15. Galassia

929 64 29
                                    

Eccola, distesa su quel candido ciaciglio, in quel candido posto.

Lei non è candida no, non lo è.

Lei è più come le immagini delle galassie: quel miscuglio di colori e puntini luminescenti.
Non sai cosa stai guardando esattamente ma guardi e basta, perché ciò che vedi ti affascina, perché non sai se sia realmente così o no, perché non comprendi come possa esistere una cosa del genere.

Vorresti scoprire quella creazione, vorresti davvero... Ma è lontana e non sai come arrivarvi, non sai come conquistare quel pezzetto di universo.

A questo pensava probabilmente Legolas, in piedi mentre osservava la ragazza sdraiata su quel letto.

Ferma, immobile stava lei.

L'aveva sfiorata, non era fredda, dal suo colorito non lo avrebbe detto.

Si ritrovò a pensare che infondo era sempre stata così, cinerea ma dalla gradevole temperatura.

Lo sapeva perché la prima volta l'aveva sfiorata proprio per quello, per sentire se fosse calda o meno.
L'aveva trovata gradevole, ciò l'aveva rassicurato.

Si ritrovò a pensare che forse da lì aveva iniziato a sentire qualcosa, forse no.

Forse era cominciato tutto la prima volta che l'aveva vista, dentro quei vestiti striminziti che non lasciavano spazio per l'immaginazione, per questo si era girato, per rispetto.

Era saggio lui. Solo all'inizio aveva provato inconsciamente a non provare sentimenti per lei, ma d'altronde non aveva 50 anni, non era un ragazzino.
Ne aveva molti di più, sapeva che i sentimenti non vanno repressi.

I sentimenti vanno espressi, vanno assolutamente esternati.

Non ne sapeva molto dell'amore, non ne aveva mai provato, non sapeva come fosse.

Era forse questo l'amore?
Se lo domandava spesso ultimamente.

Sentiva di doverla proteggere, sentiva di doverla vedere allegra, sentiva di dover essere lui a renderla allegra.

Oh ma Aragorn glielo aveva detto: da quando Veronica era arrivata, tutto era cambiato, lui era cambiato.
Aveva poi subito aggiunto: "in meglio", perché l'elfo non si crucciasse inutilmente come al suo solito.

Lui era così, pensieroso e fantasioso quasi quanto una ragazzina!
Almeno questo era quello che pensava Aragorn, che nonostante lo rispettasse e ammirasse, non capiva perché l'amico elfo dovesse rendersi così difficile l'esistenza, perché dovesse trasformare tutto in complicato.

Voleva sempre pazientare, andare con calma.
Aragorn no, lui sapeva aspettare ma ciò che pensava lo diceva, senza starci troppo a rimuginare.
Riusciva nel suo intento? Bene! Altrimenti, ci aveva provato.

Ma d'altronde capiva di non poter comprare le situazioni, lui aveva solo una vita infondo.

Legolas pensava che una volta trovato l'amore, sarebbe stato per sempre.

In questo caso però, se fosse andata bene, non ci sarebbe stato nessun per sempre, lei era umana.

E ci pensava spesso, davvero spesso.
Preso com'era non pensava certo a perdere la propria immortalità, gli interessava sì, ma dicono che l'amore sia meglio.

Come avrebbe potuto vivere senza amore?

Dopo averlo aspettato così a lungo, non avrebbe potuto.

Pensava però a cosa avrebbe fatto il suo unico genitore, avrebbe perso anche lui dopo averglielo detto?
Pensava al regno, alla corona che non gli si affibbiava e di cui avrebbe volentieri fatto a meno.
Pensava a molte cose.

Ed era così che ultimamente passava le giornate: a guardare quella ragazza che non accennava a muoversi, a pensare come affrontare la situazione e a sperare che la fanciulla si ridestasse presto da quel suo sonno maligno.


Legolas ~ Quello che vorrei ~ Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora