❅ II ❅

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Hwanwoong era seduto sul sedile del passeggero con la testa appoggiata contro il finestrino mentre sua madre teneva le mani sul volante e guardava concentrata la strada. Sarebbe andato anche da solo in stazione, ma i suoi genitori erano da sempre appartenenti a quel tipo di persone che accompagnano il figlio ovunque per non perdersi nessun dettaglio della sua vita.
Suo padre un po' meno, poi quella mattina era dovuto uscire presto. Aveva salutato Hwanwoong la sera prima.
Sua mamma voltò un attimo la testa per guardarlo e chiaramente notò l'espressione pensierosa e le sue dita che tamburellavano sulla sua coscia.
_Va tutto bene?_  chiese preoccupata e continuò a lanciargli piccoli sguardi mentre cercò di non perdere il controllo sulla guida.
_Mmh... sì_  rispose Hwanwoong senza distogliere il suo sguardo dal paesaggio sfumato che gli passava davanti agli occhi.
_Non mi dai quell'impressione_
Il ragazzo sospirò.
_Mamma? Tu odi qualcuno?_
Lei lo guardò sorpreso e mancò quasi una curva.
_Odiare?_  chiese stupita quando fu di nuovo concentrata.
_Sì, odiare_
_Beh allora, ci sono persone che mi stanno sulle palle e che a volte prenderei a pugni. Ma odiare significa che non ti importerebbe nulla della morte di quella persona, se stesse cento volte peggio che te, che la vedresti soffrire con piacere e tante altre cose crudeli. Ci sono poche persone che si meritano ciò e io non conosco nessuno a cui auguro cose brutte_
Appoggiò la mano con le unghie laccate di nero sui capelli di suo figlio per accarezzarli.
_Perché questa domanda? Qualcuno ti tratta male?_
Hwanwoong la guardò. Pensò alle sue parole. Odiava Youngjo? Di certo non lo sopportava e non vedeva l'ora che se ne andasse da scuola per passare l'ultimo anno di liceo in santa pace, ma se odiare significava davvero quello che aveva detto sua madre, allora lo detestava soltanto. Aveva sofferto sotto al suo bullismo e Youngjo l'aveva sempre osservato con piacere. I suoi momenti preferiti erano quando Hwanwoong era senza Keonhee, così da poterlo cacciare in un angolo e vedere come la paura si espandeva sul suo volto che lo implorava di non fargli del male...
L'espressione di Hwanwoong si scurì e si ritrovò con una smorfia arrabbiata a fissare il finestrino. Strinse i pugni e si immaginò il viso di Youngjo sotto ad essi, ferito, spaventato, impaurito. Tutto ciò che lui aveva già vissuto. Lo voleva vedere soffrire così? Voleva abbassarsi ai suoi livelli?
_Woongie?_
La voce di sua mamma lo richiamò alla realtà e sbatté le palpebre.
_Non lo so_  disse piano per poi mostrare un debole sorriso.
_Si tratta ancora di quel ragazzo? Pensavo che si fosse chiarita questa faccenda..._
Hwanwoong appoggiò una mano sulla spalla della madre per tranquillizzarla.
_Non è lui. Tranquilla. È... un docente stronzo_
Lei lo guardò e si mise a ridacchiare.
_Ah, okay bene. Mi stavo già preoccupando_
Anche lui rise, ma era tutto finto. Non riusciva a parlarne. Perchè doveva fare l'eroe come tutti i ragazzi nei libri? Perchè non aveva il coraggio di chiedere aiuto? Non voleva rischiare che la situazione peggiorasse, ovviamente. Ma era stupido. Stupido e infantile.
Si tirò uno schiaffo mentale e si disse che se Youngjo in quei dodici giorni l'avesse trattato peggio del solito l'avrebbe detto a qualcuno oltre a Keonhee.
Arrivarono in stazione, ma trovarono un parcheggio soltanto dopo molta ricerca. La valigia di Hwanwoong venne strappata violentemente dal baule e poi appoggiata sull'asfalto.
_Vuoi che vengo con te fino ai binari?_  gli chiese sua mamma con un sorriso. Lui alzò gli occhi al cielo.
_Mamma, non sono più un bambino. Ce la farò da solo_
La donna ridacchiò e gli diede un bacio sulla testa.
_Hai ragione. Allora ti auguro una bella gita. Chiamami per qualsiasi cosa tu abbia bisogno_
Hwanwoong annuì e la salutò con la mano per poi avviarsi dentro alla struttura enorme che componeva la stazione. Doveva andare al binario 18 se si ricordava correttamente.
Quando arrivò riconobbe subito gli studenti e alcuni docenti della sua scuola, ma non vide Keonhee. In quel momento desiderava che il suo migliore amico avesse i capelli verdi o qualcosa del genere.
Mentre camminò tra i suoi compagni di scuola in cerca del ragazzo, passò accanto a Son Dongju e Kim Geonhak, la coppietta gay del liceo.
_Amore, temo di aver dimenticato l'asciugamano_  si lamentò il più piccolo tra i due mentre si aggrappava al collo del suo ragazzo.
_Mi avresti stupito se avessi portato tutto ciò che ti serve_  disse Geonhak con un sospiro e scosse la testa per poi dare una bacio sulla guancia a Dongju.
Hwanwoong si trattenne una risata. Non sapeva molto di quei due, ma quello che aveva appena visto e sentito era più o meno ciò che si sapeva e facevano sempre.
_Ah eccoti!_
Keonhee agitò la mano in aria per attirare l'attenzione del suo migliore amico appena lo vide. Hwanwoong si piazzò accanto a lui e fermò la valigia davanti ai suoi piedi.
_Come butta?_
Il minore fece spallucce.
_Ah non pensarci. Vedrai che scivolerà via liscio. Anche lui si stuferà prima o poi_
Hwanwoong lo guardò snervato.
_Perché sei sempre così di buonumore mentre io sto già morendo psicologicamente?_  chiese acido osservando il sorriso sognante di Keonhee. Quest'ultimo fece uno scatto con la testa verso sinistra. Hwanwoong si girò per guardare in quella direzione e intravvide un ragazzo robusto dai capelli neri con alcune ciocche rosse. Aveva lo sguardo abbassato sullo schermo del telefono che aveva in una mano mentre con l'altra teneva ferma la sua valigia. Sembrava distaccato dal mondo.
_Ah, per questo che ti sei messo in culo al mondo_  scherzò Hwanwoong e tirò una gomitata a Keonhee che gridò esageratamente dal dolore.
_Esatto_  disse lui con un sorriso malizioso quando si fu ripreso da quel male fatale.
_È così cariiiiiiino_
_Però è più asociale di un sasso_  commentò Hwanwoong osservando anche lui Seoho.
_Proprio per questo avrà tempo per me_
Keonhee ridacchiò e saltellò sul posto. Seoho alzò un'attimo lo sguardo e lo spostò verso i due ragazzi che lo stavano osservando come un animale allo zoo. Il sorriso di Hwanwoong svanì subito e girò la testa dalla vergogna. Keonhee invece riuscì solo a fissarlo.
Seoho alzò il mento, come per salutare e rivolse poi la sua attenzione di nuovo allo schermo.
_Oddio!_  esultò e afferrò la spalla di Hwanwoong.
_Hai visto? Mi ha salutato! L'hai visto o non l'hai visto?!_
Il più piccolo si liberò dalla stretta e sbuffò.
_Keonhee, non significa niente. Poi riesce a sentirti_
Entrambi guardarono di nuovo Seoho che sembrava di nuovo altrove con la mente, ma un sorriso si era formato sulle sue labbra.
_Vedi? Smettila di gridare che mi metti in imbarazzo_
Keonhee ridacchiò e scompigliò i capelli al suo migliore amico.
_Va bene, ma solo perchè tu hai ancora della dignità da perdere_
In quel momento ci fu l'annuncio dell'arrivo del loro treno e gli insegnanti corsero in giro gridando agli allievi di stare lontani dai binari. Erano lì quasi in 150 e la confusione era in quanto a dir poco enorme. La cosa positiva di questo era che Hwanwoong non aveva ancora incrociato Youngjo e con un po' di fortuna l'avrebbe visto soltanto quando sarebbero arrivati all'hotel.
Il treno si fermò e le porte si aprirono. I passeggeri iniziarono a scendere uno a uno e alcuni di loro si spaventarono alla vista dei giovani studenti pronti ad assalire i vagoni per prendersi i posti migliori.
Appena ci fu via libera Keonhee e Hwanwoong si intrufolarono nella massa ed entrarono in un vagone a caso. Occuparono un posto a quattro sperando che si sedesse qualcuno di decente in faccia a loro.
Hwanwoong si prese il posto accanto al finestrino, mentre Keonhee era in piedi a guardare tutti nel vagone, chiaramente nella speranza di vedere Seoho.
_Scusate, sono liberi quei due posti?_
Entrambi si voltarono. Accanto a loro c'erano Geonhak e Dongju aggrappato al suo braccio come un koala.
_Ehm..._  mormorò Keonhee sorpreso, evidentemente non troppo felice al pensiero di dover guardare per tutto il viaggio i due piccioncini che si facevano le coccole.
_Certo, sedetevi pure_  intervenne Hwanwoong per non essere scortese. Finché non si sedeva Youngjo di fronte a lui gli andava bene chiunque.
Geonhak sorrise gentilmente e sistemò la sua valigia e quella del suo ragazzo dietro ai loro sedili. Keonhee si lasciò cadere accanto al suo migliore amico e abbassò il viso al suo livello per sussurrargli all'orecchio.
_Perché hai detto che è libero?_
Hwanwoong lo guardò con un sopracciglio alzato.
_Perché è vero, no? Pensavi che sarebbe arrivato Seoho?_
Keonhee non rispose e il minore ridacchiò.
Geonhak e Dongju si sistemarono ai loro posti e subito il più giovane estrasse una serie di snack dallo zainetto che aveva sulle gambe.
_Ma cos'è, non hai fatto colazione?_  gli chiese il suo ragazzo e appoggiò la testa contro il vetro.
_Certamente_  rispose Dongju come se fosse sottinteso e aprì un pacchetto di noccioline salate.
_Ma posso comunque avere fame, no?_
Keonhee e Hwanwoong si scambiarono uno sguardo e si trattennero una risata.
_Volete?_
Dongju porse loro il pacchetto.
_No grazie_  rifiutò Hwanwoong gentilmente.
_Sì grazie_  ridacchiò Keonhee e affondò la mano nella confezione.
_Come vi chiamate?_ continuò il ragazzo dai capelli viola divertito e si appoggiò a Geonhak che lo cinse con un braccio.
_Yeo Hwanwoong_
_Lee Keonhee_
_Piacere. Non penso che noi dobbiamo presentarci_
Dongju rise e tirò una gomitata a Geonhak che in vendetta gli tirò un piccolo schiaffo sui capelli. Hwanwoong sorrise. Aveva sentito di tutto e di più su quei due e molti dicevano che era facile stufarsi. Lui stesso doveva ammettere che li trovava molto carini e simpatici. Li invidiava quasi. Anche lui avrebbe voluto qualcuno con cui stare bene in quel modo. Tenendo poi conto che Geonhak era del quarto anno e Dongju del terzo. Probabilmente stavano sempre così appiccicati perchè era il loro ultimo anno nella stessa scuola.
_Dongju..._
Una voce femminile giunse alle loro orecchie e tutti e quattro voltarono la testa. La professoressa di matematica era in piedi accanto a loro, le mani sui fianchi e guardava il ragazzino con espressione seria ma anche divertita.
_Sì?_  chiese lui da innocente continuando a masticare le noci.
_Mangi roba del genere già di prima mattina?_
_Non ho fatto colazione, signora Kwon_ 
La professoressa sospirò e sorrise.
_Allora mangia bene_  disse e si allontanò.
Hwanwoong e Keonhee si scambiarono ancora uno sguardo, questa volta inespressivo.
_Fa sempre così_  li rassicurò Geonhak.
_Eh già. Nessuno sa resistere a questo_  scherzò Dongju e puntò l'indice nella sua guanciotta gonfia di aria.
Ci fu un'altro annuncio e poi finalmente il treno partì. Hwawoong chiuse gli occhi.
"Andiamo incontro alla morte quasi sicura".



Il viaggio passò tranquillo. A quanto pare Youngjo era in un'altro vagone perchè non si lasciò intravvedere neanche una volta. Fu anche un po' pesante per Hwanwoong e sopratutto Keonhee dover guardare per quattro ore come Dongju e Geonhak erano raggomitolati nei loro sedili. Non parlarono più tanto come quando il treno era ancora fermo, quindi non si poteva proprio dire che avevano fatto conoscenza.
Hwanwoong e Keonhee parlarono delle faccende loro o dormivano. Spesso il minore si ritrovò a pensare a quanto stava andando dritto nella merda. A volte il panico lo raggiunse e pensava che avrebbe dovuto protestare di più. Keonhee invece sognava ad occhi aperti e si immaginava già come dopo pochi giorni uno dei due letti nella stanza di lui e Seoho sarebbe rimasto vuoto ogni notte.
Il paesaggio cambiò sempre di più. Da centro città a piccole cittadine, poi a villaggi di campagna e infine un panorama di colline riempite di boschi. Era liberatoria quell'immagine. Tutto così verde. Keonhee e Hwanwoong non erano gli unici con lo sguardo incollato al finestrino. Sembrava quasi che la maggior parte degli allievi non avesse mai visto un bosco.
Finalmente il treno si fermò all'ultima fermata e i ragazzi iniziarono a prendere i loro bagagli per precipitarsi fuori dai vagoni in cerca di aria fresca.
_Ahi, il mio povero culo. Sono stato fermo troppo a lungo_ si lamentò Keonhee quando si alzò e si stiracchiò in un modo quasi inquietante.
Quando Hwanwoong uscì dal treno e si guardò in giro si rese conto che si trovavano in mezzo al nulla. Fin dove giungeva la vista si vedeva solo bosco e colline. L'unica segno di vita in mezzo a quel mare di verde erano le case che si espandevano ai piedi di una piccola montagna.
_Oddio, ma qui vivranno al massimo cinque persone_ commentò Keonhee, a quanto pareva anche lui colpito dal posto in cui si trovavano.
_Già_
"Un luogo perfetto per commettere un'omicidio, vero Youngjo?".
Hwanwoong sorrise ironico e afferrò meglio la sua valigia. Doveva rimanere positivo e vederla come un'occasione per sistemare tutto, così come aveva detto Keonhee.

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