Legolas ~ Quello che vorrei ~

34. Un pretesto

Dimenticando completamente Gimli e la scuderia, corro verso il portone iniziando a bussare con fare deciso.

- Che succede?

Oltrepasso Aragorn, vagando con lo sguardo alla ricerca di un certo stregone vestito in bianco.

Dopo averlo intercettato mi dirigo verso di lui facendogli segno di chinarsi per parlare al suo orecchio.

- Posso star diventando un'elfa?

Gandalf strabuzza gli occhi senza però allontanarsi da me, spronandomi così a continuare.

- Ero sulla scalinata fuori dal gran portone e ho sentito il discorso tra Aragorn e Legolas, come se non bastasse guarda qui cos'ho!

Dicendo questo gli mostro la chiara ciocca.

Lo stregone la prende tra le dita esaminandola con delicatezza finché non ne stacca un capello. Io scatto per il fare brusco del gesto, nonostante non abbia sentito dolore.

- Potente è la magia elfica, deve essere un mutamento passeggero dovuto all'intensità dell'incanto.

Dice questo osservando scrupolosamente il capello tra le due dita.
Mi sorride poi aggiungendo:

- Godi appieno di questo nuovo potere signorina, potresti aver ereditato altre peculiarità elfiche, sai a chi domandare per saperne di più.

E facendomi l'occhiolino mi passa accanto, sparendo oltre il portone.

Ha ragione, devo trovare Legolas.
Farò finta di aver dimenticato che non mi ha rivolto ancora parola, voglio scoprire cosa posso fare.

Chi voglio prendere in giro?
Non vedevo l'ora di avere un pretesto per rivolgergli parola.

Dov'è finita la Veronica che non aveva bisogno di pretesti per iniziare un discorso? Dov'è quella giovane, coraggiosa e spontanea?

Probabilmente il coraggio l'ho terminato per altre faccende più complicate dell'amore.

C'è qualcosa più complicato dell'amore?

Amore? Cosa c'entra l'amore adesso?

Me lo ricordo benissimo, appena Legolas attraversa il portone dirigendosi verso di me.

- Sento quello che provi.

Socchiude gli occhi ed aggrotta le sopracciglia come se non avesse sentito bene.

- Sta fermo dove sei.

Il tono della mia voce è estremamente basso, probabilmente Aragorn, che è a meno di due metri da me, non mi ha sentita.
So però che l'elfo può, infatti si è fermato e sarà ad una decina di metri, sotto una delle prime navate vicino al portone.
Io sono dalla parte opposta della sala ma lui mi ha udita.

- Di qualcosa.

Come se avessi un binocolo incorporato, riesco a comandare i miei occhi in modo da ingrandire la figura di Legolas: riesco così a vedere anche le più sottili pagliuzze verdi all'interno di quelle pozze cristalline che sono i suoi occhi.
Provo a restringere il campo ed ora inquadro complessivamente il suo viso perfetto.

Lui finalmente parla dicendo:

- Mi sembra incredibile che tu sia davanti a me.

Io sorrido emozionata, devo essere arrossita come al solito.

Sto pensando a cosa dire, non vorrei sbagliare parole, non voglio rovinare il momento.
È lui però a precedermi:

- Concentrati sul mio cuore.

Ci provo ma non so cosa fare, provo a spostare lo sguardo nel punto in cui quest'ultimo dovrebbe stare ma riesco solo ad incontrare i granuli di polline incastrati tra le maglie della veste.

Un forte e continuo rumore comincia a martellarmi il cranio così forte che mi porto le mani alle tempie e mi accascio sperando smetta in fretta.
Questo però non termina finché una figura non arriva a stringermi in un forte abbraccio.
Apro gli occhi vedendo Legolas, per la seconda volta nell'arco della giornata, a pochi centimetri da me .

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Prendetemi per pazza si! ( Il resto lo sapete...)

Scherzi a parte, mi sto emozionando tantissimo a scrivere!
Non so dirvi quanto vi sia grata per i commenti di sostegno in questo anno così cupo. Non avete mai smesso di spronarmi a continuare e credo sia stata una delle gioie più grandi di tutte.
Sapere che c'è qualcuno che adora ciò che scrivo, mi riempie il cuore.
Vi sembra sia ancora in grado di scrivere decentemente?
Sono riuscita a stupirvi con i nuovi potevi elfici di Veronica?