14. Non me l'aspettavo

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C'è da dire che sembravo avere il combattimento nel sangue, ero maledettamente brava!

Per la prima volta, così vicina ad una cosa tanto sporca ed orripilante.

Li avevo immaginati dal brutto aspetto, deformi e aggressivi... ma non così.

Il primo l'avevo trafitto con una freccia dritta in fronte, non aspettando che morisse avevo affrontato il secondo ed il terzo...

Ad un certo punto, ricordo di essermi soffermata un secondo a guardare intorno, nonostante mi avessero detto di non farlo io avevo il bisogno di vedere ed imprimere nella mente questo giorno.

Corpi di elfi e orchi giacevano al suolo, chi inerme chi un po' meno.

Stava un orco per terra: una grande ascia sostituiva un braccio ed aveva qualche bullone conficcato nel cranio. Cercava di strapparsi due frecce dal braccio sano, non riuscendo ad estrarle fece una cosa che mi lasciò senza parole : se lo tagliò con lascia.

Non sembrava provare dolore ma vedendo quel liquido scuro che colava dalla ferita, ho provato dolore io per lui.
Senza accorgersi di essere osservato, si era poi alzato per continuare a combattere, con quella bava che gli colava dalla bocca come un cane rabbioso.

Ed era continuata così la battaglia, avevo deciso di concentrarmi, mi ripetevo : devo vivere, devo fare un sacco di cose ancora, devo vivere, devo dimostrare che una donna può essere in grado di fare ciò, devo dimostrare che sono capace, devo rimanere viva.

Prima dell' inizio avevo osservato l'esercito elfico.
Avevo distinto una decina di donne, ma dato il copricapo metallico era impossibile averne la certezza.
Pensavo ci fosse più parità tra gli elfi, magari c'era e quella era solo una coincidenza, magari no.

Ecco un'altra cosa da fare: informarsi sulla società elfica. Non potevo di certo morire, sapere una cosa del genere era indispensabile.

Tra tutti quegli esseri slanciati e apparentemente perfetti, gli hobbit si riconoscevano di sicuro.
Faceva sorridere la scena, quasi teneramente.
Ammiravo però la loro forza e il loro voler essere indipendenti e utili alla missione.

Gli elfi avevano dato loro delle armature su misura davvero carine, le armi elfiche invece erano veramente leggere, le avevano dovute solo fare accorciare un po'.

Ed eccoli lì: tre valorosi piccoli guerrieri. Erano veramente carini ma devo dire che non incutevano tanto terrore.
Avevano insistito per stare in prima fila con noi, non so perché avessero messo anche me in prima fila.
Fortunatamente, come già detto, avevo Legolas accanto.

Già, Legolas.

Mi ero girata per controllare dove fosse ed eccolo, in tutto il suo splendore.
Combatteva e sembrava non facesse alcun tipo di sforzo, era veramente bravo.

Sarei rimasta ore ad osservarlo ma purtroppo qualcosa come dieci orchi mi venivano amichevolmente in contro per staccarmi la testa, avrei pensato dopo ad ammirarlo.

Ho già detto che mi piace osservare? Probabilmente si.
Mi piace così tanto che non riesco quasi a non farlo, ed è stata proprio questa la mia rovina.

Proprio mentre distoglievo gli occhi da quel meraviglioso essere, protagonista dei miei pensieri e che tanto mi faceva penare, qualcosa mi colpì.

Caddì a terra, dal quel momento ripercorro sempre le stesse immagini.

Ecco che ripartono...

C'è da dire che sembravo avere il combattimento nel sangue, ero maledettamente brava!

Per la prima volta, così vicina ad una cosa tanto sporca ed orripilante.

Li avevo immaginati dal brutto aspetto, deformi e aggressivi... ma non così.

Il primo l'avevo trafitto con una freccia dritta in fronte, non aspettando ....

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