma non c'è tempo.
Per questo devo cogliere l'attimo, avrei dovuto farlo quando ne ho avuta la possibilità.
Avrei dovuto tirare un pugno in faccia al mio compagno delle medie che mi offendeva perché ero troppo pelosa in viso e in corpo , avrei dovuto parlare con quel ragazzo che mi piaceva tanto e che mi sono lasciata sfuggire, avrei dovuto chiedere scusa a quella mia amica che ho perso per orgoglio, avrei dovuto baciare l'elfo più bello che abbia mai visto.

Quante volte ne ho avuta l'occasione?
Troppe volte, a pensarci mi viene da ridacchiare nervosamente.
Sono stupida?
O forse sono solo umana.
Già, solo umana.

Ed è mentre indosso l'armatura che realizzo.
Io non posso averlo, non posso costringere un essere a rinunciare alla propria quasi immortalità per me.

Io lo farei per lui?
Probabilmente si, ma non è questo il punto.

Come fa Asdel ad essere così pronta? Così assennata e certa?
È passato così poco tempo, praticamente nulla.
Forse quando me ne ha parlato stava solo fantasticando... Però l'anello che portava al dito ieri sera, non sembra una fantasia.

Dovrei parlarne con lei, è molto più grande di me e vista la sua simile situazione, dovrebbe capirmi.

Beh, forse è meglio se ne parlassi con Boromir allora, visto che la sua posizione è quella che più mi si eguaglia.
A pensarci bene non saprei come parlarne con Boromir, non credo sia possibile affrontare tale argomento con lui.
Può darsi che mi sbagli e che si possa rivelare un vero filosofo maturo e comprensivo, se spronato dai giusti motivi... Ma ad oggi ne dubito.

Ma poi cosa  blatero, sto viaggiando troppo con la mente.

Dove sono le sicurezze su tale argomento?

Dove sono le dimostrazioni che io vorrei, che io vedo anche laddove non ci sono.

Minimi gesti che magari lui attua spensieratamente e che io prendo per piccoli segnali d'amore.

Sto confondendo la galanteria con l'attrazione, la cortesia con la dolcezza, l'amicia con l'amore? 

Non sarebbe la prima volta.

Indovinate cosa è successo le altre volte?
Ne sono rimasta delusa.
Alla fine di tutto rimanevo sempre io, sola con le mie vane certezze, come sabbia al vento.

Come debbo comportarmi quindi?
In che modo devo affrontare questa situazione?

Allora, prima di tutto devo capire se ciò che provo è reale e duraturo...
Ma non diciamoci sciocchezze! Sono innamorata della sua persona da quando ne ho la letto la prima volta il nome.
Quindi quale è il secondo passo?

Bussano alla porta.

- Sei pronta Veronica? Dobbiamo andare.

Il secondo passo, per ora, è cercare di non farsi ammazzare.

Legolas ~ Quello che vorrei ~ Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora